«NEGAZIONE IRRAZIONALE»? Semmai irragionevole, direi
Discuto con amici la pagina 155 de «il senso religioso» al paragrafo «Negazione irrazionale», trovando non pertinente qui l’uso dell’aggettivo IRRAZIONALE; tento di conciliare la mia con altre diverse opinioni cercando di discernere il significato tra RAGIONE E RAZIONALITÀ, tentativo mosso sia dalla passione per la Fede che ci accomuna, sia perché rischieremmo di allontanare anziché avvicinare le persone che aggettivassimo come «irrazionali» se
- «negano l’esistenza di qualcosa d’ALTRO» al di là del cieco nesso causale, ad esempio nei terremoti o nel dolore innocente;
- lasciano senza risposta la domanda «perché accade?», come la lasciò senza anche Papa Fr1.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 12/03/2025; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: cuore dell'uomo, razionale<ragionevole, fede e ragione, esperienza, incontro, conoscenza
↑2025.02.10 Discuto con amici la pagina 155 de «il senso religioso» al paragrafo «Negazione irrazionale», trovando non pertinente qui l’uso dell’aggettivo IRRAZIONALE; tento di conciliare la mia con altre diverse opinioni cercando di discernere il significato tra irragionevolezza e irrazionalità, tentativo mosso sia dalla passione per la Fede che ci accomuna, sia perché rischieremmo di allontanare anziché avvicinare le persone che rischieremmo di aggettivare come «irrazionali» laddove non lo sono affatto se
- «negano l’esistenza di qualcosa d’ALTRO» al di là del cieco nesso causale, ad esempio nei terremoti o nel dolore innocente;
- lasciano senza risposta la domanda «perché accade?», come la lasciò senza anche Papa Fr1.
Argomento l’opportunità di discernimento tra razionale e ragionevole (e tra i loro irr~)
- citando parte del commento al libro in parola che Bergoglio fece nel 1998 («La fede è ragionevole - forziamo l’espressione -, ma non raziocinante»)
- e citando parte di un’intervista rilasciata da Ratzinger del 1980 «non si arriva ad alcun traguardo se si cerca di approcciare la fede con la pura teoria …».
Il dibattito si fece caloroso quando finiamo per discutere sul criterio per cui crediamo che esiste l’America: vedi qui il mio parere
↑1995.01.05 <Gius ingenua baldanza che viene dalla fede> «La Chiesa voleva dire che la Fede può dire delle verità che la ragione non può dimostrare: che esiste il Mistero lo dimostra la ragione, ma che il Mistero sia Padre, Figlio e Spirito Santo, su questo la Ragione tace». Intanto tutta la classe era uscita fuori e i ragazzi erano tutti tesi attorno a noi, ma io dovevo andare all'altra ora di scuola. Mi premeva che i ragazzi capissero il problema che mi accorava. Ho domandato al professore di filosofia: «senta, guardi, continueremo il discorso un'altra volta; per adesso mi risponda: io le giuro che c'è l'AMERICA, senza averla vista, senza ipotizzare di poterla vedere. Allo stato attuale delle cose io dico che l'America c'è, con la stessa certezza evidente come quella con cui vedo che lei è presente a me. Come vedo che lei è presente, io dico che l'America c'è, senza averla mai vista e senza neanche mettere come condizione che io la possa mai vedere. Il problema è che l'esistenza dell'America è testimoniata da milioni di persone. Le domando ora se questa mia persuasione è ragionevole oppure no». Dopo un istante di suspence, il professore volle essere coerente e disse: «NO». E allora io dissi: «Grazie. Il vero problema fra me e voi, il primo vero problema, non è che voi non crediate e che io creda. Non è la Fede. È un concetto di Ragione che ci divide. La Fede mi fa attivare un concetto di Ragione più completo di quanto voi ne abbiate, perché avete sentito: per me dire che l'America c'è è ragionevolissimo».
[CzzC: commento 11Gen2025; a mio avviso non aveva torto il prof di filosofia a rispondere «NO» nella fattispecie, perché, anche se nella maggior parte dei casi è ragionevole credere vera un’affermazione in quanto ritenuta vera da miliardi di persone (e falsa da pochi pivelli terrapiattisti), non sarebbe razionale crederla vera con il criterio/metodo della maggioranza che la testimoniasse così: è razionale credere vera un’affermazione, se è dimostrata dal METODO scientifico, mentre posso ragionevolmente sostenere vere tante affermazioni non dimostrabili dal metodo scientifico, ma che esperienzialmente amo come vere e buone per me e per chi mi sia affidato in responsabilità di tutela.
