Il CAPITALISMO fu di matrice protestante? Non solo, anzi: quello buono fu di origine cattolica,.
mentre il protestantesimo di prima generazione avrebbe ritardato il progresso. Il sociologo tedesco Weber esclude che il capitalismo sia figlio del protestantesimo della prima generazione (Lutero): per lui è piuttosto un protestantesimo di seconda generazione, che chiama «protestantesimo ascetico», ad avere favorito il successo dello spirito capitalista moderno. Nel «protestantesimo ascetico» Weber rubrica «il calvinismo», il «metodismo» e quelle che chiama «sette sorte dal movimento battistico».
<academia.edu> non è vero che il capitalismo sia nato nel mondo protestante per modernizzare la vecchia e polverosa Europa cattolica: a parte che Weber attribuiva l’invenzione dell’economia moderna alla seconda generazione, battista e metodista, del protestantesimo - non già alla prima, luterana - in «The Victory of Reason» Rodney Stark dimostra che il capitalismo era già fiorente secoli prima della sua presunta nascita: il cattolicesimo è alle origini non solo del capitalismo, ma anche della scienza e della nozione di libertà personale - senza le quali il capitalismo non sarebbe mai sorto - e dall’altra che, semmai, il protestantesimo ha danneggiato l’economia moderna nascente e ne ha ritardato il progresso.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 16/11/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: economia e finanza cinica, ricchezza mondiale, libertà, imperialismo, capicomunismo, neocolonialismo, socialismo del 21°secolo; potentati; alienazione, consumismo
↑2024.09.24 <google, mulino> il rapporto di Draghi sulla concorrenza: <luiss> non sprecare una grande opportunità. [CzzC: mi pare che gli stati europei, dimentichi dei padri fondatori, siano troppo litigiosi per tesorizzare queste sagge raccomandazioni, con ciò facendo il gioco delle superpotenze capitaliste e capicomuniste, capaci di stritolare i NON allineati a colpi di migliaia di miliardi, mentre noi litighiamo per 10 milioni e abbiamo sprecato centinaia di miliardi col superbonus 110%]
↑2024.02.26 <linterferenza> Bauman ha colto le miserie antropologiche e le derive distruttive e classiste del sistema capitalistico, ma nei suoi scritti non vi è la condanna filosofica ed etica al mercato in sé, vi è quasi la speranza che il sistema possa autocorreggersi attraverso l’analisi critica delle tragedie nell’etico come direbbe Hegel. La critica scissa dall’individuazione della causa strutturale del male rende improbabile l’elaborazione di una chiara alternativa. Una filosofia incapace di fondare una “ben tonda verità” non può che piacere al capitalismo che ha fatto della morte della verità la sua forza. La filosofia come eterna incompiuta diventa una via moderata al relativismo e organica al capitalismo: essa diviene liquida, mentre il capitalismo si struttura in modo solido, e nulla pare fermare la sua corsa. [CzzC: Bauman è morto 7 anni fa: se fosse stato ancora in auge avrebbe potuto replicare difendendosi, ma forse anche implementandosi]
↑2023.10.28 <avvenire> di Luigino Bruni. Il mondo cattolico e meridiano moderno ha generato anche una sua idea di economia, diversa in molti aspetti da quella del capitalismo nordico e protestante. Molti predicatori e teologi controriformisti (vedi il gesuita Paolo Segneri 1624-1694) usarono parole durissime su mercanti e banchieri, che peraltro ignorarono astratte proibizioni di profitti e usura. Ma un’altra idea di mercato e di credito nacque nel napoletano con il casertano Francesco Fuoco (1774-1841), sacerdote, rivoluzionario partenopeo del 1799, pedagogista, divenne uno dei primi economisti matematici; scriveva: «I mezzi che danno al lavoro di un popolo la massima energia si creano e si moltiplicano per virtù del credito e il credito si fortifica a proporzione che il lavoro si perfeziona». Quindi mutuo vantaggio tra lavoro e credito, non somma zero tra guadagnanti e perdenti.
