ultima modifica il 25/10/2018

 

Sessione 2016 della Scuola DSC.TS: dialogo con i corsisti

Correlati: Dottrina sociale della Chiesa; religione e laicità, valori non negoziabili, sussidiarietà, stato

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

annoto alcune interlocuzioni scambiate con corsisti della scuola in oggetto

 

 

25/06
2016

La pretesa totalizzante. Condivido la definizione di ideologia come la pretesa della «parte che vuol fare le parti del tutto» (3ªlez. 30’42”), condivido che la dsc sia “teologia morale” non ideologia «perché chiede la luce a qualcosa di più alto che non è in nostro possesso, che non è di parte», condivido che senza metafisica sia arduo definire la dignità umana e curare il vero bene comune, ma ritengo che il differenziale semantico tra ideologia e metafisica-fede meriti discernimento ulteriore per risolvere l’apparente contraddizione con l’accusa di pretesa totalizzante che i laicisti muovono ai credenti (3ªlez. 48’40”) «oggi laicità viene intesa come neutralità rispetto a delle visioni totalizzanti come le visioni metafisiche»: se c’è pretesa totalizzante anche nella fede, è anch’essa un’ideologia? A mio avviso ... continua

19/05
2016

Scusate se "sono indietro" con le lezioni: sto riprendendo dopo un fermo prolungato. Se fossi stato presente alla 2ª lezione, sarei intervenuto con alcune domande. Ad esempio ...

Con riferimento a «i laici devono mettere in conto la necessità di mettere in campo opere dichiaratamente cattoliche, cooperative, scuole, istituzioni sanitarie, organizzazioni di volontariato, fondazioni» direi che concordo nella prassi (sostengo e mi coinvolgo con scuole, centri culturali, volontariato cattolici, ...) ma noto grande confusione sul significato delle parole corrente in casa cattolica anche a livello di uffici curiali; ad esempio il termine «opere dichiaratamente cattoliche» farebbe sdegnare più di un laico stipendiato dalla mia diocesi ai vertici del dialogo interreligioso, e non pochi simpatici preti; chi definisce quali siano "opere cattoliche" e quali no, se perfino sui valori non negoziabili i suddetti personaggi scrivono obiettando sulla stampa sedicente cattolica, perfino irridendoli, figurarsi sulle opere; pare che l’unica opera indiscutibilmente cattolica sia la carità puramente materiale come se la carità fosse Dio più che Deus caritas est. O sbaglio?

02/04
2016

[CzzC: sono consapevole che la mia distinzione sia riduttiva rispetto a definizioni più articolate come quelle di Andrea e Stefano, ma, allo scopo di farmi intendere meglio anche dai "lontani", mi astengo dall'usare il termine razionale al di fuori dell'ambito empirio-matematico (non è solo l'ambito della matematica: ci sono evidenze empiriche incontrovertibili che la matematica ancora non ha equazionato; ci sono equazioni matematiche predittive di eventi fisici ancora non sperimentati; c'è tutto l'ambito della probabilità, che configura il reale così profondamente che le particelle elementari si descrivono proprio in termini probabilistici); è un ambito per il quale comunque esistono dei criteri di giudizio universali, tanto che le relative argomentazioni sono condivise a prescindere da fedi, ideologie, culture, tradizioni, Weltanschauung. La  mia distinzione non intende fondare una definizione nuova dei termini razionale e ragionevole, non ne avrei le competenze: diciamo che è una distinzione pratica finalizzata a massimizzare l'efficacia della comunicazione di ciò che abbiamo di più caro, minimizzando l'insorgenza di meccanismi di difesa che muterebbero la testimonianza in una dialettica destinata spesso a finire inutile a causa delle differenze di criteri di giudizio, ancorché presunti logici da entrambe le parti, nonostante le quali Gesù ha corrisposto alle domande più profonde del cuore umano]

30/03
2016

<Stefano.F> Mi inserisco in questa distinzione tra razionale e ragionevole. Razionale vuol dire argomentabile e dimostrabile dalla ragione. La ragione dimostra ora con il metodo delle scienze (che non è uno solo perché le scienze hanno diversi statuti epistemologici, in altre parole non sono tutte scientifiche allo stesso modo e livello) ora con quello della filosofia. Non solo la matematica è razionale, come vorrebbe invece Carlo Cazzanelli. Anche l’etica è razionale: si può dimostrare che quest’azione è buona e quella cattiva, certamente non con lo stesso metodo della matematica o della fisica. [CzzC: il problema è che qui il metodo, il criterio di giudizio, non è condiviso universalmente] Anche la politica è, a suo modo, razionale: la ragione le si può rivolgere per comprenderla. Su questo non sono d’accordo con Carlo: razionale non vuol dire solo matematico o fisico o, comunque scientifico.

