Come il caldo della ZÒCA DE NADAL
2016.12.24 trascrivo dall’amarcord di una persona carissima.
“La zòca de Nadal”
Quando ero bambino la vigilia di Natale era carica di emozioni per l’attesa di Gesù Bambino. La mamma in cucina era intenta a preparare il pranzo di Natale. Ricordo soprattutto la preparazione del brodo di carne e della pasta per i ravioli tirata con la macchina della pasta. Papà preparava il ripieno di carne con i suoi segreti di ingredienti di spezie sapientemente dosati. Il sapore del brodo con i ravioli e del ripieno speziato sono sapori che ancora accompagnano i miei ricordi infantili.
La sera prima di andare a dormire nonno Carlo (detto “Carlone” per la sua imponenza fisica…) richiamava la mia attenzione verso la fornèla (cucina economica) in cucina per dirmi che era giunto il momento di andare a prendere la “zòca de Nadal”. Usciva di casa e tornava con un grosso pezzo di legno talmente grosso che non sarebbe entrato dalla “portèla” della “fornèla” ma che abbisognava di essere inserito nel fuoco da sopra togliendo i “zerci” (cerchi della fornèla). Dopo questa operazione mi diceva che il legno sarebbe bruciato per tutta la notte perché “stanòt arìva Gesù Bambino, el troverà la cusina calda” (“stanotte arriva Gesù Bambino e troverà la cucina calda”).
Andavo a letto con l’immagine del fuoco della fornèla ben rifornito di legna, il caldo della cucina come un abbraccio della mamma e la trepidazione che Gesù Bambino sarebbe passato nella notte senza far rumore, riscaldandosi e lasciando i regali che avremmo trovato la mattina dopo…
Faccio gli Auguri a tutti gli amici e alle persone care affinché nei nostri cuori possiamo sempre sentire il calore degli affetti, delle relazioni, degli incontri e degli sguardi, come il caldo di una “zòca de Nadal”.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 17/12/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2016.12.24 <>