La FINANZA ISLAMICA non dovrebbe ottenere interessi sui prestiti

<wikipedia>: (divieto del ribā) e dovrebbe effettuare investimenti socialmente responsabili. Vedi <LaFinanzaIslamica magazine online[CzzC: dubito che mirino esclusivamente al suddetto fine certe colonizzazioni finanziarie di matrice islamista; nemmeno a te parrà che siano socialmente responsabili i finanziamenti wahhabiti all’Isis o alle donne curde perché mettano il velo; mi piace invece che gli investimenti della finanza islamista escludano alcol e gioco d’azzardo e nulla in contrario per la certificazione alimentare halal, sperando che non ci sabotino il prosciutto]. Affini: sukuk (obbligazioni sharia compliant).

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 12/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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↑2015.12.09 <affariIt>: finanza islamica in Lussemburgo: Hani Ibrahim, capo del Debt Capital Markets di Qinvest, ha dichiarato: «Il Lussemburgo è stato a lungo considerato come uno dei principali centri finanziari islamici in Europa ... Già l'interesse dimostrato per il lancio del nostro primo sukuk denominato in euro lo scorso anno ci fa pensare che questo trend continuerà ancora ....»

 

↑2015.03.26 <avvenire.it>: la finanza islamica vale 2T€ (130% del nostro Pil per avere un’idea, 2% del totale degli asset bancari mondiali) più che raddoppiato dal 2010. Fra i grandi protagonisti della finanza islamica vi sono i fondi sovrani, a parte Norvegia e Cina fortemente concentrati nei Paesi del Golfo. Con alcuni di questi ha già effettuato numerosi incontri il Fondo Strategico italiano (Fsi), tra cui l’accordo chiuso a fine 2012 tra Fsi e Qatar Holding per una joint venture paritetica rivolta ai settori alimentare, turismo, arredo e design. Entro l’estate partirà il primo fondo di private equity italo-tunisino, sostenuto fra gli altri dal colosso Al Baraka Banking Group e a cui in Italia (che dopo la Francia è il secondo partner commerciale del Paese nordafricano) è stata invitata a partecipare Cassa Depositi e Prestiti: mira a raccogliere fino a 100M€ in tre anni, per sostenere l’internazionalizzazione delle Pmi italiane verso la Tunisia e viceversa. Eventualmente anche portandole alla quotazione in Borsa. Un altro canale per attirare risorse, e consumi, di provenienza islamica è legato alla certificazione halal, che garantisce che i prodotti, specie gli alimentari, seguano i dettami della sharia quanto a produzione, confezionamento, distribuzione: un mercato che in settori come appunto cibo, cosmesi o moda vale fino al 20% dei consumi mondiali.

 

↑2015.02.28 <gadlerner>: I soldi non puzzano mai? Se il Qatar compra il futuro di Milano…  la finanza stravolge la geopolitica: da ieri la petromonarchia al-Thani è padrona dei nuovi grattacieli di Milano, le torri di Porta Nuova, orgoglio di una sky-line da metropoli del XXI secolo; ci toccherà un futuro da colonizzati? [CzzC: →monopoli informativi]

 

↑2015.02.09 <laFinanzaIslamica>: Intervista con Daud Vicary di INCEIF: “lo sviluppo di talenti dovrebbe andare di pari passo con lo sviluppo della finanza islamica

 

↑2014.11.12 <laFinanzaIslamica>: Intervista con Paolo Biancone: “Conoscere la finanza islamica è un presupposto fondamentale per essere competitivi e produttori di ricchezza

 

↑2014.07.21 <laFinanzaIslamica>: Intervista con Alberto Brugnoni di ASSAIF: “I modi di finanziamento islamici sono uno strumento molto forte di coesione sociale

 

↑2012.02.02 la finanza islamica avanza in Europa e Uk fa da capofila: alto 280m sulla skyline londinese si staglia il potente simbolo della crescente influenza della finanza islamica. Lo Shard of Glass – la scheggia di vetro firmata Renzo Piano – svetterà nel cielo della capitale britannica grazie al sostegno finanziario offerto dal Qatar con un consorzio di quattro banche comprendente QInvest, Qatar National Bank, Qatari Islamic Bank e Barwa, oltre al britannico Sellar Property Group, il Qatar ha acquisito l’80% delle quote del progetto. L’“enorme saliera di vetro” – come l’ha definita Carlo d’Inghilterra – parlerà dunque arabo. Il valore degli assets shari’ha compliant è passato da 5G$ dei tardi anni ’80, a 1,2T$ nel 2011. Le emissioni di bond sukuk hanno toccato i 22,6G$ nel 2011, e tassi di insolvenza vicini allo zero.

 

↑2009.06.09 <tni.org>: Loretta Napoleoni, economista di fama internazionale esperta in terrorismo, riconduce l’inizio della “malattia” della crescita alla caduta del muro di Berlino: «Il 1989 segna l’INIZIO DELLA GLOBALIZZAZIONE, che ha visto il progressivo abbattimento dei salari accompagnarsi a politiche di tipo deflazionistico delle banche centrali, caratterizzate da un forte abbattimento dei tassi di interesse. Ciò è andato a tutto vantaggio del ritorno del capitale e ha segnato il passaggio dallo stato nazione allo stato di mercato: in questi ultimi venti anni circa l’1% della popolazione si è intascato il 75% dell’aumento del PIL, la classe media ha perso progressivamente potere d’acquisto compensandolo con un più facile accesso al credito e all’indebitamento, il che ha condotto alla bolla finanziaria del 2007». Come possibile soluzione per evitare un’altra crisi simile a questa, la Napoleoni guarda alla FINANZA ISLAMICA: «Il comportamento delle banche islamiche si fonda su un codice etico che deriva dalla sharia e che vieta, fra l’altro, la commercializzazione della mortgage bank security, la trasformazione del debito. Secondo la finanza islamica non si può spostare il rischio fra mutuatario e banca, non si può commercializzarlo ad un soggetto terzo, come invece è successo in America causando la crisi dei subprime. Occorre un codice etico ratificato da una legislazione che vieti alle banche commerciali la speculazione, relegandola solo alla sezione finanziaria. Se ciò non avverrà, ci riprenderemo da questa crisi ma fra dieci anni ricadremo in un’altra».

 

↑2008.02.24 <CzzC>: La prima banca privata islamica è stata fondata a Dubai nel 1975, praticamente ieri, dallo sceicco Hussein Hamid Hassan. «La gente diceva che era un’idea assurda – ha dichiarato al Financial Times  –, come aprire una distilleria islamica di whisky». ..In poco meno di quarant’anni … la finanza islamica ha scalato il mondo. La geografia economica ha nell’islam un nuovo protagonista, in grado di modificare equilibri e fisionomia al grande business. [CzzC: e condizionare la cultura dominante, notoriamente devota della dea pecunia: passi che tale devozione pieghi i lumi libertari Uk a concedere i tribunali islamici, ma se tale devozione arrivasse a tributarle sacrifici umani? Potremmo rischiare che vengano scelte soprattutto vittime cristiane, il cui profumo salirebbe più gradito?]