Io fui a NY e a Boston per un viaggio di lavoro, ma non ti chiedo di credere che esiste l’America perché te lo dico io, pur se lo testimonio assieme a miliardi di persone:
- che esista l’America è provabile con METODO scientifico, a prescindere dal numero di persone che credono che esista; con lo stesso metodo è provata l’esistenza dei buchi neri ancorché non visti da alcuno e la non esistenza sulla Terra dei criptoterrestri Ufo-alieni ancorché creduta da milioni di persone; con lo stesso metodo è dimostrata l’efficacia della terapia antibiotica e la non efficacia di quella letteralmente omeopatica, ancorché acquistata da milioni di persone; analogamente lo stesso metodo sbugiarda altre credulonerie tipo oroscopo o cristalloterapia;
- non si tratta di fidarsi del riferito da altre persone, ma di fidarsi razionalmente di un METODO di conoscenza (facilmente applicabile per l’America nella fattispecie) senza con ciò escludere la ragionevolezza di affermazioni formulate in ambiti della nostra esistenza per i quali non è applicabile il metodo scientifico, ad esempio dove i possibili fattori causali non sono entità facilmente misurabili;
- è rispetto a tale metodo che a mio avviso possiamo usare propriamente l’aggettivo razionale o irrazionale; se, invece, usiamo gli aggettivi razionale e ragionevole come perfetti sinonimi, ecco possibile l’equivoco semantico tra il Gius e il prof. di filosofia sull’esistenza dell’America: il Gius ha usato il termine «ragionevole», mentre il prof di filosofia gli ha risposto di NO usando un criterio razionale per dire al Gius e ai loro studenti che si può arrivare a credere nell’esistenza dell’America per metodo scientifico più affidabilmente che per sentito dire da milioni di persone.
Da qui il mio tentativo di discernimento sui termini ragione e razionalità, discernimento che avrebbe permesso al Gius e al prof di intendersi meglio, senza “scontrarsi” davanti agli studenti.
Ricordi quell’Odifreddi che fece sorridere i suoi universitari affermando che «il buddismo, in quanto non ha un concetto di anima, appare più vicino alla scienza del cristianesimo»? Potremmo dargli dell’irragionevole dal nostro punto di vista, ma non sarebbe pertinente dargli dell’irrazionale, visto che l’esistenza o meno dell’anima non è una questione trattabile dal metodo scientifico.
Ricordi il Voltaire che vide il post terremoto di Lisbona? Pensiamo al terremoto de L’Aquila o a quello di Haiti; pensa al tumore di un figlio o al dramma di un ragazzo autistico etero-violento;
- io non riesco a vederli come SEGNO di un voluto da Dio per il destino buono della mia vita: ritengo un mistero la volontà di Dio a monte dell’accadere di questo male non voluto dal nostro cuore;
- non mi permetterei di definire “negazione irrazionale” la posizione delle persone che «negano l’esistenza di qualcosa d’ALTRO cui quegli accadimenti si riferiscano», un ALTRO rispetto alle leggi causali fisico-biologiche;
- dare loro degli «irrazionali» stride con le aspirazioni profonde del mio cuore;
- io per Fede, non per razionalità, credo che Dio si è fatto uomo, fu crocifisso e risorse per salvarci rivelandoci che Dio-lui è padre-amore;
- Gesù non è venuto per indurci a credere che Dio è onnipotente (perfino Dio degli eserciti) come lo aggettivano certe antropomorfiche sue accezioni; ritengo che ci inviti a considerare umilmente come mistero la presunta sua catechetica onnipotenza;
- Gesù ci ha rivelato un Padre che non abbandona i suoi figli superstiti dei terremoti/guerre né i figli afflitti dalla causale banalità del male, sia biologico, sia inferto dalla malvagità umana: li aiuta a reggere guardando a Lui «come se dietro ci fosse un senso eterno»; occorre fare UN SALTO, iniziando a FARE, in compagnia guidata, un’ESPERIENZA particolare, con un METODO che è diverso da quello scientifico, ragionevole, ancorché non razionale/raziocinante; trattasi di «un’esperienza molto particolare che apre più grandi possibilità, dove la vita diventa più ricca, un’esperienza di verità» (Tracce Dic.2024, pag. 61).
Prendo atto che le suddette citazioni muovono sul piano della Fede-Ragione, mentre il Giussani che stiamo leggendo sta argomentando sul senso religioso; prendo atto che il Gius dimostra la non ragionevolezza, che lui chiama qui «irrazionalità», del negare tale senso, un senso che come domanda di vederlo additato da segni, è presente nativamente nel cuore dell’uomo (le domande esistenziali); ma
- non vedrei pertinente il termine «irrazionale» nella fattispecie, e distinguerei la irragionevolezza dalla irrazionalità anche trattando del senso religioso, non solo della Fede;
- ritengo SBAGLIATO aggettivare come «irrazionale» la posizione delle persone che negano come suddetto «l’esistenza di qualcosa d’ALTRO» al di là del cieco nesso causale(1), sbagliato anche perché controproducente: facendole passare per irrazionali, allontaneremmo anziché avvicinarle quelle persone; son certo che il Papa B16° non abbia dato dell’irrazionale ad Odifreddi, dialogando con lui; di tale dialogo apprendemmo solo dopo la morte di Ratzinger, quando Odifreddi lo commentò così: «è stato un dono inaspettato».
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(1) in realtà anche alcuni scienziati sedicenti atei (ad es. qui) sono stupiti nel vedere che, rivelandosi sempre più complesse le leggi della natura nel microcosmo e nel macrocosmo, pare che non sussista solo una pura CAUSALITÀ, ma anche una forma di FINALITÀ, come quella di permettere la VITA, unica componente del reale che, soprattutto nell’uomo, non collima col solo puro determinismo e sembra perfino confliggere con l’onnipresente aumento dell’entropia; il che mi fa ricordare un meeting su “lo stupore conosce”.