70° anniversario della DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, proclamata all’ONU il 10/12/1948: ha favorito tanti progressi, pur fra delusioni, e addita tanta strada ancora da fare
Newsletter 2018.11.30 al gruppo di mini rassegna stampa per amici.org.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 01/12/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: dignità della persona fondamento dei diritti umani, art18,19,26.3, ONU UNHRC HRW/Ny, UNW/Ginevra, debiti in latrocinio generazionale anche ambientale
Anche tanti esperti osservatori internazionali che non condividessero il Papa concordano che siamo in presenza di una terza guerra mondiale a pezzi, eppure dobbiamo dire un grande grazie a Dio e a tanti uomini di buona volontà, anche atei, per i progressi fatti in questi 70 anni sulla strada del rispetto della dignità della persona, e per avere finora evitato una guerra mondiale che, con i troppi ordigni nucleari pronti a colpire, potrebbe distruggere l’umana vivibilità.
Settant’ anni fa erano tanti i Paesi che negavano il voto alle donne e/o torturavano e ammazzavano anche per reati di opinione (politico-religiosi), mentre oggi sono assai meno (17 Paesi nella black list di Amnesty International/2016(Nota1)) e basterebbe leggere la Nuova Costituzione Tunisina per avere un indicatore del miglioramento medio planetario: «le cittadine e i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza discriminazioni ... lo Stato è custode della religione, garante della libertà di coscienza e di fede e del libero esercizio del culto ... la tortura è un crimine imprescrittibile".
Ma quante vittime inermi sono quotidianamente mietute!
- a causa di guerre con fuoco soffiato da potenze esterne, passate dalla GuerraFredda alla guerra in sangue “gestendo gli eventi da dietro” pro regime changes indotti soprattutto da quell’Occidente (vedi Siria, Libia, Iraq) che non riesce ad esportare democrazia e pace nemmeno dove parrebbe intervenuto solo per far guerra al terrorismo (vedi Afghanistan);
- a causa di bande armate che aggrediscono i diversamente credenti (ad esempio bande jihadiste come in Nigeria, Repubblica Centrafricana, Somalia-Kenya, Egitto, o bande anti islamiche come in Myanmar-Rohingya) o bande che massacrano e violentano procurando profitto alle multinazionali che sfruttano le risorse locali (minerali preziosi - vedi i massacri in Congo)
Quante vittime inermi sono quotidianamente mietute da carestia e malattie causate (oltre che dalla guerra come in Yemen) anche dalla miseria di un mondo che mal distribuisce la sua ricchezza, accrescendo una disuguaglianza economica tanto grave da favorire catastrofi umanitarie che rischiano di affliggere ora anche le classi medie: silenti o sogghignanti i super-ricchi?
- <google, Oxfam>: l'anno scorso l'1% della popolazione ha ricevuto l'82% della ricchezza globale prodotta.
- <vita>: quegli 8 uomini che possiedono la stessa ricchezza (426G$) della metà più povera del pianeta (3,6G persone).
Per quanto possano fare le forze dell’ordine anche nei Paesi più civili e democratici, siamo tutti figli di Caino, oltre che fatti a somiglianza di Dio, e, perciò, ci saranno sempre al mondo dei criminali che stramano i diritti umani per interessi strategici o aziendali o di mafia, ma ci chiediamo se, almeno a livello di principio, cioè a livello di comportamenti insegnati dall’educazione statale o religiosa, i diritti fondamentali dell’uomo siano rispettati: vediamone alcuni ...
Art.16: «uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione».
Sappiamo che certi fondamentalismi non consentono ancora alle proprie donne di sposare un infedele, ma quando RadioRai ci presentò come esempio di tolleranza e dialogo quell’Amina Natascia Al Zer che è vicepresidente del "Progetto ÀISHA", ci saremmo aspettata una smentita del suddetto divieto da razzismo religioso ed invece la sentimmo sermonare così <mp3 o at 01.14 del podcast> «sicuramente a noi donne musulmane non è permesso di sposare un uomo che non sia musulmano, ma ci saranno dei motivi se Dio ci ha dato questa regola».
Art.18: «Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la LIBERTÀ DI CAMBIARE RELIGIONE O CREDO ...»
Sappiamo che certi fondamentalismi puniscono ancora con pene hadd l’abiura, ma, ad esempio, gli ulema del Marocco nel febbraio dello scorso anno hanno deciso <Radio1> di non esigere più la pena di morte per i loro abiuri (il Corano non prevede né l’uccisione dell’abiuro né la lapidazione dell’adultera: sono previste nella Sunna). Dunque, quando la nostra RAI ci mostrasse come esempio di tolleranza e dialogo uno come Raes Sayed (rappresentante legale del Caim, Coordinamento Associazioni Islamiche di Milano e Monza e Brianza) e gli chiedesse parere circa la libertà di un musulmano di convertirsi ad altra religione, facendo notare che nella Sura si ordina di uccidere i musulmani che abiurano l'islam, ci aspetteremmo una posizione differente dal suddetto ordine, ma ecco il voltafaccia di Sayed (video.youtube): «Non sia mai che contraddica il Profeta»!
Sorvolo su Art.19 (libertà di espressione), su Art.26,3 (priorità educativa dei genitori), sulla blasfemia lecita, perché mi dicono essere argomenti divisivi; per analoga ragione sorvolo sulla dichiarazione islamica dei diritti umani. Non mi soffermo su Asia Bibi, ACS, cristianofobia, oblio e negazionismo, WWL di Open Doors, altrimenti qualcuno mi dice che metto enfasi sui diritti umani solo perché mi premono i cristiani perseguitati.
Poca speranza? Temo l’islam? Tutt’altro! A parte che l’islam non è l’islamismo, ho carissimi amici musulmani, allievi e maestri, peroro il dialogo con loro, mi piacciono di più che certi nostrani laicisti o protestantizzatori e ben più degli gnomi della finanza cinica: il bene fa meno notizia del male, ma l’umanità sopravvive grazie alla grande maggioranza di gente comune che, anche al di là delle ideologie, fa esperienza quotidiana di operosità e dialogo per il bene comune, convinta che «humani nihil a me alienum puto», come ci insegnò anche Gesù, del cui Natale (tra poveri pastori) celebriamo la prima d’Avvento domenica prossima: Rorate Caeli Desuper.
- Nota1: tale black list di Amnesty sarebbe da considerare con opportuno discernimento: a parte il fatto che non censisce NordCorea, ci pare corretta nell’annoverare Arabia Saudita, Pakistan e Cina, ma affetta da ideologico paralogismo quando mette nella stessa black list anche Uk, Us, Slovacchia e Ungheria]
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