↑2023.08.27 «l'imperialismo fase suprema del capitalismo» è un saggio pubblicato da Lenin nel 1917 nel quale egli descrive i meccanismi del capitalismo finanziario come fonte di profitto per il colonialismo imperialista: in alcuni paesi il capitalismo è diventato più che maturo e al capitale non rimane più un campo di investimento redditizio, dal che la sua esportazione imperialista; <fb pdf>
↑2022.05.16 <vanThuanObs> Il DOSSETTISMO continua ad influire. Anche Sergio Mattarella può essere considerato un dossettiano. Nel 1952 Dossetti aveva fondato a Bologna il Centro di Documentazione, trasformato poi nell’Istituto di studi religiosi per diventare alla fine Fondazione Giovanni XXIII (FSCIRE), presieduta a lungo dall’amico Giuseppe Alberigo e attualmente da Alberto Melloni. Affine anche se non coincidente col dossettismo nasceva nel 1975 la “Lega Democratica” di Pietro Scoppola, Achille Ardigò, Ermanno Gorrieri, Francesco Traniello, Paolo Prodi, Romano Prodi, Paola Gaiotti de Biase, Roberto Ruffilli. Affini nel 1993 nascevano i “Cristiano sociali” di Gorrieri e Pierre Carniti. Con Ciriaco De Mita dal 1982, i dossettiani “dilagano”: Beniamino Andreatta collega il dossettismo con la finanza tramite l’operazione del Banco Ambrosiano e impronta un capitalismo gradito alla sinistra, progettando lo smantellamento dell’IRI, di cui fu ultimo presidente il dossettiano Romano Prodi, col quale nel 1996 don Dossetti tenne a battesimo l’Ulivo e piantò simbolicamente un olivo nel suo ritiro di Montesole.
↑2022.02.20 Sarebbe necessaria una periodica distruzione creativa? Traggo dall'articolo Destroy, Erase, Improve di Antonio Pecere, secondo il quale la macchina produttiva, a causa della caduta tendenziale del saggio di profitto prevista da Marx, si rende necessaria periodicamente una distruzione, come quella realizzata dalla 2ª Guerra Mondiale che ha instaurato la nuova forma di produzione capitalista con i nuovi settori portanti (petrolio e automotiv) in sostituzione di quelli mercantili, che erano specifici della globalizzazione dell’Impero Britannico, forma che oggi si sta esaurendo con una completa finanziarizzazione dell’economia, per cui saremmo arrivati ad una soglia che richiede un nuovo cambiamento strutturale. [CzzC: analisi interessante, che però a mio avviso dimentica un fattore determinante, nuovo rispetto agli scenari passati dai quali si cerca di estrarre analogia per prevedere il futuro: la deterrenza nucleare e l'espansione del capicomunismo. Continua qui con keys Nuova via della seta, AIIB, senza bombardamenti, intelligenza artificiale, disciplina, sistema di controlli, Occidente pullulante di giovani debosciati allevati dai teorici del vietato vietare in bulimia di diritti individuali sublimati come diritti civili].
↑2022.01.09 <fc> Nella difesa dell’umano psicoanalisi e cristianesimo secondo Massimo Recalcati condividono un punto fondamentale: la resistenza allo scientismo dilagante, al feticismo del numero che lo caratterizza, al materialismo volgare degli algoritmi, ma anche la resistenza nei confronti del mito del consumo per il consumo, del profitto, del cinismo e del nichilismo che caratterizzano il discorso del capitalista. Contro l’oggettivazione dello scientismo e contro la mercificazione neoliberale, la psicoanalisi e il cristianesimo rivendicano il fatto che la verità ha sempre un volto singolare e un nome proprio. Questo è il cuore più profondo della psicoanalisi e del cristianesimo: non dimenticare mai la cura per il nome.
↑2022.01.09 <fc> Nella difesa dell’umano psicoanalisi e cristianesimo secondo Massimo Recalcati condividono un punto fondamentale: la resistenza allo scientismo dilagante, al feticismo del numero che lo caratterizza, al materialismo volgare degli algoritmi, ma anche la resistenza nei confronti del mito del consumo per il consumo, del profitto, del cinismo e del nichilismo che caratterizzano il discorso del capitalista. Contro l’oggettivazione dello scientismo e contro la mercificazione neoliberale, la psicoanalisi e il cristianesimo rivendicano il fatto che la verità ha sempre un volto singolare e un nome proprio. Questo è il cuore più profondo della psicoanalisi e del cristianesimo: non dimenticare mai la cura per il nome.
