PERDONARE e CHIEDERE PERDONO: com'è possibile AMARE ANCHE I NEMICI?
Il nostro istinto è bloccare il male col male, rispondere alla violenza con altra violenza, ma così si ottiene quasi sempre il dilagare dell’odio; il male si vince soprattutto col bene dell’intelligenza e del perdono: sull’intelligenza (che tanti chiamano furbizia) è facile trovare concordanza, il perdono, invece, per molti è ritenuto impossibile; ma Dio ce ne rende capaci, ce l’ha dimostrato col suo figlio incarnato, invochiamo il suo aiuto (preghiera) . Contemplando a lungo Gesù in croce, impariamo a reagire come Lui (il PERDONO CRISTIANO). Riconoscere i nostri peccati CHIEDENDO PERDONO al prossimo e a Dio: ricordando la bontà con cui Lui ci ha assolti impariamo a guardare gli altri con occhi umili e pieni di tenerezza.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 30/07/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Dio è amore, misericordia, correzione fraterna, resipiscenza, sacramento della riconciliazione; il vogliamoci bene vero, non ingannevole; reciprocità, altro che cristianesimo impazzito; intelligenza
↑2024.05.07 <lpj> card. Pierbattista Pizzaballa: Questa guerra/Gaza è uno spartiacque nel dialogo interreligioso, almeno tra cristiani, musulmani ed ebrei. Il mondo ebraico non si è sentito sostenuto da parte dei cristiani e lo ha espresso in maniera chiara. I cristiani incapaci di una parola comune, si sono distinti se non divisi sul sostegno ad una parte o all’altra, oppure incerti e disorientati. I musulmani si sentono attaccati, e ritenuti conniventi con gli eccidi commessi il 7 ottobre: dopo anni di dialogo interreligioso, ci siamo ritrovati a non intenderci l’un l’altro. È per me, personalmente, un grande dolore, ma anche una grande lezione. La pace deve fare i conti con le ferite causate dalle divisioni, dagli atteggiamenti di possesso ed esclusione, odio. In una parola deve fare i conti con il peccato. E in questo contesto la pace è strettamente legata al perdono.
↑2022.10.02 <par.barbarigo> «se qualcuno ti percuote la GUANCIA, tu porgigli anche l’altra»: ci troviamo di fronte ad un’iperbole. Ma questo che cosa vuol dire? Scontato che a fronte di un’offesa ricevuta o di un torto subìto non si voglia pagare usando la stessa moneta dell’oppressore, significa accettare l’ingiustizia con rassegnazione, senza reagire? Gesù non ha mai chiesto ai suoi discepoli di chinare la testa in segno di resa né di tollerare la malvagità. Porgere l’altra guancia non significa solo ribadire quanto radicale debba essere l’astensione dalla violenza, ma anche ribadire che, se si vuole realmente interromperne la spirale, non basta l’astensione, vogliamo che chi l’ha commessa venga sottratto dalla spirale mortifera della colpa. Sia il perdono-amore a prendere in carico l’odio e l’ingiustizia come ha fatto Gesù [CzzC: Gesù ha discolpato la folla del «crucifige, crucifige» dicendo che «non sanno quello che fanno»; però, a mio avviso, userà un diverso concetto di misericordia verso i maestri di odio che non si pentissero, checché ne dica Fr1 sull’Infero vuoto, anche se non sta a noi, ma a Lui, sapere come usarlo più o meno metaforicamente]
↑2022.07.30 termina il pellegrinaggio penitenziale <vatican> di Papa Fr1 in Canada iniziato il 24 <cl> un amico canadese racconta come ne è stato toccato vedendo il Papa tra i nativi, il loro dolore e l'«incontro». Fr1 ha chiesto perdono più volte, riferendosi a come i cristiani «hanno sostenuto la mentalità colonizzatrice delle potenze che hanno oppresso i popoli indigeni»; ha chiesto perdono «con vergogna e chiarezza… per il male commesso da tanti cristiani».
↑2022.04.16 <agi> «Metteremo fine al genere umano, o l'umanità saprà rinunciare alla guerra?» ci chiesero nel 1955 Einstein e Russel. [CzzC: chiediamo con urlo di fermare le armi, di usare mediazione/conciliazione, in attesa di verità, giustizia e RICONCILIAZIONE: preghino Dio per questo anche quelli che non sapranno usare il perdono]
↑2022.04.06 su <avvenire et> il vescovo Santoro: «occorre vigilare affinché la giusta difesa non generi un male maggiore ... è un equilibrio di giudizio e di azione a cui siamo tutti chiamati e che, proprio per la fragilità originaria, è molto difficile da sostenere ... ma non impossibile come ci testimonia la profuga ucraina Kristina che dice che «se sono cristiana, devo scoprire in me questo amore, questo perdono. Perché se odio, io perdo questa guerra».
