Il CAMMINO cristiano con una meta: la nostra vita nella Sua presenza

è un’esperienza di vita, per tutti (vieni e vedi, chiama Gesù) abbracciata da una compagnia educante ancorché imperfetta: il cammino indica una progressione graduale, con limiti ed errori, attenti ai feriti nell’ospedale da campo, una dimensione della gradualità <tempi> che non significa relativismo della legge divina (→AL295) perché come direbbe Jean-Marie Lustiger «è proprio la non gradualità della legge che fonda la legge della gradualità», con un cammino paziente e misericorde verso la verità dell’amore, confessando Gesù Cristo, non una ONG filantropica, perché senza la Croce non saremmo discepoli del Signore, ma dello spirito del mondo.

Cammini di esperienza cristiana nei Movimenti ecclesiali (Cammino neocatecumenale, Cl, ...Il concetto di cammino (caro a Fr1) è fondamentale per intendere e praticare la dottrina della Chiesa nella concretezza del presente, dunque anche nell’Amoris laetitia e nell’ecumenismo.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 29/11/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: sine Dominico non possumus: alimenta fede, speranza e carità in presenza anche pubblica rifuggendo mondanità; meglio il viaggio della meta?

 

↑2017.02.26 Ecumenismo <vatican> Fr1: si deve cercare il dialogo teologico per cercare anche le radici, sui Sacramenti su tante cose su cui ancora non siamo d’accordo. Ma questo non si può fare in laboratorio: si deve fare camminando, lungo la via. Noi siamo in cammino e in cammino facciamo anche queste discussioni. I teologi le fanno. Ma nel frattempo noi ci aiutiamo, noi, l’uno con l’altro, nelle nostre necessità, nella nostra vita, anche spiritualmente ci aiutiamo ... nel servizio della carità, nel servizio dei poveri, negli ospedali, nelle guerre … Non si può fare il dialogo ecumenico fermi. No. Il dialogo ecumenico si fa in cammino, perché il dialogo ecumenico è un cammino, e le cose teologiche si discutono in cammino.

 

↑2015.12.25 <bussolaq>: Papa Fr1: Se chi è nato è veramente il Figlio di Dio, «tutto cambia. Il Salvatore del mondo viene a farsi partecipe della nostra natura umana, non siamo più soli e abbandonati ... ci viene reso manifesto il cammino da percorrere per raggiungere la meta ...»

 

↑2014.04.10 La fede non è luce che dissipa tutte le nostre tenebre, ma lampada che guida nella notte i nostri passi, e questo basta per il cammino. Occorre discernimento per non  farci confondere dai tanti che parlano di luce dissipante le tenebre, ma tacendo il Cristo figlio di Dio morto e risorto per la nostra salvezza: ad esempio spiace che perfino certe pagine diocesane nell’introdurre la Pasqua 2014, per definire chi sia il cristiano non trovino di meglio che queste parole di Karl Rahner dalle quali faccio fatica a vedere il volto del Salvatore crocifisso e risorto.

 

↑2013.03.25 “La FELICITÀ è un viaggio non una destinazione dice questa slide, che fa parte di un pps inviatomi oggi da un’amica: lo stesso aforisma avrebbe pronunciato anche Madre Teresa, ma siamo proprio sicuri che sia sempre vero ? Per Kafka addirittura la via, il viaggio, non esisterebbe «c'è una meta, ma non una via; ciò che chiamiamo via è un indugiare».

Per la mia felicità mi fido di più della testimonianza che ho avuto da genitori, educatori ed amici appassionati al nostro destino di bene, che credono nella bontà della meta additata e vi puntano con un cammino bene-facente in riferimento a esperienza più che a ideologia, magari in sequela di Uno che disse “io sono la VIA. Continua qui per maggiore dettaglio.

 

↑2013.03.14 Fr1: La nostra vita è un cammino nella sua presenza: se non confessiamo Gesù Cristo diventeremo una ONG filantropica, quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce non siamo discepoli del Signore: siamo mondani

 

↑1972.06.29 <vatican google> Santi Pietro e Paolo: riferendosi alla situazione della Chiesa di oggi, Paolo VI afferma di avere la sensazione che «da qualche fessura sia entrato il FUMO DI SATANA nel tempio di Dio». Non ci si fida più della Chiesa; ci si fida del primo profeta profano che viene a parlarci da qualche giornale o da qualche moto sociale per rincorrerlo e chiedere a lui se ha la formula della vera vita. E non avvertiamo di esserne invece già noi padroni e maestri. È entrato il dubbio nelle nostre coscienze, ed è entrato per finestre che invece dovevano essere aperte alla luce.