↑2020.12.11 a seguito lettera Fr1 Nov2019, <rassStampEu, google> il Vaticano entrerà in una “alleanza globale” tra grandi banche, società e fondazioni internazionali per creare un "Council for Inclusive Capitalism" un consiglio economico volto a ridistribuire la ricchezza nel mondo con “economie e società più forti, più giuste e più collaborative”. Il gruppo dell’élite, che si fa chiamare “The Guardians”, si definisce una “collaborazione storica di amministratori delegati e leader globali che lavorano con la guida morale di Papa Francesco per ...”. C'è anche la fondazione Rockefeller e l’ereditiera bancaria Lynn Forester de Rothschild.
↑2020.04.23 <pressenza google> Noam Chomsky sulla crisi causata dal Covid-19: siamo di fronte a un altro errore colossale del capitalismo neoliberista ... a febbraio stava già imperversando la pandemia anche negli USA, ma Trump presentava tagli al Centro di Prevenzione e Controllo delle Malattie e in altri campi relazionati con la sanità (OMS), aumentando invece il finanziamento alle industrie di energia fossile, alle spese militari, al famoso muro …
↑2020.04.19 <yt testo> Omelia di Fr1 nella Domenica della Divina Misericordia <vatican yt>: «ora mentre pensiamo a una lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, si insinua proprio questo pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro. Il rischio è che ci colpisca un virus ancora peggiore, quello dell’egoismo indifferente. Si trasmette a partire dall’idea che la vita migliora se va meglio a me, che tutto andrà bene se andrà bene per me. Si parte da qui e si arriva a selezionare le persone, a scartare i poveri, a immolare chi sta indietro sull’altare del progresso ... è tempo di rimuovere le disuguaglianze, di risanare l’ingiustizia che mina alla radice la salute dell’intera umanità! Impariamo dalla comunità cristiana delle origini, descritta nel libro degli Atti degli Apostoli ... »
↑2019.12.15 <fq> Si è conclusa con un nulla di fatto la conferenza Onu sul clima di Madrid Cop25: il fallimento degli ipocriti del clima. Rinvio sul nodo del mercato del carbonio. Greta Thunberg: “Ignorano la scienza”. I circa 200 Paesi hanno segnalato il “bisogno urgente” di agire contro il riscaldamento climatico, ma senza arrivare a un accordo su alcuni punti essenziali. Greenpeace: "Hanno vinto le imprese inquinanti" [CzzC: più che le singole imprese, direi la grande finanza cinica che le manovra, dal capitalismo al capicomunismo]
↑2019.02.24 <arte.tv agi google cesi2017> Perché la sinistra continua ad inanellare sconfitte in Sudamerica? Marco Enriquez-Ominami (ex candidato socialista alla presidenza del Cile) lo chiede direttamente alla gente dell’Avana, e ai responsabili politici di oggi e di ieri: Nicolas Maduro <aff> in Venezuela, Evo Morales in Bolivia, l’ecuadoriano Rafael Correa oggi rifugiato in Belgio, la brasiliana Dilma Rousseff e l’uruguaiano José Mujica. La rivoluzione socialista in America Latina è appesa un filo: ferma a Cuba, agli sgoccioli in Venezuela, aggrappata a un solo uomo al potere in Bolivia; tradita in Ecuador; fallita nel suo compromesso globalista in Brasile; battuta alle urne in Colombia, ma ancora in moto in Uruguay. Come fare? [CzzC: il socialismo - che parrebbe affine alla Dsc ben più del cinismo capitalista - dovrebbe essere promosso con progressivo coordinamento mondiale, con spinta democratica sostenuta dalle maggioranze lavoratrici in contenimento dei redditi speculativi: in un singolo stato il socialismo potrebbe solo scendere a compromessi con lo strapotere della finanza, altrimenti questa lo schianterebbe, visto che può pilotare una potenza monetaria 13 volte più grande del lavoro/pil mondiale]
