Misericordia, ben più che compassione

Appunti in preparazione della riflessione 11e18/12/2015 col Personale di Casa Sacra Famiglia.

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[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/07/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Deus Caritas est, perdono, catechesi operativa; incontri coi genitori su Misericordia

 

↑2015.12.18 Vedo la bozza di un articolo che qualcuno del Personale intenderebbe stampare sul giornalino prenatalizio di Casa Sacra Famiglia

 

↑2015.12.18 [CzzC: in risposta ad un operatore che inveiva contro gli scandali di uomini di Chiesa, cito quanto udii il 05/12h8,20 da Rai.Radio3: casta et meretrix è la Chiesa, e purtroppo basta una cattiva testimonianza per oscurarne 1000 di bene]

 

↑2015.12.09 <avvenire>: madre Teresa dell’Amore misericordioso, superiora delle monache passioniste di Genova Quarto: Il limite che Dio ha dato al male è proprio la sua misericordia, come sottolineava san Giovanni Paolo II nella Dives in Misericordia. Può sembrare assurdo, lo so. Il nostro istinto è bloccare il male col male, rispondere alla violenza con altra violenza. Ma così si ottiene unicamente il dilagare dell’odio. Il male si vince solo col bene, con l’amore, con il perdono. Come educarci alla misericordia? Innanzitutto con la preghiera. Dio ci chiede una cosa che per noi è impossibile: il perdono. Ma Dio stesso ci rende capaci di ciò che non sappiamo fare: basta che invochiamo il suo aiuto. Contemplando a lungo Gesù in croce, impariamo a reagire come Lui. Se ricordiamo i nostri peccati e la bontà con cui Dio ci ha assolti, impariamo a guardare gli altri con occhi umili e pieni di tenerezza.

 

↑2015.10.gg 10 e 16 ottobre: incontri ad Arco: tema misericordia mie note in preparazione, oltre alla traccia fornitaci dal don doc e pdf.

 

↑2015.04.12 <bussolaq>: «Misericordiae vultus». Quasi un'enciclica per l'Anno Santo delle confessioni. La Bolla di indizione del Giubileo straordinario della Misericordia

 

↑2001.06.gg Bergoglio: L’attrattiva Gesù e la MISERICORDIA «Il luogo dell’incontro è la carezza della misericordia di Gesù Cristo verso il mio peccato

 

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Appunti in preparazione della riflessione 11e18/12/2015 col Personale di Casa Sacra Famiglia.

Canto introduttivo Vieni, vieni, Spirito d’Amore.

Sono qui non come esperto, ma come normale credente, cui due anni fa il mio Parroco chiese di aiutare i genitori della parrocchia, in riunioni come questa, a rendere ragione della fede che è in noi, ubbidendo all’invito dell’Apostolo Pietro (1Pt3,15) che raccomandava ai primi cristiani: «Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi»; quest’anno allo stesso scopo sono stato invitato anche da questa vostra Casa.

Mi sentirei più a mio agio a dare ragione (testimonianza) con le opere invece che con le parole, perché con le opere, soprattutto con quelle di carità, di solidarietà, si va facilmente d’accordo con tutti, mentre quando si parla, si discute, è più facile incorrere in qualche incomprensione o essere tacciati di incoerenza (nessuno è esente dall’accusa di incoerenza) o di essere percepiti di schieramento partitico diverso da quello dell’interlocutore: ma pare che anche il Papa ci incoraggi ad annunciare, senza badare ai nostri limiti:

2015.12.06 Angelus di Papa Fr1: FAR CONOSCERE GESÙ A QUANTI INCONTRIAMO

domenica scorsa all’Angelus ci diceva: «Pertanto ognuno di noi è chiamato a far conoscere Gesù ... Ma questo non è fare proselitismo. No, è aprire una porta. «Guai a me se non annuncio il Vangelo!» (1 Cor 9,16), dichiarava san Paolo. Se a noi il Signore Gesù ha cambiato la vita, e ce la cambia ogni volta che andiamo da Lui, come non sentire la passione di farlo conoscere a quanti incontriamo al lavoro, a scuola, nel condominio, in ospedale, nei luoghi di ritrovo?

<mp3>: Se ci guardiamo intorno, troviamo persone che sarebbero disponibili a cominciare o a ricominciare un cammino di fede, se incontrassero dei cristiani innamorati di Gesù. Non dovremmo e non potremmo essere noi quei cristiani? Vi lascio la domanda: “Ma io davvero sono innamorato di Gesù? Sono convinto che Gesù mi offre e mi dà la salvezza?”. E, se sono innamorato, devo farlo conoscere. Ma dobbiamo essere coraggiosi: abbassare le montagne dell’orgoglio e della rivalità, riempire i burroni scavati dall’indifferenza e dall’apatia, raddrizzare i sentieri delle nostre pigrizie e dei nostri compromessi.

