Per la condiscendenza al SECOLARISMO simpatico allo spirito del mondo soffriva Paolo VI come …
come anche Benedetto XVI, secondo i quali tale condiscendenza induceva sfacelo della Chiesa. Di Paolo VI, che fu artefice del CV2°, nemmeno gli ermeneuti di rottura denigratori di GP2° e di B16° dicono che fosse un traditore del CV2°: eppure vedi qui1970 e qui1969 la preoccupazione e la sofferenza di Paolo VI consonante con quelle di B16° a distanza di 35 anni per questa chiesa alla deriva verso un secolarismo di facile simpatia con lo spirito del mondo in cultura dominante: Fr1 mette in guardia dal progressismo adolescenziale: altro che un facile volemose bene senza eterne contrapposizioni.
Vedi Ratzinger marzo 2005 Via Crucis "sporcizia nella Chiesa".
L'idea di verità rappresenta una minaccia per la democrazia? Questa, secondo Max Weber, può vivere solo nell'orizzonte di un pluralismo scettico, in quel "politeismo dei valori", plafond del mondo secolarizzato.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 06/06/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Paolo VI come B16°: altro che un volemose bene senza eterne contrapposizioni; perché si è abbandonato Platone? Anticristo Convegno Verona 2006; statistiche del secolarismo
↑2023.12.02 Cosa intende la sociologa Hervieu-Léger con «Secolarizzazione non è l’ultima parola»? <avvenire> Il paradigma della secolarizzazione irreversibile delle società (coltivato più in Europa che in USA) si evidenziava in una sorta di trionfo della razionalità scientifico-tecnica, ma anche dell’affermazione dell’autonomia dell’individuo, con uno slittamento crescente dei fenomeni religiosi nella sfera più intima. Ma fra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta è crollato il mito del progresso illimitato ed oggi la secolarizzazione viene vista ormai più come una sorta di deregolamentazione del credere, che come fenomeno irreversibile. Mettere in evidenza la specificità delle religioni storiche significa pure ricordare che i sistemi istituzionali legati ad esse hanno modellato la cultura europea e occidentale. Persino in Francia, la matrice culturale delle istituzioni è largamente ispirata al modello della Chiesa Romana, come aveva già notato Émile Durkheim.
↑2023.09.03 La Lettera ai Cristiani d’occidente” fu scritta nel 1970 da don Joseph Zvěřina, di Charta 77, che trascorse quattordici anni ai lavori forzati in un lager comunista: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» dice Paolo (Rm 12). Continua qui con le parole chiave giudizio, spirito del mondo, secolarizzazione, relativismo.
↑2023.02.22 <tempi> Benedizione coppie gay. Tre quarti degli anglicani abbandonano la Chiesa d’Inghilterra? La maggior parte delle chiese non vuole più riconoscere il primato dell’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, il cui sinodo ha dato il via libera alla benedizione delle coppie gay anche se non ancora a celebrare matrimoni gay. <nigrizia> Tra i vescovi dissenzienti – che rappresentano un quarto delle 42 chiese che fanno parte della comunione anglicana – quelli di Sudan, Sud Sudan, Uganda, Rd Congo ed Egitto; in disaccordo anche Henry Ndukuba, arcivescovo della Chiesa della Nigeria che rappresenta circa un terzo degli anglicani nel mondo; e pure Jackson Ole Sapit, arcivescovo del Kenya, criticando le “potenti voci secolari che hanno catturato la Chiesa d’Inghilterra” e dicendosi “rattristato dall’allontanamento della chiesa madre dal vero vangelo”. [CzzC: vedi anche qui a Gerusalemme]
↑2021.02.22 <osservRom> avanza la secolarizzazione in Europa: in Scandinavia, Uk, NL la pratica religiosa è <10%; crolla anche il numero di coloro (non praticanti) che si definiscono “cristiani”. Analoga tendenza a calare si registra in Irlanda e nei Paesi mediterranei. In Italia i “praticanti” sono scesi in dieci anni dal 33% al 27%; tra i giovani (18-29 anni) i praticanti sono solo il 14%, e continuano a calare di quasi il 3% l’anno. I primi cristiani condividevano (attivamente) oltre alla Messa/dottrina anche l’esperienza quotidiana dell’incarnazione nella loro vita; occorre reagire all’individualismo: la vita non può essere tenuta al margine della Chiesa, solo commentata, giudicata o perdonata dal clero. I cristiani hanno bisogno di parlare fra loro del loro essere cristiani [CzzC: e FARE opere (anche sussidiarie) alimentate da tale loro comunione e identità, senza rassegnarsi ad essere ricacciati in sacrestia, collaborando con tutti gli uomini di buona volontà]