↑2019.02.15 L'ex primo ministro belga Guy Verhofstadt, che ha dato del burattino a Conte, quando nomina Giorgio Napolitano e non Alcide De Gasperi, effettivo padre fondatore dell'Unione Europea insieme a Robert Schuman e Konrad Adenauer, si mostra disinformato o sbilanciato, quantomeno perché il Partito comunista italiano di Napolitano, per cieco filosovietismo fu l’unico partito italiano a votare contro la ratifica dei trattati che istituirono la CEE nel 1957, anche se, tra le motivazioni addotte allora dall’Unità, sotto il titolo “Che cosa significa la sigla MEC” questa fu profetica: “La ‘libera circolazione dei capitali’ significa che i monopoli di ognuno dei sei paesi sono liberi di trasferire i loro capitali da una zona all’altra scegliendo quella dove esistono le possibilità di realizzare maggiori profitti. Date le condizioni di inferiorità nelle quali si trova la nostra economia è possibile che attraverso questa libera circolazione di capitali, vi sia nel nostro paese una penetrazione di tipo imperialistico di CAPITALE STRANIERO, soprattutto tedesco. In secondo è possibile che si verifichi da parte dei monopoli italiani una fuga di capitali dall’Italia"
↑2018.08.24 <sole24h> Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia: come si vive dopo la crisi in 8 grafici. Anche meglio che in Italia? Con l’uscita ufficiale della Grecia dal bailout, Eurolandia può dire di aver superato una fase molto difficile della sua storia [CzzC: speriamo che ad Eurolandia non si presenti un problema più grave, con l’Italia incapace di fare i conti giusti per stare nell’attuale economia di mercato basata su capitalismo, tecnologia e globalizzazione, piaccia o no; se si sbagliano i conti si può finire come Argentina o Venezuela, se si fanno giusti con la relativa spending review, si può uscire dalla crisi almeno come ha fatto il Portogallo]
↑2018.05.20 <VT#20p18> In tutto il Centroamerica, dal Guatemala, al Costarica, al Salvador e persino fino al Nicaragua, sono evidenti i segnali di un dominio Usa, ma in Honduras si va direttamente al cuore di quelle che possono essere o no scelte democratiche o antidemocratiche per assecondare i propri fini. Già nel 2009 il legittimo presidente Manuel Zelaya Rosales venne sequestrato dall'esercito, imbarcato a forza su un aereo militare e portato in "esilio" in Costarica. Ora, le elezioni del novembre scorso, ripetono lo stesso copione in altre forme ... Chi ha ucciso Berta Caceres? ... continua.
↑2018.04.30 <sole24h> nel bicentenario di Karl Marx, l’aspetto che più dura come intuizioni vitale sarebbe quello sulla alienazione (1844, “sentieri interrotti”; confronto serrato con l’economia politica dei classici come Smith e Ricardo). Invece sembrano erosi i pilastri su cui si ergeva l’edificio incompiuto del Capitale con la teoria del valore, come aveva previsto già Vilfredo Pareto. Così come risulta arduo rivalutare il Marx politico, la sua fiducia nella rivoluzione, la sua disinvoltura – che va ben oltre quella di Hegel – nel considerare la violenza come la «levatrice della storia».
↑2018.03.13 <micromega> Svizzera, in giugno un referendum per la MONETA piena legale: solo la Banca centrale nazionale possa emettere moneta, non le banche commerciali creandola dal nulla. [CzzC: data la secolare tradizione di democrazia, di responsabilità e oculatezza della pubblica amministrazione svizzera, lì forse l’esperimento potrebbe anche funzionare ...]
↑2017.12.10 Il capitale odia il presepe? Sì secondo <d.fusaro> per la “sdivinizzazione” (Heidegger) prodotta dal nichilismo del capitale, che non accetta simboli di trascendenza e riconfigura il Natale come sacro giorno di celebrazione del consumo, nuova religione di quello che Pasolini chiamava l’edonismo neolaico. [CzzC: sni: non è peculiarità del capitale quanto suddetto, c’è anche un capitale non avverso alla trascendenza e alla dignità dei più deboli, i cui peggiori nemici (è pur vero) sono solitamente devoti della dea pecunia, ma ... continua ]
↑2017.10.29 <Riccardo> Ruggeri: il ceo capitalism cinese è molto più avanti del nostro. Le aziende strategiche devono essere dei monopoli di fatto, governate da poche “piattaforme di sistema” rette da Ceo-gerarchi: un solo partito, un solo timoniere, sei membri pari grado, nessun vice, nessun ruolo alla Magistratura. Noi occidentali ci dibattiamo ancora con problemi di governance del nostro modello (ad es con le Big Four o come far pagare le tasse) ... la mia nipotina studia il cinese.
