modificato 21/01/2017

 

Dichiarazione di Marrakech sui diritti delle minoranze religiose nelle comunità a predominante maggioranza musulmana 26/01/2016

Correlati: Correlati: dialogo interreligioso; islam si riformi e bandisca i suoi fondamentalisti ben pagati maestri del verbo uccidere;

Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

è apprezzabile che la dichiarazione, ammettendo che il terrorismo derivi da un problema educativo, affermi che occorre una revisione dei percorsi formativi che affronti onestamente e in modo efficace qualsiasi materiale che istighi l'aggressività e l'estremismo. [CzzC: wanted: qual è stato il contributo dei wahhabiti a tale dichiarazione?]

 

 

T21/01/2017 traggo da <sussidiario2016>

La Dichiarazione di Marrakech

Ancor poco noto è il recente documento denominato Dichiarazione di Marrakech sui diritti delle minoranze religiose nelle comunità a predominante maggioranza musulmana emanato il 26 gennaio 2016 nella città marocchina. Eccone una sintesi:

... CONSIDERATO che

- le condizioni in varie parti del mondo musulmano si sono deteriorati pericolosamente a causa dell’uso della violenza e della lotta armata come strumento per la soluzione dei conflitti e per l’imposizione del proprio punto di vista;

- quest'anno ricorre il 1400 ° anniversario della Carta di Medina, un contratto costituzionale tra il Profeta Muhammad, la pace e la benedizione di Dio su di lui, e la gente di Medina, che garantiva la libertà religiosa di tutti, a prescindere dalla fede;

- centinaia di studiosi musulmani e intellettuali provenienti da oltre 120 paesi, insieme con i rappresentanti delle organizzazioni islamiche e internazionali, così come i leader di diversi gruppi religiosi e nazionalità, riuniti a Marrakech in questa data per riaffermare i principi della Carta di Medina in una grande conferenza;

- questa conferenza si è tenuta sotto gli auspici di Sua Maestà, il re Mohammed VI del Marocco e organizzato congiuntamente dal Ministero della Endowment e degli Affari Islamici nel Regno del Marocco e dal Forum per la Promozione della Pace nelle Società Musulmane con sede negli Emirati Arabi Uniti [CzzC: concordano anche i wahhabiti di Arabia Saudita e Qatar?]

e RILEVANDO che, la gravità di questa situazione coinvolge i musulmani così come i popoli di altre fedi in tutto il mondo, dopo deliberazione approfondita e discussione, gli studiosi musulmani e gli intellettuali convocati:

DICHIARANO CON LA PRESENTE il proprio fermo impegno verso i principi articolati nella Carta di Medina, le cui disposizioni contenevano una serie di principi di cittadinanza contrattuale costituzionale, come la libertà di movimento, di proprietà, la mutua solidarietà e la difesa, nonché i principi di giustizia e di uguaglianza di fronte alla legge;

E CHE gli obiettivi della Carta di Medina forniscono un quadro adeguato per le costituzioni nazionali nei paesi a maggioranza musulmana, e la Carta e i relativi documenti delle Nazioni Unite, come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo [CzzC: s’intende la nostra o quella islamica?], sono in armonia con la Carta di Medina, incluse le considerazioni relative all’ordine pubblico [CzzC: ma in Marocco 2017 si perseguitano ancora abiuri e omosessuali in onta all’Art.18 della nostra dichiarazione universale dei diritti umani: come la mettiamo?]

PRENDENDO ATTO INOLTRE che una profonda riflessione sulla varie crisi che coinvolgono l’umanità sottolinea l’inevitabile e urgente necessità della cooperazione fra tutti i gruppi religiosi,

AFFERMIAMO CON LA PRESENTE che tale cooperazione deve basarsi su una "Parola Comune", richiedendo che tale cooperazione vada oltre la tolleranza e il rispetto reciproci, al fine di fornire protezione completa [CzzC: con o senza jizya?] per i diritti e le libertà di tutti i gruppi religiosi in un modo civile che rifugga la coercizione, il pregiudizio e l’arroganza.

PREMESSO TUTTO QUANTO SOPRA, noi con la presente: facciamo appello agli studiosi musulmani e agli intellettuali di tutto il mondo per sviluppare una giurisprudenza del concetto di "cittadinanza", che sia comprensiva dei diversi gruppi. [CzzC: quindi non si impegnano a rispettare l’Art.18, ma lanciano un appello affinché venga inventata una giurisdizione che, diversamente dalla attuale, concili l’islam con il nostro art.18?] Tale giurisprudenza deve essere radicata nella tradizione e nei principi islamici [CzzC: della serie “non sia mai che io contraddica il Profeta”?] e consapevole dei cambiamenti globali. Urge che le istituzioni educative musulmane e le autorità operino una revisione coraggiosa dei percorsi formativi [CzzC: bene che si accorgano che il terrorismo deriva soprattutto da un problema educativo] che affronti onestamente e in modo efficace qualsiasi materiale che istighi l'aggressività e l'estremismo, conduca alla guerra e al caos, e conduca alla distruzione delle nostre società comuni; facciamo appello ai politici e a coloro che hanno potere decisionale affinché prendano le misure politiche e giuridiche necessarie per stabilire un rapporto contrattuale costituzionale tra i propri cittadini, [CzzC: ma non dovevano essere così da secoli le costituzioni degli stati? Si accorgono adesso di avere costituzioni che distinguono tra cittadini di serie A e di serie B? Meglio tardi che mai, comunque] e per sostenere tutte le formulazioni e le iniziative che mirano a rafforzare i rapporti e la comprensione tra i vari gruppi religiosi nel mondo musulmano; facciamo appello alle personalità del mondo della cultura, dell’arte e ai membri creativi della nostra società, così come alle organizzazioni della società civile, per stabilire un ampio movimento per il giusto trattamento delle minoranze religiose nei paesi musulmani e per aumentare la consapevolezza sui loro diritti, e per lavorare insieme per garantire il successo di questi sforzi. Facciamo appello ai vari gruppi religiosi legati dallo stesso tessuto nazionale per affrontare il loro stato reciproco di amnesia selettiva che blocca le memorie di secoli di vita comune e condivisa nella stessa terra; ci rivolgiamo a loro per ricostruire il passato facendo rivivere questa tradizione di convivialità e ripristinare la nostra fiducia condivisa che è stata erosa dagli estremisti con atti di terrore e di aggressione; facciamo appello a i rappresentanti delle diverse religioni, sette e confessioni affinché affrontino tutte le forme di fanatismo religioso, diffamazione e denigrazione di ciò che le persone hanno di sacro, così come tutti i discorsi che promuovano l'odio e il fanatismo;

E INFINE, affermiamo che è inconcepibile impiegare la religione con scopo di aggressione ai diritti delle minoranze religiose nei paesi musulmani.

 

Per comprendere il senso della Dichiarazione

Anzitutto pare apprezzabile

- che si affronti esplicitamente il dramma delle minoranze religiose anziché limitarsi ad una condanna general-generica della violenza patita da tutta la popolazione [CzzC: come fece il masso nobel pace] inclusa la maggioranza islamica in molte zone del Medio Oriente e del Nordafrica.

- che, invece di attribuire le violenze a vere o presunte provocazioni, si condanni la violenza in sé come modalità errata e nociva di affrontare i rapporti tra diversi gruppi entici e/o religiosi...

- che la parte propositiva definisca ‘inevitabile e urgente necessità” la cooperazione fra tutti i gruppi religiosi andando oltre la tolleranza e il rispetto reciproci, come da Parola Comune / Lettera dei 138

- che si ammetta il grave problema educativo.