Newsletter 2017.12.31 al gruppo di mini rassegna stampa per amici.org

 

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità,  modificata 31/12/2017; contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri

 

Ogni circa 30 giorni estrapolo per amici, con filtro sui diritti umani, alcuni degli articoli che commento nel corso del mese attingendo da varie fonti informative (tra le quali Avvenire, Asia news, il Sussidiario, La Stampa, Vita Trentina, Corriere, Repubblica, ...); se tu desiderassi ricevere tale newsletter via email, potresti farmi richiesta di iscrizione nella mailing list e poi eventualmente revocarla (qui come fare)

 

Diritti umani sacrificati da imprudenza o inerzia dei soliti potenti

 

Era l’inizio di dicembre quando Papa Francesco, visitando Myanmar e Bangladesh, promuoveva il dialogo interreligioso dicendoci che <asianews et foto> l’apertura del cuore è condizione per una cultura dell’incontro, non è una teoria astratta, ma un’esperienza vissuta, e ci permette di intraprendere un dialogo di vita, ma il 4 dicembre Trump siglava tronfio <sole24h> la decisione di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme da Tel Aviv e con faccia tosta millantava il rilancio del processo di pace in Palestina proprio mentre azionava una mossa aborrita da una delle parti, mossa che, peraltro, avevi già concordata con Arabia Saudita, vero mister Trump? Non a caso quel regime si limitava ad esprimere «seria preoccupazione», mentre ai tuoi gnomi poco importano, come già dimostraste in Libia e in Siria, le gravi conseguenze che potrebbero scatenarsi sulle vite di inermi, anzi, forse state brindando perché ad oggi i morti sono stati meno di quanto i tuoi consulenti avevano previsto:

- <repubblica 2017.12.06>: «Trump non sa di cosa parla, così combina solo guai» dice il grande scrittore israeliano Abraham Yehoshua con la voce consunta di un appassionato alla necessità del dialogo tra ebrei e palestinesi

- <sole24h 2017.12.08>: Gerusalemme: come era prevedibile [CzzC: quindi premeditazione!] la crisi si sta avvitando: razzi da Gaza, rappresaglie israeliane. Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Svezia all'ONU sulla decisione di Trump: «non è in linea con le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza ... lo status di Gerusalemme deve essere determinato attraverso negoziati tra israeliani e palestinesi».

<fides 2017.12.13>: ambasciata Usa a Gerusalemme: “uno schiaffo per i palestinesi, per i cristiani d'Oriente, per i musulmani ... ha demolito gli sforzi di pace tra Israele, Palestina e Paesi arabi ... " dice il Patriarca maronita Béchara Boutros Raï.

- <rt rai mattino ansa glob 2017.12.18>: Gli Usa hanno posto il veto alla risoluzione del Consiglio di sicurezza/ONU su Gerusalemme, che aveva richiesto il ritiro della decisione Usa di trasferire l’ambasciata. [CzzC: Israele plaude agli Usa: segno di altri disastri in Medio oriente?]

- <vatican 2017.12.20>: Mons. Pizzaballa: la decisione di Trump su Gerusalemme allontana la pace, intacca il fragile equilibrio che regola le relazioni tra le diverse comunità religiose.

 

Come potremmo non temere minacce alla pace, e quindi stragi di inermi, da parte di chi così arrogantemente persegue i suoi obiettivi contando soprattutto sulla forza dei suoi soldi e delle sue armi? Vengono i brividi nel notare il parallelismo di certe frasi di oggi con quelle pronunciate prima di Hiroshima

repubblica 2017.12.10>: Trump su NordCorea come il Truman su Hiroshima? Somiglianza inquietante tra le parole dei due presidenti "fuoco e furia come il mondo non ha mai visto".

- Trump 2017: "They will be met with fire and fury like the world has never seen" (fuoco e furia come il mondo non ha mai visto)

- Il massone Truman 1945 "If they don't accept our terms they may expect a rain of ruin from the air the like of which has never been seen on this earth" (Se i giapponesi (ndr) non accettano le nostre condizioni, dovranno aspettarsi una pioggia di catastrofe dal cielo come il mondo non ha mai visto)

Eppure basterebbe che gli Usa convincessero “politicamente” la Cina sulla questione Norcoreana, anziché minacciare dazi alla Cina <sole24h 2017.08.14> per fermare Pyongyang. Se la Cina volesse, potrebbe fermare le follie di Kim Jong-un perché ne ha in pugno l’economia, ma le fan comodo come forza ricattatoria: sedare Kim in cambio di concessioni commerciali Usa o, se Trump attaccasse NordCorea, reagire con colpi di mano, ad esempio prendendosi Taiwan. Occorre dialogare più che sanzionare! No guerra! Ma del sangue e del pianto popolare che importa agli imprudenti e impazienti illuminati devoti della dea pecunia?

 

E i governi dei paesi democratici che fanno per fermare lo strapotere dei suddetti devoti? Forse, i politici, anche se eletti democraticamente, non rispondono più alla maggioranza dell’interesse civico, ma <linkiesta> alla maggioranza dell’interesse pecuniario: siccome <wired> l’1% degli umani possiede la metà della ricchezza mondiale e l’altra metà è in mano a solo il 20% degli umani, è facile intuire come il diritto della forza possa condizionare la forza del diritto, al punto che i governi si lasciano negligentemente subordinare anche da innovazioni tecnologiche che potrebbero invece regolamentare con tempestivi interventi normativi:

- vedi come ci facciamo fregare miliardi di tasse

- dai paradisi fiscali (che potrebbero essere spenti con interventi governativi coordinati, senza far guerre, anziché prosperare nonostante i Panama Papers, MaltaFiles, Paradise Papers)

- o dal dumping fiscale profittato non solo da Google e Facebook;

- vedi l’inerzia dei governi a fronte dei rischi configurati da nuovi strumenti monetari come, ad esempio, i bitcoin, che, permettendo anonimato di transazioni, pare siano impunemente usati anche per pagare operazioni criminali, finanche terrorismo. Ciononostante <sole24h 2017.12.11> partono i futures sul bitcoin: il mainstream parla di entrata nel salotto buono della finanza]

 

 

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