La religione del CARPE DIEM: OSCAR WILDE 1854-1900: i piaceri del mondo saziano l'animo umano?

Condannato a due anni di prigione per "gross indecency" come era definita a quel tempo l'omosessualità; uomo del CARPE DIEM, ma con rimorso e insoddisfazione.

<wikipedia>: sono spesso citati i suoi aforismi e paradossi; fu processato e condannato a due anni di prigione per "gross indecency" come era definita a quel tempo l'omosessualità. Dalla madre ereditò il vezzo del nascondere la verità (ad esempio della sua età; cambiare nome, cambiare firma ...); meno imparò dalla figura negativa del padre che, quando lui aveva 8 anni, fu condannato per stupro di una 19enne; alcolizzato.

Chesterton di Oscar Wilde scrive: "La stessa lezione (di chi cerca pessimisticamente il piacere fine a se stesso) viene dalla desolata filosofia di Oscar Wilde. È la religione del carpe diem, che non è la religione della gente felice, ma delle persone estremamente infelici. La gioia non coglie i boccioli di rosa mentre ancora può farlo; i suoi occhi fissano la rosa immortale che vide Dante".

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 16/03/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: domanda di verità e di significato sulla propria esistenza; fede e ragione

 

2019.12.17 <mediterr> presso l’Oratorio di San Filippo Neri (BO), nell’ambito della consueta “Lettura Dossetti 2019” organizzata dalla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII (Fscire), il filosofo Salvatore Natoli tiene lectio magistralis “Il fine della politica nella fine della politica”. Dopo la “fine delle ideologie” il futuro resta comunque ineliminabile: per operare sensatamente per esso è necessario assumere una misura. Quale? Le generazioni. Non l’umanità, nozione astratta, ma i venturi. La generazione presente è vincolata a preservare il futuro per loro e, magari, a lasciare un mondo migliore di quand’essa vi è entrata. Se si può dire, dall’utopia all’eutopia. [CzzC: come se fosse Natoli il primo a preoccuparsi dei venturi anziché del carpe diem, e non, ad esempio, la Chiesa da 2000 anni pro persona e famiglia rispetto agli statalisti pro individui e quella finanza cinica che a Bologna premiò Soros: perché nessun accenno di autocritica, caro Natoli, per il latrocinio generazionale? Eppure fu montato spiccatamente nel ventennio di massima impennata del debito pubblico con massima scalata politica dei compagni di ideologia, con i vari dossettiani, rosati, Melloni &C qui oggi ad ospitare e a sublimare il magister. O sbaglio?]

 

2018.mm.gg in Eretici, parlando di Oscar Wilde, Chesterton scrive: "La stessa lezione (di chi cerca pessimisticamente il piacere fine a se stesso) viene dalla desolata filosofia di Oscar Wilde. È la religione del carpe diem, che non è la religione della gente felice, ma delle persone estremamente infelici. La gioia non coglie i boccioli di rosa mentre ancora può farlo; i suoi occhi fissano la rosa immortale che vide Dante". Lo scontro tra bene e male diventa in Chesterton uno scontro anche tra ottimismo laico e ottimismo cristiano. Così infatti scrive in Ortodossia (1908): "Tutto l'ottimismo di quest'epoca è stato falso e scoraggiante, per questa ragione: che ha sempre cercato di provare che noi siamo fatti per il mondo. L'ottimismo cristiano invece è basato sul fatto che noi non siamo fatti per il mondo". Una delle teorie di Shaw che Chesterton non poteva accettare fu quella del Superuomo (pelagianesimo?).

 

↑2015.12.02 <libertà&persona>: non approvava “lo sfrenato libertinaggio del genitore. E non è escluso che proprio per reazione agli eccessi paterni, egli abbia concepito sin dall’adolescenza una sorta di riluttanza a stabilire rapporti impegnativi con le donne”, Si sposerà, amerà sua moglie, ma ... alternando i rimorsi e il desiderio di tornare da lei, all’insicurezza e alla mutevolezza, ai rapporti fuggevoli e molteplici con donne, uomini e ragazzini, a uso prolungato di alcool. Si fa dare il Vangelo, gli scritti dei cardinali inglesi Newman ... e progetta di scrivere, una volta fuori dal carcere, qualcosa su san Francesco, quasi a riparazione del suo “perseguimento selvaggio del piacere che inaridisce il corpo e lo spirito”.

Come per Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e Huysmans (il cui romanzo Controcorrente è considerata la “bibbia dell’estetismo” e che poi diventerà oblato benedettino), passati tutti, chi più chi meno, da un forte rapporto con la fede religiosa, anche Wilde non può essere compreso se non riandando alla sua domanda: sono i piaceri del mondo, i “frutti terrestri, a saziare la fame dell’uomo, oppure la nostra “inquietudine”, per citare Agostino, è saziata solo dall’incontro con Dio? continua

 

↑2015.mm.gg Tra gli aforismi di Oscar Wilde segnalo questo: «La Bellezza è l'unica cosa contro cui la forza del tempo sia vana. Le filosofie si disgregano come la sabbia, le credenze si succedono l'una sull'altra, ma ciò che è bello è una gioia per tutte le stagioni, ed un possesso per tutta l'eternità.».