PLURALISMO DELLE VIE DI SALVEZZA: ammettere pluralismo di culture e di vie di salvezza dovrebbe essere diverso dal …

… dal sublimare il RELATIVISMO, l'indifferentismo, il liberalismo religioso. Ma sovente ci si confonde.

Per me salvezza è verità e significato della vita” incontrata seguendo Cristo (Dio incarnato morto e risorto, un avvenimento, non una metafora) in compagnia di cammino guidato da un responsabile del depositum fidei, con tutto il rispetto per altri cammini intentati al bene comune. Credo che sia solo quello cattolico il cammino di salvezza per tutti gli uomini? Non credo che abbia ragione certa teologia contemporanea - non solo gesuitica (Rahner e Dupuis) - che sostiene il pluralismo delle vie di salvezza e la teoria del «cristianesimo anonimo» rigettando l’Extra Ecclesiam nulla salus? Non ho competenza sufficiente per dotte dispute filosofico - teologiche, ma, nella mia povertà, colgo ... CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 20/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Il senso religioso; il cuore dell’uomo; salvezza senza Resurrezione? Giustificazione; L3L7 della cultura dominante

 

 

2024.08.07 All’Arcivescovo di Torino, Roberto Ropele, per il suo articolo <yt♫> "Riflessioni sulla Chiesa del futuro" e in particolare per la frase «Io sono cristiano perché credo fermissimamente ciò che dice Pietro nel libro degli Atti: che non c’è nessun altro nome in cui c'è salvezza, se non Gesù Cristo. Chiedo perdono, ma per meno di questo io non riuscirei a essere cristiano», replica su la <stampa> Vito Mancuso: «Caro Repole, sbagli: la nostra Salvezza non si trova solo in Gesù Cristo … meno cristianesimo, più spiritualità». [CzzC: io non mi sarei espresso come Ropele,

- sia perché non mi piacciono le sentenze col tutti/nessuno, sempre/mai, salvo che in matematica

- sia perché dovremmo tener conto del contesto uditivo anche per parlare di quelle che riteniamo certezze: potrebbe essere opportuno usare termini diversi da quelli con cui le pensiamo.

Se ricordassimo come il Ropele si sia talvolta smarcato da B16°, potremmo non sorprenderci che offra un assist vincente (speriamo involontariamente) al Mancuso &c: quest’ultimo mi fa ricordare un suo fan catechista che nel CPP professava di auspicare quel giorno in cui non serva più dirsi cristiani; qualche anno dopo quel fan fu uno dei laceratori. Peraltro la linea Mancuso &c potrebbe venire valorizzata come profetica dalla rivoluzione teologica].

 

↑2024.02.25 Dobbiamo usare ATTESA (pazienza) con gli imMATURI, stante il PROFETICO RELATIVISMO CONTINENTALE sublimato da Padre Antonio Spadaro stamane in <FinestraSuSanPietro da 1’:30” mp3>: la benedizione prevista dalla Fiducia Supplicans non è un certificato di buona condotta, la si può chiedere a prescindere, come richiesta di aiuto, e sarebbe un errore rifiutarla [CzzC: anche a prescindere dalla innominata contrizione-pentimento, sottinteso];  … c’è bisogno di GRADUALITÀ, di ATTESA, di MATURAZIONE, … quanto sembra normale per il vescovo di un CONTINENTE può risultare strano, quasi uno scandalo, per il vescovo di un altro continente [CzzC: qui il pluralismo è detto come eufemismo per non chiamarlo relativismo continentale? Passi per la gradualità sinonimo di rana bollita, ma mi sentirei offeso da chi mi alludesse imMATURO se fossi un vescovo del continente africano. Rivoluzione teologica in progress? Continua qui con keys anche sinodo del 2015]

 

2024.02.04 Alvin Plantinga è noto come uno dei principali filosofi cristiani, specializzato in epistemologia e metafisica, rinomato anche per la sua opera nel campo della filosofia della religione e dell'apologetica cristiana tramite i metodi di filosofia analitica: vedi come nel suo libro Warranted Christian Belief (Oxford, 2000) approfondisce la questione della ragionevolezza della fede cristiana.

<fb> In quest’altro libro, Knowledge and Christian belief presenta le stesse idee in modo più breve: sostiene che le critiche di atei famosi come Richard Dawkins, Daniel Dennett, Sam Harris e Christopher Hitchens non sarebbero del tutto fondate; affronta anche diversi potenziali "defeater” del credo cristiano - il pluralismo, la scienza, il male e la sofferenza - e mostra come essi non riescano a sconfiggere con successo la ragionevolezza del credo cristiano.