Sono invece d’accordo con lui, ma per motivi diversi dai suoi, quando dice che è bene dire che la fede è ragionevole e non razionale. Se fosse razionale sarebbe dimostrabile; è invece ragionevole ossia la ragione può svolgere nei suoi confronti una difesa, può argomentare che non è assurda, può valutarla e vedere che essa non ripugna alla ragione, può stabilire alcune verità di ragione che la fede contiene implicitamente e così via.

La fede non è assurda, non è nemmeno razionale perché allora non ci sarebbe più bisogno di credere, ma è ragionevole.

 

08/03
2016

<Andrea.P> Carlo, capisco la distinzione che fai tra razionale e ragionevole ma, se non ho travisato, non sono completamente d’accordo. Mi pare che tu limiti il razionale alla razionalità apodittica, ovvero le conclusioni necessarie di un ragionamento matematico. Ciò che è razionale è, in modo più ampio, ciò che segue le regole del ragionamento argomentativo. Un sillogismo, ad esempio, offre una conclusione razionale partendo da certe premesse in base a una argomentazione che deve sottostare a certe regole. La conclusione però non è necessaria, a meno che le premesse siano universalmente accettare e il ragionamento abbia seguito le regole della logica (in questo caso si parla anche di dimostrazione). Razionale è quindi molto più ampio e più ricco di quello che è il dominio delle scienze positive. Ragionevole invece è quello che non contravviene la ragione (e la sua razionalità).
Condivido il fatto che filosofia e metafisica non siano irrazionali, ma perché, pur non offrendo conclusioni necessarie, sono assolutamente razionali

26/03
2016

Ad <Andrea Fenucci> osservo: per farsi capire di più anche dalle persone di buona volontà che, pur non abbracciando la fede cattolica, non ne contrastano la valenza pubblica e ne valorizzano il contributo educativo-sociale, ritengo che sarebbe opportuno migliorare accortamente qualche forma comunicativa, quantomeno per evitare equivoci e/o inutili meccanismi di difesa; ad esempio? Spero di avere modo e tempo per spiegarmi meglio, mentre qui mi limeterei alla frase «motivare tramite le ragioni razionali, logiche e scientifiche che comunque esistono perché la Fede è razionale?»: occorre a mio avviso discernere il significato e l'uso del termine RAZIONALE (afferente a quella parte di realtà che è misurabile e descrivibile col metodo empirio matematico, tipicamente l'ambito scientifico, che arriva ad essere predittivo con bassissima percentuale di errore e di equivocabilità) dal termine RAGIONEVOLE, che comprende la razionalità, ma abbraccia anche quella gran parte dell'esperienza umana che non è riducibile al solo misurabile, equazionabile, riproducibile; se il ragionevole si perimetrasse come il razionale suddetto, dovremmo escludere dal ragionevole non solo le riflessioni filosofiche e metafisiche, ma perfino l'economia e la politica, per non dire l'amore, ambiti che ben pochi direbbero irragionevoli, ma le cui descrizioni non rispondono ai canoni della pura razionalità, basti vedere quanto siano equivocabili e fallacemente predittive; ma che sarebbe il mondo della sola scienza-tecnica senza il contributo di un logos che vada oltre i suoi limiti e che, purtroppo, tanti scientisti dileggerebbero come irrazionale?

Tanto per chiudere con un po’ di ilarità, senti con quale supponenza Odifreddi spiega ai suoi studenti che il buddismo, che non ha concetto di anima, appare più vicino alla scienza del cristianesimo: non ti par che faccia ridere come il pifferaio magico?