Potenza della MASSONERIA AFRICANA, ispirata soprattutto da quella francese
Mentre in Senegal gli intellettuali musulmani discutono sulla possibilità di conciliare l’islam con la massoneria, in Nigeria si assiste all’emergere di una massoneria etnica; molti leader politici africani, defunti e viventi, sono o sono stati legati alla massoneria; solo in Liberia si sono succeduti 17 presidenti massoni, di cui 5 gran maestri; qualche leader filo lumi commise crimini a non finire.
<avvenire 18/12/2014>: lo studio attento della politica ed dell’economia africana non può prescindere dall’influenza della massoneria (soprattutto francese), anello di congiunzione tra colonialismo e neocolonialismo... Un esempio emblematico sarebbe l’ex presidente burkinabé Blaise Compaoré, deposto a furor di popolo. Iniziato al Grande Oriente di Francia (Godf) ebbe come sponsor, quando venne rovesciato il suo predecessore, il carismatico Thomas Sankara, l’allora presidente francese François Mitterrand, anche lui massone del Godf.
Proprio in quegli anni, i collegamenti tra il regime di Ouagadougou e Parigi erano mantenuti grazie a personaggi come il socialista Guy Penne, per conto di Mitterrand, dal 1981 al 1986 e poi, a partire dal 1995, dal gollista Fernand Wibaux, per conto di Jacques Chirac. Entrambi, membri di spicco del Godf, hanno rivestito la carica di consiglieri presidenziali per gli affari africani dell’Eliseo. E allora non sorprende se Compaoré, nonostante abbia commesso crimini a non finire nei suoi 27 anni di potere assoluto, sia stato accolto a Yamoussoukro, in Costa D’Avorio, dal presidente massone Alassane Ouattara. ... Lo scenario massonico africano, comunque, è ancora oggi influenzato dalle ex potenze coloniali. Ad esempio, la Grande Loggia nazionale del Gabon e la Grande Loggia nazionale malgascia sono collegate alla Glnf. Mentre il Gran Rito Equatoriale gabonese (Gre), i Grandi Orienti e le Logge Unite del Camerun (Goluc), i Grandi Orienti e le Logge Associate del Congo (Golac) e il Grande Rito malgascio sono affiliati al Godf. Una cosa è certa: molti leader politici africani, defunti e viventi, sono o sono stati legati alla massoneria. Basti pensare al defunto gabonese Omar Bongo (gran maestro della Grande Loggia Simbolica) o a suo figlio, il presidente Ali Bongo, per non parlare del ciadiano Idriss Déby o dell’ex-presidente congolese Pascal Lissouba. Anche l’ex presidente centrafricano François Bozizé (costretto all’esilio) è un massone, pare iniziato dal suo omologo congolese Denis Sassou Nguesso, per accedere nella potentissima Glnf.
Nel complesso, possiamo dire che attualmente in Africa la galassia massonica è divisa in tre grandi tipologie. A parte le logge di obbedienza straniera, sono presenti anche logge autoctone (come quella del presidente camerunese Paul Mbya, ramo dissidente della Società dei Rosa Croce, il Centro internazionale di ricerche culturali e spirituali), oltre a quelle legate agli ex schiavi delle Americhe che tornarono liberi in Liberia e Sierra Leone. Sia a Monrovia sia a Freetown, rispettivamente capitali della Liberia e della Sierra Leone, alcuni edifici pubblici mostrano ancora oggi simboli massonici.
Inoltre, vi sono numerose prove documentali del coinvolgimento, nel bene e nel male, delle logge presenti in questi Paesi del Golfo di Guinea nelle tormentate vicende che hanno segnato le rispettive nazioni. Come rileva l’africanista belga François Misser, solo in Liberia, dall’indipendenza avvenuta nel 1847, fino al 1980, si sono succeduti 17 presidenti massoni, di cui 5 gran maestri, affiliati all’obbedienza afroamericana Prince Hall ...
Mentre in Senegal gli intellettuali musulmani discutono sulla possibilità di conciliare l’islam con la massoneria, in Nigeria si assiste all’emergere di una massoneria etnica, che prende le distanze dalle obbedienze inglese, irlandese e scozzese. Con il risultato che oggi esistono logge autoctone le quali accolgono esponenti dell’islamismo. Non si tratta di una novità, se si considera che il defunto presidente gabonese Omar Bongo, nonostante fosse massone, si convertì all’islam nel 1973. Un connubio, quello tra massoneria ed esponenti musulmani, che potrebbe avere un impatto sui futuri assetti geopolitici dell’Africa subsahariana. [CzzC: trovo qui conferma di quanto la massoneria sia sbilanciata pro islam, il che darebbe chiavi di lettura anche sull’inciucio occidentale con il jihadismo sterminatore di cristiani]
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 02/03/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Africa, potenza della massoneria in Francia; neocolonialismo; nomi di massoni; potenti matrici pro islam; CFA; imperialismo; schiaffi
↑2014.12.18 <avvenire> lo studio attento della politica ed dell’economia del continente africano non può prescindere dall’influenza della massoneria (soprattutto francese), anello di congiunzione tra colonialismo e neocolonialismo: vedasi ad esempio l’ex presidente Burkinabé Blaise Compaoré ... [CzzC: continua in massoneria africana; ma aggiungerei che uno studio attento non può prescindere dal neocolonialismo del capicomunismo cinese e dal quello USA-Nato]. Mentre in Senegal gli intellettuali musulmani discutono sulla possibilità di conciliare l’islam con la massoneria, in Nigeria si assiste all’emergere di una massoneria etnica; molti leader politici africani, defunti e viventi, sono o sono stati legati alla massoneria; solo in Liberia si sono succeduti 17 presidenti massoni, di cui 5 gran maestri; qualche leader filo lumi commise crimini a non finire. [CzzC: trovo conferma di quanto la massoneria sia sbilanciata pro islam, il che darebbe chiavi di lettura anche sull’inciucio occidentale con il jihadismo sterminatore di cristiani]