Un deficit gonfiato ben oltre il 2%, doppio di quanto prospettammo alla UE? Ulteriore debito sulle spalle dei giovani? Pensioni di anzianità per tutti non solo per i lavori usuranti? Contro il popolo lavoratore in condono degli evasori?
Newsletter 2018.09 al gruppo di mini rassegna stampa per amici.org.
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[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 01/10/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: castiga i diritti umani dei giovani l’elevato rapporto debito/pil impennatosi in 25 anni dopo il ‘68 con una sconsiderata spesa in deficit, che ha configurato un immane latrocinio generazionale
Introduco come un mese fa: se tu mi chiedessi che c’entra questo titolo-interrogativo con il solito filtro sui diritti umani dichiarato in sommario, ti direi che c’entra per diritti basilari (come quello al lavoro) diritti compromessi ai nostri giovani, del che è responsabile la mia generazione perché “la ga magnà el but” (ha mangiato il germoglio) alla successiva, addossandole sulle spalle un immane debito pubblico esposto alla speculazione straniera, un rapporto debito/pil impennatosi in 25 anni dopo il ‘68 con una sconsiderata spesa in deficit, che ha configurato un immane latrocinio generazionale.
Stante il giuramento di Tria sulla difesa della sostenibilità del nostro debito pubblico, mi sarei aspettato che si dimettesse a fronte di un sforamento del 2% in deficit, essendo inverosimile in tale contesto che il nostro altissimo rapporto debito/pil possa scendere: finora ho sbagliato previsione su Tria, ma, purtroppo, non quella che, così, vedremo bruciarsi miliardi di euro sia per l’aumento dello spread, sia per il crollo della nostra borsa valori.
Ci chiediamo preoccupati se stia tornando la propensione dello statalismo 68ttino che enfatizza la spesa e la dipendenza pubblica con debito in conto posteri: negli anni 70-80, quando arrivavano al pettine i nodi di ripetute finanziarie in deficit scellerati, si strappavano i capelli anziché sciogliere i nodi (si faceva inflazione e svalutazione della lira): ora che siamo in Eurozona, si debbono sciogliere i nodi rispettando i patti verso gli altri paesi (come han fatto Grecia e Portogallo) oppure gli altri Paesi europei, per non perdere capelli per le conseguenze negative del maggior debito/pil italiano, saranno costretti a metterci in procedura di infrazione: udire la spocchia dei “menefreghisti” in merito, mi fa venire brividi di paura per il futuro dei nostri giovani.
L’Italia non è l’Inghilterra (questa si può permettere brexit perché ha il petrolio del mare del Nord, ed è la seconda piazza finanziaria mondiale): se non abbiamo risorse sufficienti nemmeno per creare lavoro per i nostri giovani e programmassimo di mantenerli senza lavoro come fossero pensionati, imboccheremmo la strada del Venezuela non quella del Portogallo che è uscito dalla crisi attraverso spending review e incentivando la creazione di posti di lavoro: stante la scarsa capacità dello stato di controllare i furbetti, non ci stupiremmo che lavoratori poco stipendiati passino a lavorare in nero per incassare il reddito di cittadinanza come apparenti senza lavoro.
Confidiamo sulla moderazione del Presidente della Repubblica <stampa, agi> prima che i mercati puniscano ancor più gravemente gli errori di fatto, visto quanto già penalizzano sconsiderate parole?
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