Anch’io sono qui a pormi l’interrogativo del Papa «Ma io davvero sono innamorato di Gesù? Sono convinto che Gesù mi offre e mi dà la salvezza?»: e la risposta non è sempre certa, come ammise perfino Santa Madre Teresa di Calcutta, nella lunga notte della fede, magari di fronte al male, soprattutto quello patito dalle creature più innocenti, e allora la fiammella della speranza si può riaccendere solo pregando e guardando il volto dei testimoni di Cristo che abbiamo accanto e che vivono un’umanità affascinante anche nelle tribolazioni, trasformano il quotidiano in eroico e l’eroico in quotidiano.

È fissando lo sguardo su questi testimoni e compagni nel cammino della mia vita che ho concordato con suor Iralda il titolo di questo incontro: Misericordia, ben più che compassione. Perché? Il loro esempio non mi fa bastare l’accezione ordinaria di misericordia (<wikipedia> compassione per la miseria altrui), ma vedo che seguendo Cristo hanno incarnato uno stile di vita misericordioso che abbraccia tutta l’umanità del prossimo inclusa la loro persona, non solo dunque il bisogno materiale, ma anche quello dei bisogni più profondi dell’animo umano che scaturiscono dalla consapevolezza di sé, dal significato del nostro agire (il perché, sia come causa sia come finalità), insomma, una visione del mondo che mi fa gustare di abitarvi fino a dire grazie alla vita mia e a quella di chi il Signore mi ha affidato in responsabilità di allevamento e assistenza. Da qui anche la gioia, capace di mitigare la paura e la rabbia, emozioni che la vita ci induce ad ogni piè sospinto, emozioni che, tuttavia, potremmo usare per l’altra faccia della misericordia, quella che ci induce ad agire in prevenzione contro le cause della miseria e del male, siano esse questioni mediche siano esse, come purtroppo più sovente patiamo, questioni di giustizia sociale locale o globalizzata, leggi sbagliate o tradite impunemente, finanza cinica che strozza il lavoro ordinario, latrocinio generazionale della mia generazione che si è accaparrata privilegi impensabili per quella dei miei figli e nipoti.

Ma non allarghiamoci troppo, semmai la prossima volta ...

Restiamo oggi alla misericordia che ci tocca da vicino e chiediamoci: da dove vediamo che traggono il fondamento della misericordia i suddetti compagni di cammino, quelli che ci testimoniano l’innamoramento di cui diceva il Papa?

Da Gesù diremmo (ovvio, si risponde sempre così): sì, ma ci dicono che il modello è la misericordia di Gesù verso il loro/mio peccato, una morale diversa sia dai quietismi spiritualoidi sia dal pelagianesimo (la credenza che la volontà dell'essere umano è da sola in grado di scegliere il bene o il male senza uno speciale aiuto divino): per farla breve, da quei testimoni io ho imparato due aspetti fondamentali

1) quella che Gesù predica e pratica è ben più che una filantropia, è senso della vita in fraternità

2) io/tu sapremo usare vera misericordia verso il prossimo se noi per primi ci sentiamo abbracciati da una immensa misericordia.

Non è scontato e non è cosa di poco conto. Ma andiamo per gradi e, senza inventare l’acqua calda, andiamo alla fonte, la famosa parabola sulla misericordia, quella del Buon samaritano, con relative domande.

Se restasse tempo, vedi anche il concetto di PERDONO;

2015.12.06 Angelus di Papa Fr1: PERDONARE NON È FACILE

<mp3> è vero che sentiamo come sente Gesù? Per esempio, quando subiamo qualche torto o qualche affronto, riusciamo a reagire senza animosità e a perdonare di cuore chi ci chiede scusa? Quanto difficile è perdonare! Quanto difficile! “Me la pagherai!”: questa parola viene da dentro! Quando siamo chiamati a condividere gioie o dolori, sappiamo sinceramente piangere con chi piange e gioire con chi gioisce? Quando dobbiamo esprimere la nostra fede, sappiamo farlo con coraggio e semplicità, senza vergognarci del Vangelo? E così possiamo farci tante domande. Non siamo a posto, sempre dobbiamo convertirci, avere i sentimenti che aveva Gesù. [CzzC: e chiedere aiuto per imitarlo, cioè pregare, altrimenti non ce la facciamo]

Se possibilità di video, vedi Myriam di Qaraqoush