↑2022.02.28 <asianews> Samandar Singh, l'indù che nel 1995 colpì a morte suor Rani Mari, proclamata beata nel 2017, cambiato dal perdono della famiglia della vittima si è recato sulla tomba della religiosa: "io sono un indù e posso dire agli altri che perseguitano i cristiani per attività di conversione che si sbagliano”.
↑2021.04.30 la prospettata estradizione dei terroristi protetti dalla Francia è giustizia o vendetta o <tempi> una terza chiave di lettura l’hanno è fornita da Olga D’Antona (vedova del giuslavorista Massimo, ucciso dalle Br nel ’99), il ministro Marta Cartabia e Mario Calabresi, giornalista, figlio del commissario Luigi, assassinato nel 1972 da esponenti di Lotta continua. La parola inaudita: solo un perdono vissuto e sofferto è una possibilità di redenzione, in primis, per chi ha le mani sporche di sangue.
↑2020.12.08 Riassumo intervista di <Radio24♫14'50" o qui> a Padre Pierluigi Macalli, rapito dai jihadisti per 2 anni: lei era l'infedele, impuro, ha mai avuto dubbi sulla conversione magari per essere trattato meglio?» Padre Gigi <qui♫> alcuni ostaggi hanno fatto questa opzione; ho letto due volte il Corano che ci hanno dato ma sinceramente non ho trovato che potesse nutrire la mia vita di fede; io la misura alta del Vangelo non l'ho trovata nella lettura del Corano; Gesù dice "non giudicate" e invece ero ogni giorno giudicato per essere un kafir, un infedele, ecco, dicevo no, non è questo il dio che cerco, la misura alta, "ama il tuo nemico" che lì invece è da uccidere; questo non mi portava ad aderire, ma mi tirava in basso. Riassumo anche in riferimento a Silvia Romano <qui♫> in situazioni così estreme nel quale siamo passati la pressione psicologica è forte, posso dirlo in prima persona: ciò che una persona decide appartiene a lei; io posso parlare dei miei compagni che l'han fatto per evitare l'estremo, sapendo che un musulmano non ucciderebbe un altro musulmano indifeso perché sarebbe condannato all'inferno; fare il passo che ti fa considerare fratello musulmano ti previene da questa eventualità estrema.
↑2020.11.24 <stampa google> Si è spento stamane a Roma Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo di Benedetto XVI, protagonista del primo caso Vatileaks. Aveva 54 anni. Da lui partì la fuga di documenti vaticani riservati. Fu arrestato e condannato. Poi il perdono e la grazia di Ratzinger.
↑2020.04.09 ricevo da NC il link al <questo bel video> in cui il venerabile V.Thuan raccontava la celebrazione clandestina dell'Eucaristia ed altri toccanti esperienze della sua prigionia, l'amore ai suoi carcerieri, e quello che cantava il Veni Creator.
↑2019.06.03 <tempi> Tra le conseguenze dell’apostasia dell’Occidente annotiamo ... Vedi cosa scriveva Friedrich Nietzsche nella conclusione del famoso aforisma 125 della Gaia Scienza: «Dove se ne è andato Dio? […] ve lo voglio dire! Siamo stati noi ad ucciderlo: voi e io ... ». Come spiega l’ateo Yuval Noah Harari nel suo Homo Deus, l’uomo del futuro sarà cosciente della sua radicale illibertà; il soggetto transumano vivrà una vita preconfezionata di scelte inevitabili. E un senso di colpa enfatizzato dalla perdita del perdono cristiano.
↑2017.11.22 Siria: <tempi>: «Noi cristiani di Maalula come Gesù sulla croce». Parla il parroco della città martire siriana Maalula, padre Eid: «Noi cristiani dobbiamo perdonare, ma se i musulmani non riconoscono gli errori commessi non ci potrà essere riconciliazione» [CzzC: troppi islamici si scudano dicendo non sono veri islamici i criminali di loro che, applicando alla lettera la Sunna/Sharia, uccidono inermi infedeli; reinterpretare la Sunna? “non sia mai che io smentisca il profeta”]
↑2017.09.25 <am Valli>: Perdonare significa dire: anche se hai fatto questa cosa, accetto le tue scuse, non te lo rinfaccerò e tra di noi tutto resterà come prima. Scusare invece significa dire: capisco che non hai potuto evitare questa cosa, non l’hai fatto apposta e in fondo non è colpa tua, povero caro. Mi sembra che nel capitolo ottavo di «Amoris laetitia» (→ «circostanze attenuanti») l’equivoco sia alimentato.