↑2017.07.25 <tempi>: il capitalismo ci preferisce infantili, capricciosi e precari, consumatori senza identità e senza spessore, in balìa di desideri, come Pinocchio nel Paese dei Balocchi
↑2016.08.27 <stampa>: Marchionne: «Non possiamo demandare al funzionamento dei mercati la creazione di una società equa» perché «non hanno coscienza, non hanno morale, non sanno distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è ... L’efficienza non è e non può essere l’unico elemento che regola la vita. C’è un limite oltre il quale il profitto diventa avidità e chi opera nel libero mercato ha il dovere di fare i conti con la propria coscienza». [CzzC: detto da lui, fa scena, ma è da secoli che ciò dice la DsC; aggiungo che tale dovere sarebbe ancora più cogente per chi, eletto a governare, ha il potere di regolare le leggi di mercato]
↑2015.09.21 <sole24h>: Il ritorno degli anticapitalisti: Jeremy Corbyn in Inghilterra, Bernie Sanders negli Stati Uniti, Podemos in Spagna, Syriza in Grecia rileggono Karl Marx e sognano un nuovo ordine economico mondiale. Vedi riflessione di Alberto Mingardi sul saggio del giornalista Paul Mason, PostCapitalism: A Guide to Our Future: «Come buona parte degli intellettuali occidentali, Mason ha deciso che il capitalismo è un cancro che stritola il pianeta».
↑2015.07.09 h20:14 <nn121> mi gira una email di Cattonerd con un ironico foto-accostamento: la foto del Crocifisso con falce e martello donato a Fr1 da Morales è accostata alla foto di don Camillo in Russia: osservo che manca nella foto col Papa la stella a 5 punte, e la differenza non è di poco conto, visto il tanto male fisico ad inermi inferto dai tifosi di quelle stelle, mentre il martello servì nobilmente al Gesù falegname, che citò egregiamente la falce nelle parabole della mietitura. Senza contare che il socialismo non inquinato dai suddetti tifosi è correlato a Cristo e alla dottrina sociale della Chiesa, aborrita dal cinico capitalismo sfruttatore e stramatore dei più deboli.
↑2015.04.15 Alain de Benoist: <intelligonews>: "Il gender è figlio del capitalismo liberale":il grande inganno consiste nel far passare come sensibilizzazione alla democrazia, alla tolleranza, quella che è in realtà la cancellazione di ogni legame e di ogni identità culturale, storica, religiosa, familiare e sessuale. E' la rottura (democrazia contro natura), e il pensiero gender ne costituisce solo un'ultima declinazione
↑2014.03.07 Traggo da <Il Mondo> la popenomics di Fr1: Attualmente, ammonisce Papa Francesco I, il capitale non viene impiegato per produrre beni nell'interesse comune, un processo a medio e a lungo termine, ma per realizzare istantaneamente il massimo profitto soltanto per chi di esso dispone, ossia per giocare in Borsa o acquistare e smembrare imprese e via di seguito. Il denaro, pertanto, non crea ricchezza reale né la distribuisce gradualmente, una delle forme più elementari di solidarietà sociale, ma confluisce in sempre meno mani. Un sistema che divide, non unisce le famiglie e le imprese ... Questo sistema, prosegue il Papa, non solo contravviene ai principi morali che portano all'ascesa umana, la rende anche insostenibile in termini economici. Quando l'individualismo, la competizione, il ricorso a qualsiasi mezzo per raggiungere il proprio fine non lasciano più spazio alla dignità dei deboli, al loro welfare o peggio alla loro sopravvivenza, una società è destinata a crollare spiritualmente materialmente e culturalmente. Il denaro, idolatrato come un dio in nome di una libertà personale che in realtà è una violazione dei diritti altrui: continua
↑2014.mm.gg - Mi sovvien di quel mio direttore di banca che in riunione funzionari sbottò «non crederete mica che la migliore finanza sia nata in ambiente cattolico come le Casse Rurali? E' nata in ambiente calvinista».
- Mi sovvien di quell'istruttore in un corso di formazione manageriale che teorizzava essere freno dello sviluppo l'interrogarsi con i «PERCHÈ» invece che concentrarsi su «COME» funziona.
