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modificato 02/03/2023 |
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don Alberto Vitali 1964 |
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Correlati: Pax Christi, Oscar Romero, Teologia della liberazione |
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Pagina senza pretese di esaustività o di imparzialità: link e commenti blu sono miei(CzzC) |
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<foto/tw> <paoline>: ordinato sacerdote da Martini, è consigliere nazionale in Pax Christi, segretario del Centro Studi Economico-Sociali per la Pace (dello stesso Movimento) di cui è presidente mons. Luigi Bettazzi; è delegato dell’area internazionale per El Salvador C.A. e referente del progetto Conflitti Dimenticati, che Pax Christi Italia realizza congiuntamente a Caritas italiana. Nel 1996 ha fondato l’Associazione Oscar Romero di Milano ed è coordinatore europeo del SICSAL, la rete internazionale dei Comitati Oscar Romero di solidarietà con i popoli dell’America Latina. Con le edizioni Paoline ha pubblicato Oscar A. Romero. Pastore di agnelli e lupi (2010); Gesù. Il messia della pace(2012) e Luigi Bettazzi. Il progetto e l’azione di un costruttore di pace (2013). [CzzC: mi pare tifoso della Teologia della liberazione ma non della teoglib] |
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24/03 |
<vatican>: don Alberto Vitali: Romero martire per “la giustizia del Regno”. Perché si sono attesi 20 anni da quando la causa di beatificazione di mons. Romero arrivò a Roma? “La questione per eccellenza che rendeva difficile la sua beatificazione era se si potesse considerare martire un vescovo ucciso non da persone estranee alla fede ma dai mandanti di un'oligarchia che si professava cattolica, dentro un paese cattolico". "Per il Codice di diritto canonico, infatti, si è martiri quando si è uccisi 'in odium fidei'. Per cui molti si chiedevano se si potesse considerare tale un presule ucciso per la difesa dei poveri e dei diritti umani". "In altri termini - continua don Vitali - molti si chiedevano se Romero fosse stato ucciso perché aveva portato fino in fondo il suo ministero o se, condizionato da una situazione politica particolare, era andato oltre il limite. L'importanza della decisione della Chiesa è che ci dice che Romero non aveva superato il limite, ma che tutto ciò che ha fatto faceva parte dello svolgimento del suo ministero". "Con questa beatificazione di Romero la Chiesa ci dice - conclude don Vitali - che 'la giustizia del Regno', così come la chiamava Gesù, è un elemento essenziale per vivere e annunciare la fede. E che per essere veramente cristiani, in determinate situazioni, non si può che agire così. Per questo credo che la beatificazione di Romero sarà gravida di frutti buoni non solo per El Salvador ma per la Chiesa universale". [CzzC: io direi così: - l’agire e il predicare di Romero faceva parte dello svolgimento del suo ministero - il Regno di Cristo persegue la giustizia, perseguire la giustizia è elemento essenziale per vivere e annunciare la fede; - Romero fu ucciso per odium contro il suo agire e predicare che vale come odium fidei anche se esecutori e mandanti erano battezzati, così come l’ebreo Gesù fu ucciso da ebrei per il suo agire e predicare. Ciò preciserei in discernimento della formulazione di don A.Vitali, onde evitare che sul criterio di “martirio per la giustizia del Regno” anziché di “martirio in odium fidei” come prevede alla lettera il codice di diritto canonico, si finisca per sottolineare la rottura di criterio: voglio credere che don Vitali non sostenga le tesi care a Vito Mancuso sul Regno e la Salvezza: udii quest’ultimo catechizzarci che Regno e Salvezza di Cristo si fondano sulla giustizia più che sulla fede nel crocifisso e risorto per la nostra salvezza e che non c’è bisogno della risurrezione di Gesù per dire che la morte non è l’ultima parola] |
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19/05 |
<dainostriquartieri, et>: diviene responsabile della Pastorale Migranti della Diocesi di Milano in sostituzione di don Giancarlo Quadri. |
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06/04 |
<facebook>: incontro con don Vitali che presenta un'introduzione alla Teologia della Liberazione, affrontando principalmente gli aspetti più attuali, in particolare cercando un’analisi su quanto accade in medioriente. |