modificato 25/06/2016

 

La pretesa totalizzante insita nelle ideologie

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Nell’ambito della Scuola di dottrina sociale della chiesa 2016, curata dall’Osservatorio Van Thuan per la Diocesi di Trieste, interloquisco con corsisti: qui di seguito in merito alla pretesa totalizzante insita nelle ideologie.

25/06/2016

- condivido la definizione di ideologia come la pretesa della «parte che vuol fare le parti del tutto» (3ªlez. 30’42”),

condivido che la dsc sia “teologia morale” non ideologia «perché chiede la luce a qualcosa di più alto che non è in nostro possesso, che non è di parte»,

condivido che senza metafisica sia arduo definire la dignità umana e curare il vero bene comune,

- ma ritengo che il differenziale semantico tra ideologia e metafisica-fede meriti discernimento ulteriore per risolvere l’apparente contraddizione con l’accusa di pretesa totalizzante che i laicisti muovono ai credenti (3ªlez. 48’40”) «oggi laicità viene intesa come neutralità rispetto a delle visioni totalizzanti come le visioni metafisiche».

Se c’è pretesa totalizzante anche nella fede, è anch’essa un’ideologia?

A mio avviso sì per gran parte dei credo-ismi che impongono la loro weltanschauung anche con la dissuasione del male fisico (compresa quella islamista ed induista), ma non (o assai meno) per il cristianesimo: perché?

- Per la libertà che l’affezione a Cristo lascia all’esperienza di non farsi dominare dall’ideologia,

- per la sua corrispondenza alle esigenze fondamentali del cuore dell’uomo, lasciandolo libero di abiurare impunemente.

Per converso non solo abbiamo a che fare con l’ideologia, ma perfino col terrorismo e ritengo che sarà inarrestabile il terrorismo se culliamo regimi che uccidono abiuri e blasfemi.