↑2017.09.24 <tempi>: Aleppo: «Stiamo ricostruendo e imparando di nuovo a vivere insieme. I musulmani imparano dai cristiani la carità e perfino talvolta il perdono». Ad Aleppo vivevano 4M di persone, oggi 2M; c’erano 185k cristiani, oggi solo 30-40k.
↑2017.04.23 <sussidiario TV2000>: un presentatore televisivo musulmano rimane sbalordito dalle parole di perdono della vedova di una delle vittime delle stragi della domenica delle palme in Egitto. "Chiedo al Signore di perdonarli e far sì che pensino: quello che faccio è giusto o sbagliato? Anche io vi perdono". continua
↑2016.11.14 odo a Radio Maria h11,30 una riflessione sul perdono visto anche come strumento terapeutico utile a far star meglio il se-ritenente offeso rispetto alla negatività di emozioni come rabbia, paura e sentimenti di vendetta e odio, pur senza scordare l’accaduto.
↑2016.02.27 Cristiani perseguitati in Medio Oriente: comunque perdonano: Padre Douglas “Le istituzioni internazionali devono capire che, quando l’ISIS cadrà, le altre minoranze vorranno vendicarsi, e lo faranno contro qualsiasi musulmano, perché non hanno i concetti di amore e perdono. Noi cristiani no. Noi non giochiamo al gioco dell’odio. Il problema dei musulmani non è con noi, è tra loro e i loro demoni, perché ci considerano demoni. Ma noi non abbiamo problemi con loro. Noi non li odiamo, perché così faremmo il loro gioco. Noi li amiamo comunque, li perdoniamo comunque”. Testimonianze da Kirkuk, Erbil, ... continua
↑2016.01.25 <stampa>: “Io, esule di Aleppo con la forza del perdono”: La testimonianza di Claude Zerez, siriano, che ha avuto una figlia Pascale rapita e uccisa dai jihadisti: «Ho fatto mie le parole di Gesù: “Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno”. I musulmani? La maggior parte sono vittime come noi» <tempi>: I musulmani mi dicono: “Grazie, qui dopo il 13 novembre tutti ci guardano come mostri, con le sue parole lei ci sta veramente aiutando”
↑2016.01.13 <youtube, rainews>: Shimon Nona, arciv di Mosul: siamo chiamati a perdonare anche i miliziani dell'Isis, ma l'amore cristiano non resta passivo nei confronti del male: l'arcivescovo (cacciato nel 2014 come gli altri cristiani) spiega in questo articolo che l'amore per i nemici comandatoci da Gesù ci spinge a reagire in modo adeguato ai terroristi, a reagire con forza all'odio, per sconfiggerlo. Analogamente vedi qui <giornale 21/05/2015> Monsignor Petros Mouche, arcivescovo di Mosul dal 2011, pur avendo assistito a un vero e proprio genocidio, non odia gli uomini dell'Isis.
↑2015.12.09 <avvenire>: madre Teresa dell’Amore misericordioso, superiora delle monache passioniste di Genova Quarto: Il limite che Dio ha dato al male è proprio la sua misericordia, come sottolineava san Giovanni Paolo II nella Dives in Misericordia. Può sembrare assurdo, lo so. Il nostro istinto è bloccare il male col male, rispondere alla violenza con altra violenza. Ma così si ottiene unicamente il dilagare dell’odio. Il male si vince solo col bene, con l’amore, con il perdono. Come educarci alla misericordia? Innanzitutto con la preghiera. Dio ci chiede una cosa che per noi è impossibile: il perdono. Ma Dio stesso ci rende capaci di ciò che non sappiamo fare: basta che invochiamo il suo aiuto. Contemplando a lungo Gesù in croce, impariamo a reagire come Lui. Se ricordiamo i nostri peccati e la bontà con cui Dio ci ha assolti, impariamo a guardare gli altri con occhi umili e pieni di tenerezza.