↑2011.01.09 traggo da http://www.cesnur.org/2010/mi-ethos.html omissis … Weber precisa invece che «i programmi di riforma etica non hanno mai rappresentato il punto di vista centrale per nessuno dei Riformatori» e che «gli effetti culturali della Riforma furono in buona parte – anzi, per i nostri punti di vista specifici, in prevalenza – conseguenze impreviste o addirittura non volute del lavoro dei Riformatori, spesso lontane o addirittura contrastanti rispetto a ciò che essi vagheggiavano» In secondo luogo, Weber non sostiene affatto che quanto chiama «spirito capitalistico» sia «soltanto […] emanazione di determinate influenze della Riforma», e meno ancora «un prodotto della Riforma». Weber sa bene che questa tesi, che definisce «scioccamente dottrinaria», cadrebbe di fronte alla semplice osservazione storica secondo cui «certe forme importanti di impresa commerciale capitalistica sono notoriamente assai più antiche della Riforma». Era questa la principale obiezione al recepimento di una vulgata weberiana in Italia – dove i cittadini di Firenze e di Prato, per esempio, non avevano atteso Giovanni Calvino (1509-1564) per dare prova di spirito capitalistico – formulata in un’importante opera di Amintore Fanfani (1908-1999), che ebbe a suo tempo vasta risonanza e che vale sempre la pena di rileggere, insieme del resto ai riferimenti critici alla tesi di Weber nelle opere del sociologo tedesco Werner Sombart (1863-1941).
Weber, dunque, non pensa affatto che il protestantesimo abbia creato il capitalismo. Si limita a trasporre il concetto di affinità elettive di Johann Wolfgang von Goethe (1749-1832) dalla psicologia letteraria alla sociologia, affermando che ci sono delle affinità di questo genere fra un certo protestantesimo e il prevalere del capitalismo su altre forme di produzione e di economia, che è appunto cosa diversa dalla nascita del capitalismo. Inoltre – ma non si tratta di un punto secondario – Weber non sostiene neppure che tutto il protestantesimo si sia trovato in una situazione di «affinità elettiva» rispetto allo «spirito del capitalismo». Il sociologo tedesco tende anzi a escludere da queste affinità Martin Lutero (1483-1546) e tutto il protestantesimo della prima generazione. Per lui è piuttosto un protestantesimo di seconda generazione, che chiama «protestantesimo ascetico», ad avere favorito il successo dello spirito capitalista moderno. Nel «protestantesimo ascetico» Weber rubrica «il calvinismo» (ma «nella forma che esso ha assunto nelle principali regioni dell’Europa occidentale in cui è dominante, particolarmente nel corso del secolo XVII», quindi il calvinismo dopo Calvino), «il pietismo», il «metodismo» e quelle che chiama «sette sorte dal movimento battistico».
Non è questa la sede per indagare se – sul terreno della storia e della sociologia delle religioni – la tesi di Weber sia interamente corretta. Per esempio. all’interno del protestantesimo il metodismo, in tema di predestinazione, adotta in genere posizioni teologiche contrapposte a quelle calviniste. Gli storici hanno sottolineato in particolare l’influenza su Weber del teologo di Berna Matthias Schneckenburger (1804-1848), i cui saggi – popolari nel secolo XIX – sono oggi considerati come superati. Giova però osservare che il protestantesimo che Weber chiama «ascetico» – il solo, fra i molti protestantesimi, che Weber colleghi davvero al capitalismo – ha avuto certamente un ruolo dominante, in certi periodi storici, in Olanda, in Inghilterra e negli Stati Uniti d’America. Ma in altri Paesi europei il protestantesimo dominante è rimasto quello di tipo luterano o proto-calvinista diverso, come si è accennato, dal calvinismo dopo Calvino di marca presbiteriana e puritana. Quando si confronta lo sviluppo di questi Paesi – la Germania , la Scandinavia , molte regioni della Svizzera – con quello dell’Italia, invocare l’autorità di Weber significa, semplicemente, non aver letto il suo testo. L’etica protestante di cui parla Weber certamente non è il protestantesimo di Lutero e della Scandinavia luterana, e neppure, in senso stretto, il calvinismo delle origini e della tradizione ginevrina.