 

↑2019.11.28 <amvalli.h> Michael J. Matt, direttore di The Remnant Newspaper, chiede a Fr1: la stampa mondiale ha recepito dal sinodo Amazzonia e diffonde l’impressione che tu, Santo Padre, abbia rinnegato l’insegnamento secondo cui la Chiesa è l’unico mezzo di salvezza, e che potresti non credere che esista l’inferno e che non è certo che tu creda che Gesù Cristo fosse Dio mentre era qui sulla terra ... [CzzC: non tutta la stampa, ma buona parte sì; basterebbe poco dall’alto per ridurre confusione, togliere dubbi ed equivocabilità]

 

↑2019.10.12 <tempi> Chi era il cardinale Newman, il santo della coscienza. La vita, la conversione e le diatribe (anche coi cattolici) del cardinal Newman. E la sua fiera opposizione al «liberalismo religioso». Domani la canonizzazione <avvenire> «Il cardinale John Henry Newman è sicuramente un profeta dei nostri tempi. ...»

 

↑2019.05.04 da NC ricevo un messaggio con oggetto "un modo per credere senza fede" e allegato un articolo "che circola a Lugano" dal titolo "Ma può esistere una spiritualità atea?" di André Comte-Sponville che dialoga con il teologo Pablo d’Ors sul tema della fede e della religione uscito sul #5 di Vita e Pensiero: «non credo in alcun Dio ... ma sono fedele ... », articolo già commentato ad es da <La Stampa 2018.11.14> titolando "a chi non ha fede resta la fedeltà"; mentre lo stesso Pablo d'Ors ha precisato su <OssRom2018.11.21>, distinguendo tra religione e spiritualità; [CzzC: io inviterei a comprendere il senso religioso con ragionevolezza; la mia fede è un grazie a Dio che si rivela come fatto accaduto e presente, cui la natura del cuore dell'uomo è originariamente aperta; il che cercando dialogo e collaborazione con tutti gli uomini di buona volontà, compreso il suddetto ateo che «si differenzia dai cristiani solo perché che per me la storia si arresta al Calvario, invece per i cristiani la storia continua tre giorni in più fino alla Resurrezione»; collaborazione anche con quelli che postulano un'etica senza trascendenza e il pluralismo delle vie di salvezza, persecuzioni permettendo].

 

↑2016.11.21 <tempi>: «Oggi i cristiani cos’hanno da dire a questo mondo barbaro e che sarà travolto da altri barbari?». Il libro di mons Luigi Negri, “Il cammino della Chiesa”, ripercorre la storia della Chiesa per rispondere alle sfide del presente: «la varietà delle culture (pluralismo) sta scomparendo, sostituita da una forma di pensiero unico dominante (additata con insistenza da FR1): prevale l’egoismo individuale e una volontà di eliminazione della tradizione cattolica, attraverso la demolizione di una morale naturale con una forma di reattività istintiva e umorale chiamata “capacità di scelta»

 

↑2016.04.04 inizio questa pagina generandola mentre commento la “Centralità della misericordia: Benedetto loda Francescoaccennando anche alla giustizia divina, penitenza/conversione, dottrina della giustificazione, pluralismo delle vie di salvezza

 <news.va>: La fede cristiana non è un’idea ma la vita dice Benedetto XVI.

 

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SEGUITO DEL SOMMARIO

Non ho competenza sufficiente per dotte dispute filosofico - teologiche, ma, nella mia povertà, colgo ...

- colgo la certezza che anche prima del CV2° la Chiesa non escludeva alcuno dalla misericordia di Dio: anche il Concilio di Trento insegnò l'antica dottrina - risalente ai tempi di Sant'Ambrogio - del «battesimo di desiderio» secondo la quale chiunque, nel suo autentico indirizzo morale, sia orientato positivamente verso Dio è una persona «giustificata», anche se non ha ancora ricevuto il battesimo; oggi aggiungerei che non possiamo escludere dalla salvifica misericordia di Dio nemmeno un ateo o un agnostico; qualche dubbio avrei per chi perseguitasse inermi credenti o non credenti per i suoi fini di prevaricazione, ma anche qui, lascerei a Dio l’ultima parola in termini di misericordia e giustizia, sia per l’ultimo istante della vita del peccatore sia per il resto dell’eternità;

