La dottrina della GIUSTIFICAZIONE nella disputa tra luterani e cattolici

Solo per GRAZIA di Dio, senza le nostre OPERE? Per i cattolici la giustificazione non viene separata dal cammino di santificazione e rinnovamento dell'uomo interiore, attraverso l'accettazione volontaria della GRAZIA e dei doni [CzzC: aggiungerei accettazione OPEROSA seppur nei limiti delle nostre facoltà e responsabilità] per cui l'uomo da ingiusto diviene giusto, e da nemico amico, così da essere erede secondo la speranza della vita eterna (Concilio di Trento 71).

Lascio ad addetti ai lavori questa materia che mi trova poco ferrato: mi limito a qualche link

- <wikipedia> teoria della giustificazione

- <vatican.va>: dichiarazione congiunta luterani-cattolici sulla dottrina della giustificazione

Il cammino di santificazione e rinnovamento dell’uomo interiore trovo connesso coi concetti di penitenza e conversione (Gesù distinse tra peccato e peccatore, ma non guarì alcuno senza raccomandare la conversione) i quali sono a loro volta correlati alla giustizia divina pur se è mistero la sua relazione con la misericordia divina altrettanto ben evidente nel volto del Padre rivelatoci da Gesù, con connotazione anche diversa rispetto all’Antico Testamento]

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 12/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: ecumenismo; protestanti più docili alla cultura dominante? M.Lutero; Sola fide? Sola Scriptura? pluralismo delle vie di salvezza,

 

2024.12.11 <yt fb> ’essenza della gnosi, la più antica delle eresie che riesce sempre a riciclarsi come nuova, consiste nel non saper tenere insieme nel modo corretto il rapporto tra la natura e il soprannaturale, così cadendo nel naturalismo nello stesso momento in cui lo condanna: la grazia si riduce a natura e la natura è già grazia. Ce ne parlano in questa conferenza don Samuele Cecotti e il prof. Guido Vignelli. Il movimento modernista è gnostico, ha come modello Hegel; analogamente la teoglib col pensiero di Marx. Il secolo ‘800 che doveva essere quello della scienza è stato anche l’esplodere dell’occultismo; vedi anche dalla cabala al progressismo libro di don Julio Meinvielle; vedi don Elio Innocenti gnosi spuria della modernità. Cita anche ma come diversi il pelagianesimo e il giansenismo. Lo gnostico è legge a se stesso, neglige la legge che gli limitasse la libertà e sublima la sessualità non procreativa.

 

↑2023.01.13 Nella Amoris Laetitia verrebbe confermato un nuovo paradigma morale? <vanthuanobservatory> paradigma proposto tra gli altri dal Card. Walter Kasper. È scontato che il confessore tenga sempre conto delle «disposizioni soggettive», ma sia lui sia il predicatore debbono e orientare il consenso (volontà) del peccatore verso il bene e la conversione dal male, mentre la neo-morale pare confermarlo nella rassegnazione che ci sono situazioni di peccato insuperabili per cui resterebbe la sola fide per la salvezza, mentre Gesù Cristo insegna che si può e si deve uscire da qualunque situazione di peccato, con l’ausilio necessario della grazia, che proprio Lui è venuto a portare. Non c’è altro motivo che giustifichi l’istituzione dei sacramenti.

 

↑2022.10.11 <pangea> le storie narrate da Flannery O’Connor fanno a fette i falsi moralismi, sono violente e sgomentano il lettore: in esse si consuma il perenne scontro tra fede e ragione (e lei sta dalla parte della fede, cattolica, ma rifugge conclusioni buoniste, mediazioni a lieto fine) come nel romanzo più celebre, Il cielo è dei violenti: «Argomento della mia narrativa è l’azione della Grazia in un territorio tenuto in gran parte dal diavolo».

 

↑2021.02.22 <osservRom> avanza la secolarizzazione in Europa: in Scandinavia, Uk, NL la pratica religiosa è <10%; crolla anche il numero di coloro (non praticanti) che si definiscono “cristiani”. Analoga tendenza a calare si registra in Irlanda e nei Paesi mediterranei. In Italia i “praticanti” sono scesi in dieci anni dal 33% al 27%; tra i giovani (18-29 anni) i praticanti sono solo il 14%, e continuano a calare di quasi il 3% l’anno. I primi cristiani condividevano (attivamente) oltre alla Messa/dottrina anche l’esperienza quotidiana dell’incarnazione nella loro vita; occorre reagire all’individualismo: la vita non può essere tenuta al margine della Chiesa, solo commentata, giudicata o perdonata dal clero. I cristiani hanno bisogno di parlare fra loro del loro essere cristiani [CzzC: e FARE opere (anche sussidiarie) alimentate da tale loro comunione e identità, senza rassegnarsi ad essere ricacciati in sacrestia, collaborando con tutti gli uomini di buona volontà]