In ogni caso sul Weber reale ha prevalso – secondo un processo che peraltro forse non avrebbe sorpreso il sociologo tedesco – un Weber ideale e mitologico, volgarizzato a uso e consumo del partito anti-italiano. Per questo partito «fatta l’Italia» non si trattava soltanto di «fare gli italiani» – secondo l’espressione attribuita a Massimo d’Azeglio (1798-1866) –: occorreva piuttosto fare l’Italia contro gli italiani, disfare il tradizionale ethos italiano radicato nel cattolicesimo per costruire un ethos nuovo, progettato a tavolino, modellato sulle presunte caratteristiche delle più avanzate nazioni protestanti europee. E, dal momento che lo spirito protestante, ritenuto superiore, era collegato a un forte senso dello Stato centrale, mentre si considerava l’ethos cattolico dell’Italia come radicato nelle sue cento culture locali e localistiche, il partito anti-italiano era, nello stesso tempo, un partito centralista che guardava con sospetto a ogni ipotesi di federalismo e anche di semplice decentramento. Da questo punto di vista il modello di modernizzazione del partito anti-italiano era quello della Rivoluzione francese, e non quello – molto diverso – della Rivoluzione americana. Una differenza fra i due modelli – oltre, naturalmente, al diverso atteggiamento nei confronti della religione – sta appunto nel ruolo cruciale svolto in Francia dal centralismo, cui si collega il richiamo a una libertà astratta e illuministica, e negli Stati Uniti d’America invece dal federalismo e da un autentico culto delle libertà pratiche e concrete.
↑2011.01.09 In che senso il capitalismo ha origini PROTESTANTI? Weber nega che quanto chiama «spirito capitalistico» sia «un prodotto della Riforma». ... «certe forme importanti di impresa commerciale capitalistica sono notoriamente assai più antiche della Riforma». Weber afferma piuttosto che «ci sono delle affinità fra un certo protestantesimo e il prevalere del capitalismo su altre forme di produzione e di economia», escludendo Lutero e i primi protestanti da questa affinità. Quel certo tipo di protestantesimo per Weber sarebbe quello «ascetico», e precisamente il calvinismo del dopo Calvino di marca presbiteriana, il «metodismo» e quelle che chiama «sette sorte dal movimento battistico». [CzzC: udii un direttore di Banca dire ai suoi funzionari «non crederete mica che la vera finanza sia nata in ambiente come il nostro dove sono nate le Casse rurali? E' nata in ambiente calvinista».]
↑2010.12.24 <yt♫> Prof. Massimo Cacciari: Il capitalismo tra etica cattolica ed etica calvinista. Annoto il commento di Lucio Garofalo: nel suo celebre saggio "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo" Max Weber identificò nel lavoro quale valore in sé, l'essenza stessa e lo spirito originario del capitalismo, da ricondurre all'etica protestante, nella fattispecie all'etica calvinista del lavoro ... La mentalità calvinista costituì un fattore culturale insito e diffuso che svolse una funzione quasi propedeutica alla formazione della mentalità capitalistica, ovvero della razionalità di matrice economica ed utilitaristica.
↑2006.02.15 ~dataCirca <academia.edu> Max Weber aveva torto. Massimo Introvigne fa una recensione di The Victory of Reason di Rodney Stark. Non è vero che il capitalismo sia nato nel mondo protestante per modernizzare la vecchia e polverosa Europa cattolica, è tesi abbandonata da storici e sociologi dell’economia. A parte che Weber attribuiva l’invenzione dell’economia moderna alla seconda generazione, battista e metodista, del protestantesimo - non già alla prima, luterana - Rodney Stark dimostra che il capitalismo era già fiorente secoli prima della sua presunta nascita: il cattolicesimo è alle origini non solo del capitalismo, ma anche della scienza e della nozione di libertà personale - senza le quali il capitalismo non sarebbe mai sorto – e dall’altra che, semmai, il protestantesimo ha danneggiato l’economia moderna nascente e ne ha ritardato il progresso.<wikipedia> Max Weber 1864-1920 fu sociologo, filosofo, economista, storico tedesco; con la sua opera L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, Weber studiò la sociologia della religione, sostenendo che la religione fosse una delle ragioni per cui le culture dell'Occidente e dell'Oriente si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del Protestantesimo ascetico che portarono allo sviluppo del capitalismo, della burocrazia e dello Stato razionale e legale nei paesi in primo luogo europei].
↑1999.08.21 Leggo da A. Cazzullo, Stampa, pag.20: notevoli erano le potenzialità di ascensione sociale dei nostri giovani negli Anni Cinquanta e Sessanta, pur con minore scolarizzazione, mentre oggi è il capitalismo a determinare tutto, sia dove la mobilità sociale è elevata, sia dove la difesa ad oltranza dei privilegi di vecchie consorterie tiene bloccato l’ascensore sociale che permetterebbe il ricambio.