Rivista COMMUNIO più rispettosa della tradizione rispetto alla CONCILIUM

Communio fu fondata nel 1972 da Joseph Ratzinger, Louis Bouyer, Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac, Walter Kasper, Jean-Luc Marion.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 20/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: ermeneutiche del CV2°

 

2023.08.13 leggo da fb che padre Louis Bouyer avrebbe detto: il cattolico degli anni 30 e 40 si proponeva la conquista; dopo la guerra ha ripiegato sulla testimonianza; con i preti operai ha tentato la presenza; dopo il CV2° ha scoperto il dialogo; poi ha cominciato a dire che voleva limitarsi ad accompagnare e adesso teorizza la necessità dell'assenza, così il cerchio serio si è chiuso finendo nel nulla. [CzzC: non son certo che siano parole integrali di Louis Bouyer, ma suppongo che egli capisse bene i rischi dell'ermeneutica di rottura, anche perché prima di divenire cattolico era stato ministro luterano, e nel 1972 fu tra i fondatori della rivista Communio; ritengo che oggi incombano più di allora i rischi della nostra protestantizzazione; leggo SettimanaNews (exRegno) illuminare il Schillebeeckx di Concilium e decantare la riabilitazione del teologo Andrés Torres Queiruga per «riformulare e ripensare la fede nel paradigma della modernità»]

 

↑2022.07.01 <ilmantellodellagiustizia> Era il febbraio del 1970 quando su Le Monde – notizia nascosta tra ben altre notizie - comparve un articolo in cui si leggeva di un incontro a Parigi tra tre teologi di rilevanza assoluta (Hans Urs von Balthasar, Henri de Lubac e Joseph Ratzinger), che avevano manifestato l’idea di fondare una nuova rivista. La notizia proseguiva dicendo che quel progetto sembrava essersi arenato. Era il 1972, cinquanta anni fa, quando quel progetto alla fine prese corpo e nacque Communio, rivista internazionale di teologia, che già nel nome porta iscritta un’ispirazione e un desiderio: di unità, di condivisione, di partecipazione

 

↑1986.03.22 <cooperatores-veritatis> lectio sul tema “Teologia e Chiesa” tenuta dal cardinale Joseph Ratzinger a Brescia, durante un incontro organizzato dalla redazione italiana della rivista cattolica internazionale “Communio”. Non si può separare la pastorale dalla dottrina. Non c’è teologia senza fede e conversione. Fa riferimento al bassorilievo enigmatico dei tre animali (cagnolino copra leone che sbrana agnello) datato 1158 nella cattedrale romanica della cittadina pugliese di Troia: il leone non simboleggia forse la tentazione storica della teologia, di rendersi padrona della fede? Non simboleggia per caso quella violentia rationis, quella ragione dispotica e violenta che un secolo più tardi Bonaventura avrebbe denunciato come forma spuria del pensiero teologico?