La pulizia etnica dei Greci del Ponto operata dai Turchi e negata

Dopo il  massacro degli Armeni, nel giro di pochi anni, tra il 1916 e il 1923, partì la persecuzione anche contro la nobile comunità greca del Mar Nero: dei 700.000 cristiani ortodossi del Ponto ne sopravvissero meno della metà, costretti a raggiungere la Grecia per non finire macellati.

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↑2016.05.17 <Avvenire> il dramma rimosso dei Greci del Ponto: orrore di una delle prime pulizie etniche del Novecento: dopo il  massacro degli Armeni, nel giro di pochi anni, tra il 1916 e il 1923, anche la nobile comunità greca del Mar Nero fu cancellata per sempre dalla storia. Dei settecentomila cristiani ortodossi del Ponto che vivevano all’inizio della persecuzione, ne sopravvissero meno della metà, costretti a raggiungere la Grecia per non finire macellati.

Una parte sconfinò in Russia, dove a tragedia si aggiunse tragedia: in piena epoca del terrore staliniano, nel 1937: sopravvissero in pochi. La Turchia sottopose la popolazione greca, donne, vecchi e bambini compresi, a spaventose marce forzate invernali. Racconta infatti Tatsos: «I deportati venivano condotti in un bagno turco, con la scusa di ripulire i loro corpi e i loro vestiti per motivi d’igiene, ma dopo un bagno bollente, venivano costretti a restare all’aperto svestiti ed esposti alle rigide temperature invernali; la decimazione funzionava a meraviglia».