↑2015.11.04 <news.va>: Fr1: se impariamo a donarci il reciproco perdono, guariscono le ferite e la famiglia diventa una casa solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie; per questo non è necessario un grande discorso, ma è sufficiente una carezza e non finire la giornata in guerra! Se impariamo a vivere così in famiglia, lo facciamo anche fuori, anche se molti – anche tra i cristiani – pensano scettici che siano solo belle parole impossibili da praticare. Ma grazie a Dio non è così. Infatti è proprio ricevendo il perdono da Dio che, a nostra volta, siamo capaci di perdono verso gli altri (vedi recita del Padre Nostro) ed è indispensabile che, in una società a volte spietata, vi siano luoghi, come la famiglia, dove imparare a perdonarsi gli uni gli altri. [CzzC: che contrasto con la giustizia amministrata in mano ad avvocati che vivono di carne arrabbiata ... continua]
↑2015.08.24 <sussidiario/meeting2015>: padre Douglas Al-Bazi, sacerdote caldeo-cattolico e parroco di Mar Eillia a Erbil, catturato per 9 giorni di cui 4 senz’acqua: “Gli islamisti guardano al nostro perdono come a un segno di debolezza anziché come a un esempio. Noi cristiani irakeni stiamo cercando di dire ai fondamentalisti: 'Comunque sia noi vi amiamo lo stesso'. Ma dal punto di vista islamico il nostro amore nei loro confronti è inaccettabile'". [CzzC: mi sono piaciute di più le parole di speranza del francescano Ibrahim Alsabagh di Aleppo, anche perché son certo che non tutto l’islam è rappresentato propriamente da Isis]
↑2015.05.21 <giornale da Avvenire> pur avendo assistito a un vero e proprio genocidio, non odia gli uomini dell'Isis Monsignor Petros Mouche, arcivescovo di Mosul dal 2011: nel 2003 i cristiani erano 50mila, nel 2014 tremila, oggi "Ufficialmente non ce n’è più nemmeno uno e il mondo non ha ancora capito". Ma non prova odio per i miliziani dell’Isis, anzi: "No, non li odio. Prego perché Dio possa cambiare il loro cuore. Il cuore dei miliziani dello Stato islamico". Non solo: "E prego anche perché i cristiani iracheni possano perdonare. Possano ritrovare la pace. E possano tornare a vivere e a pregare nelle loro terre".
↑2014.05.11 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia, beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Domenica di formazione e condivisione con le famiglie di catechesi: titolo della giornata: dov’è la vera gioia? Le beatitudini. Articolo su Comunità in Cammino.
↑2013.07.12 dal discorso all’ONU, libro.p65 Malala: «Sono qui a parlare per il diritto all'istruzione per tutti i bambini ... Non odio nemmeno il talebano che mi ha sparato ... Questo è il sentimento di compassione che ho imparato da Maometto ... da Gesù Cristo e Buddha. Questa è la spinta al cambiamento che ho ereditato da Martin Luther King, Nelson Mandela ... la filosofia della nonviolenza che ho imparato da Gandhi, Bacha Khan e Madre Teresa. E questo è il perdono che ho imparato da mio padre e da mia madre»
↑2011.01.27 Dialogo con amici a seguito della mia riflessione di ieri sul Perdono cristiano come rottura di schemi per risolvere problemi che diversamente si avvitano in se stessi. [CzzC: mi permetto di trovare il perdono cristiano così straordinario, così capace di indurre cambiamenti altrimenti impossibili, che mi fa pensare al modello matematico dei tipi logici in superamento della teoria dei gruppi come lessi in "Change" di Watzlawick nella parte "persistenza e cambiamento"].
↑2011.01.27 [CzzC: a partire da Giornata della Memoria (non ci può essere libertà nell'odio e nella vendetta) azzardo parlare del perdono cristiano come problem solving extra schemi analogabile dai tipi logici: il PERDONO come imprevedibile che rompe gli schemi e libera, è quasi sovrumano, e io ringrazio Cristo che me ne rende capace. Ma mi pare che anche chi non avesse fede potrebbe trovare il PERDONO ragionevole; a mio avviso potrebbe trovarlo perfino razionale in base alla teoria dei sistemi (categoria matematica dei tipi logici); sto leggendo in questi giorni "Change" di Watzlawick e nella parte 1 "persistenza e cambiamento" trovo che le categorie che egli attinge dalla teoria dei "tipi logici" ben si prestino a razionalizzare l'imprevedibile liberante problem solving generato dal PERDONO CRISTIANO, pur non nominato].