 

2020.07.31 <assocDonG.Tantardini> Sant’Ignazio e l’affidamento alla GRAZIA di Dio. La Congregazione per il clero ha pubblicato un documento ponderoso che al §23/124 mette in guardia su due falsificazioni della santità: lo gnosticismo (fede avulsa dalla vita) e il pelagianesimo (contare unicamente sulle proprie forze). Etica senza trascendenza? Esistenzialismo? Non è vero che Sant’Ignazio abbia detto: «Fa’ come se tutto dipendesse da te, vivi come su tutto dipendesse da Dio», ma ha detto «Agisci come se tutto dipendesse da te, sapendo poi che in realtà tutto dipende da Dio».

 

↑2020.09.02 Traggo da <cavalcoliBlog> di Padre Cavalcoli: Luigino Bruni nell’articolo di Avvenire del 30 agosto intitolato «La civiltà della cicogna», dopo un’introduzione ben fatta sulla gratitudine a Dio, ci presenta la solita solfa luterana della salvezza per sola grazia senza meriti. In precedenza abbiamo visto come Luigino mostri di avere una concezione magico-kabbalistica della reciprocità Dio-uomo; qui sembrerebbe di voler rimediare a questo pelagianismo prometeico, ma cade nell’eccesso opposto di negare addirittura il merito.

 

2018.08.12 <rai, > Fr1 invita i 90k giovani in Pzza S.P. a ripetere a squarciagola «E' buono non fare il male ma è malo non fare il bene» (frase di Sant'Alberto Hurtado) ed insiste su operosità e responsabilità, stigmatizzando l'inerzia [CzzC: nessun accenno all'ipotesi che il bene fatto e il male evitato siano tutta opera di Dio SENZA le nostre opere, alla faccia del più luterano che cattolico intendimento sulle stesse (ancorché sia maturata una dichiarazione congiunta sulla Giustificazione). Fr1 insiste anche su tanti «non basta ...» e sulla necessità di essere anche contro, alla faccia del galantiniano «Un cristiano che si mette “contro” qualcuno o qualcosa già sbaglia il passo»)]

 

2018.06.17 <11ªdomTO> «Per la grazia di Dio SENZA la nostra opera»? [CzzC: a mio avviso si tratta di catechesi confondente, quantomeno contraddittoria tra la prima e l’ultima pagina del foglietto domenicale dove invece leggiamo che il Regno di Dio «esige la nostra collaborazione» e vediamo corretto il SENZA della prima pagina con «è innanzitutto dono del Signore, grazia che precede l’uomo e le sue opere; la nostra piccola forza ... »]

 

↑2016.04.04 inizio questa pagina generandola mentre commento la “Centralità della misericordia: Benedetto loda Francescoaccennando anche alla giustizia divina, alla penitenza/conversione e al pluralismo delle vie di salvezza.

 

↑2016.03.16 <news.va>: La fede cristiana non è un’idea ma la vita - Intervista al Papa emerito Benedetto XVI: testo integrale dell’intervista a Benedetto XVI contenuta nel libro Per mezzo della fede. Dottrina della giustificazione ed esperienza di Dio nella predicazione della Chiesa e negli Esercizi Spirituali a cura del gesuita Daniele Libanori in cui il Papa emerito parla della centralità della misericordia nella fede cristiana. Il volume raccoglie gli atti di un convegno ... continua. Vedi anche <zenit, lastampa, corriere, espresso, vari censiti da Google>

 

↑2012.05.16 La misericordia divina nel Dio di LUTERO. E’ vero che il Lutero giovane, spaventato per il rischio di dannarsi per i propri peccati, cercò affannosamente un Dio misericordioso. Ma quando si accorse che comunque la sua carne restava assai fragile, finì per supporre di non potersi liberare dalla colpa, che egli confondeva con la stessa tendenza al peccato, non discernendo (come invece fa la dottrina cattolica) tra la tendenza al peccato (concupiscentia) inestinguibile anche nei santi di quaggiù, e il peccato che, pur ricorrente, è cancellabile in forza della grazia divina e del pentimento