- colgo l’evidenza che una fede nel relativismo, nell’indifferentismo dei cammini, può essere utile agli studiosi ponderatori dei cammini di salvezza, ma la salvezza cristiana è un’esperienza di vita liberamente coinvolgente in comunità guidata al destino, non una teoria-ideologia: ricordo ad esempio come Benedetto XVI metta in evidenza che «La fede cristiana non è un’idea, ma una vita»; possiamo collaborare con identità e cammini diversi, credenti o atei di buona volontà, ma presumo che possa essere solo tattico, non vitale “il non sentirsi superiori agli altri” (amo mia moglie anche se non la esibisco superiore alle altre; la fermezza nella fede e nell'amore implica anche accettare le correzioni fraterne; ma povero me e loro se la mia preoccupazione primaria fosse quella di convincere mia moglie e i miei figli che non sono superiori ad altri, anziché quella di vivere una pienezza di senso della vita nella buona e nella cattiva sorte);

- colgo l’evidenza di libertà liberante di questa esperienza, che tanto mi aiuta a fare il bene mio e del prossimo, quanto mi lascia libero di abiurare e di scegliere un altro cammino e non solo per il rispetto dell’art.18 della nostra dichiarazione universale dei diritti umani (negletto da quella islamista), ma per un concetto di dignità della persona umana che ne esalta la libertà e la proattività al bene comune, il che vedo più difficilmente configurato altrove, e mi scusi il segretario del locale dialogo interreligioso se nella fattispecie mi sento meglio aiutato dalla Chiesa cattolica che da altri;

- coltivo la serenità di lasciare ai suddetti studiosi il compito di ponderare quale dei vari cammini di salvezza sia più efficace per il bene comune, e, se riuscirà a dimostrare anche a me che un altro è migliore del mio al riguardo, inciterò amici e parenti a valutarne seriamente le argomentazioni e a trarne liberamente le conseguenze; nel frattempo sono pronto ad attingere anche da altri cammini best practices per il bene comune e per il dialogo proattivo senza menare il can per l’aia, però, stante l’urgenza delle priorità;

noto la menzogna e l’inganno sottesi ai trucchi dialettici di certi sostenitori dell’indifferentismo in parola, i quali, per parare lo sbilanciamento indotto nella suddetta ponderazione da ferali evidenze (ad es. intollerante induismo, terrorismo jihadista), e per evitare di ammettere che esse derivano proprio dalla negazione della libertà di abiurare e di esprimere opinioni diverse nonché da foraggiati maestri di odio

  - incolpano i cristiani delle persecuzioni subite perché «I primi a scatenare l’odio religioso siamo stati noi cristiani ... quella tra una religione vera e tutte le altre false è una distinzione brevettata da noi cristiani. Oggi spesso proprio i cristiani ne pagano le conseguenze ma tutto era partito, scorrendo la storia, proprio da noi»,

  - oppure negano che una certa religione abbia imposto la conversione con la spada: ma questo non è - vero perché i musulmani, quando conquistavano, imponevano una tassa ai non musulmani: allora gli arabi scoraggiavano le conversioni, perché altrimenti non prendevano le tasse [mp3].

Ai posteri l’ardua sentenza; ma nella mia vita ha raccolto abbastanza evidenze empiriche e logiche dal farmi insegnare l’esperienza di fede che vivo a chi mi è affidato in responsabilità e in relazione di bene, fin che vigerà il rispetto dell’art.26.3, con la certezza di insegnare il meglio per il bene, a partire dal credo che Gesù è figlio di Dio, morto e risorto, come avvenimento non come metafora, ancorché mi si accusi che, ciò credendo, ipso facto metterei su un piano inferiore chi si riferisse a profeti non sedicenti Dio: mi spiace per loro, ma spero che non mi perseguitino per tale radicalità di credo in Cristo-Dio, vissuto nel cammino guidato dal Magistero petrino, visto che, per quanto riguarda noi cristiani di oggi (abbiamo chiesto perdono per trascorsi errori al riguardo) i non cristiani sono nella massima libertà di credere diversamente e mai li tratteremmo da infedeli meritevoli di meno amore e misericordia dei miei confratelli di fede, anzi, sappiano che Gesù ci porta ad amare perfino i nemici, a fare il bene anche a quelli che ci odiano, ancorché Nietzsche e tanti suoi tifosi ritengano idiozie questi insegnamenti.