Il ’68 non fu originale né di Trento né dell’Italia
16 giugno 1962, primo manifesto programmatico della contestazione studentesca, quello di Port Huron, Stati Uniti: "Siamo figli cresciuti nel benessere, parcheggiati nelle università, e guardiamo al mondo che ereditiamo con sconforto". Checché ne dica Marco Boato il 2018.01.05 a Radio Anch’io, vantando originalità italiana da Sociologia di Trento dove egli ne fu protagonista e fondatore di Lotta Continua.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 10/01/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: ’68 danni comunismo, potentati, cultura dominante, Mario Capanna, Gino Strada, SociologiaTN, Marco Boato, Paolo Sorbi, Lotta Continua
↑2018.01.10 traggo dal libro di Michele Brambilla”Dieci anni di illusioni Storia del '68”: agli inizi degli anni ’60, in quell’Occidente che era la parte più ricca e più libera del mondo fermentò a partire dagli Usa la grande rivolta che sarebbe esplosa poco dopo anche altrove, dalla Francia, alla Germania all'Italia: un'intera generazione mostrò di non accontentarsi affatto di quel mondo, "così libero e così ricco", che i genitori avevano preparato per loro. Diceva, il 16 giugno 1962, il primo manifesto programmatico della contestazione studentesca, quello di Port Huron, Stati Uniti: "Siamo figli cresciuti nel benessere, parcheggiati nelle università, e guardiamo al mondo che ereditiamo con sconforto".