La chiamavamo ALIENAZIONE nel ’68, quella riduzione dell’umano, del cuore dell'uomo che ...

Nel ’68 concepivamo l’alienazione in accezione marxiana, ora la concepirei più compiutamente come perdita di quella verità e significato della nostra vita che andrebbe ben oltre la pur mai negata causalità per generare

- relazioni ben oltre la partita doppia o bastone-carota

- opere che concretizzano una fraternità capace di far gustare in questo mondo una qualità dell'altro mondo, come diceva Gesù, il centuplo quaggiù.

<wikipedia>: allontanare o estraniare da sé e; termine usato anche per indicare gli alienati mentali che vivono ai margini della comunità umana esprimendo comportamenti borderline.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 05/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: uomo ragione esperienza più che ideologia; moralità; sentire; humani nihil a me alienum puto: basta? O serve bastone-carota? Mostra68

 

2024.07.29 <csLivatino> Il “Processo” di Franz Kafka rappresenta un inquietante ritratto delle dinamiche di potere all’interno del sistema giudiziario, concentrandosi sull’arbitrarietà della legge, la burocratizzazione della giustizia e l’alienazione dell’individuo. Attraverso l’odissea giudiziaria di Josef K., Kafka smaschera l’inaccessibilità e l’opacità del sistema giudiziario, mettendo in luce la disumanizzazione e l’impersonalità della macchina legale.

 

↑2023.11.17 <sussidiario> Contro il disagio e l'ansia dei ragazzi nella scuola aumentano le richieste di sportelli psicologici, la cui funzione è utile, ma se fa evitare di affrontare le cause del decadimento di salute mentale, resta solo un palliativo: da un lato il sistema ti dice “preoccupati della tua salute mentale”, e dall’altro la mette a rischio, con una trafila di tragiche illusioni, di richieste di prestazioni alienanti, di mancanza di senso. Uno studio del Gemelli in collaborazione con l’UNICEF mostra nel 47% del campione un Disturbo specifico di apprendimento (DSA) e un disordine psicologico. Ma anche un tasso alto di ansia/depressione (30%), alienazione/depressione (23%) e sintomi psicosomatici (21%); per non parlare poi di comportamenti aggressivi (circa il 22%). La società illude i giovani e così li inganna.

 

2023.03.02 <da Avvenire di oggi, pagina 2> Venne infine un tempo in cui tutto ciò che gli uomini avevano considerato come inalienabile divenne oggetto di scambio, di traffico, e poteva essere alienato; il tempo in cui quelle stesse cose che fino allora erano state comunicate ma mai barattate, donate ma mai vendute, acquisite ma mai acquistate – virtù, amore, opinione, scienza, coscienza, ecc. – tutto divenne commercio. È il tempo della corruzione generale, della venalità universale, o, per parlare in termini di economia politica, il tempo in cui ogni realtà, morale e fisica, divenuta valore venale, viene portata al mercato per essere apprezzata al suo giusto valore.

 Karl Marx, Miseria della Filosofia

 

2018.08.20 <Meeting> mostra “Vogliamo tutto 1968-2018” quel fenomeno di contestazione mondiale, da Berkeley a Praga passando per Parigi, Milano, Roma, faceva manifestazioni contro la guerra in Vietnam per denunciare l'alienazione delle società in cui vivevano alla ricerca di autenticità e rifiutando «schemi, convenzioni, politica, religiosità dei "vecchi"» come riportava un editoriale, di Gioventù aclista. Quale fu l'esito? Per assurdo il sistema che i giovani volevano scardinare sembra oggi ancor più solido, come notavano già in quegli anni Pier Paolo Pasolini e Augusto Del Noce ... continua

 

↑2018.04.30 <sole24h> nel bicentenario di Karl Marx, l’aspetto che più dura come intuizioni vitale sarebbe quello sulla alienazione (1844, “sentieri interrotti”; confronto serrato con l’economia politica dei classici come Smith e Ricardo). Invece sembrano erosi i pilastri su cui si ergeva l’edificio incompiuto del Capitale con la teoria del valore, come aveva previsto già Vilfredo Pareto. Così come risulta arduo rivalutare il Marx politico, la sua fiducia nella rivoluzione, la sua disinvoltura – che va ben oltre quella di Hegel – nel considerare la violenza come la «levatrice della storia».