↑2019.12.14 <tempi> convegno “L’uomo e il Creato: l’ecologia integrale di fronte alle sfide ambientali”. Anche la conversione ecologica a cui chiama oggi la Chiesa cattolica altro non è che una definizione aggiornata della vita virtuosa, cioè conforme alla nostra natura creaturale ... La virtù è vita dentro ai limiti propri dell’umano, il vizio è vivere e agire secondo il principio dell’illimitatezza. Ancora oggi si sente dire che la crisi ecologica è una conseguenza dell’antropocentrismo giudaico-cristiano [CzzC: ben più calvinista che cattolico], che vede nell’uomo il vertice della creazione, a lui sottomessa («crescete e moltiplicatevi»): invece il dominare di cui si parla qui consiste nell’esercizio di un retto governo sul creato, e non nello sfruttare senza limiti. La suddetta accusa ai giudo-cristiani è un falso storico: la Rivoluzione industriale, col suo forte impatto ambientale (dai gas serra ai molti altri inquinanti) coincide con l’inizio del processo di secolarizzazione; l’impronta ecologica umana media è diventata insostenibile all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, cioè proprio quando è cominciato il declino del cristianesimo nei paesi industrializzati; e l’aggravamento di questa insostenibilità va di pari passo col declino numerico del cristianesimo nei paesi industrializzati europei e nordamericani.
↑2019.10.12 Magister, A.M.Valli, Lib&Pers <magister, valli L&p nbq> citano Padre Martín Lasarte Topolanski, uno dei 33 ecclesiastici voluti da Fr1 per il sinodo sull’Amazzonia: egli addita tre malattie che rendono sterile l’evangelizzazione di quell'area, malattie favorite da linee pastorali e mentalità che si sono radicate nel ’68 e nel decennio 1970-80: antropologismo culturale, moralismo sociale, secolarismo.
↑2019.07.23 <giornale news> in Germania è "fuga dal cristianesimo": 400mila fedeli in meno nel 2018 (-200mila a testa cattolici e luterani Ekd): pur ancora maggioritaria, quella comunità cristiana rischia di divenire minoritaria in pochi anni [CzzC: sperando di non finire perseguitata dagli scristianizzati].
↑2018.12.26 secolarizzazione in Uk (e non solo) <Aldo Maria Valli> cita Lifesitenews su un’indagine recente: il ~38% dei cittadini britannici di età compresa tra 21 e 28 anni non conosce l’identità del bambino nel Presepe; una percentuale analoga, ~37%, non sa dire chi siano Maria e Giuseppe. Molti pensano che Babbo Natale abbia un qualche ruolo nella vicenda del bambino che nasce a Betlemme. Non c'è da stupirsi visto che solo il 6% di cittadini britannici può essere classificato come praticante, dopo anni e anni di censura e di autocensura in nome di un malinteso senso del rispetto per le altre fedi e culture.
↑2018.08.23 <Meeting vid> Il cardinale che viene da Nord: Anders Arborelius, battezzato luterano, poi accolto nella Chiesa cattolica è ora arcivescovo di Stoccolma e cardinale: una speranza dalla Svezia: lavorare, vivere e credere insieme; abbiamo bisogno di sorella speranza: vedere la realtà in una prospettiva di eternità, con umiltà e spirito realistico; anche i pochi cattolici (figli dell’immigrazione) possono essere una luce di speranza nella Svezia, paese post-luterano e secolarizzato; la conversione avviene per un incontro con un testimone ... continua
↑2016.04.03 Le sfide del neo vescovo Mons Lauro Tisi [CzzC: commento Giovanetti su l’Adige 03/04/2016 p1e55 che fa ottima quanto facile e scontata l’analisi del SECOLARISMO, ma quando punta i valori non negoziabili, fa inchino alla cultura dominante e rischia di andare fuori strada assonando con essa i Leitmotiv L5-L9]
↑2014.07.03 <avvenire> Anche il significato del termine religione sarebbe alterato dalla cultura dominante, secondo la quale credere in Dio sarebbe solo una delle manifestazioni possibili della visione religiosa del mondo. ... continua
↑2012.11.14 Trassi da pag.30 di Tempi#45 e da questoLinkNonPiùEfficace. Dice Schönborn: «Se ad esempio qualcuno ha dichiarato esplicitamente di disobbedire alla Chiesa, come è per i firmatari dell’ «Appello alla disobbedienza» (testo) del giugno 2011, non potrà assumere incarichi di rilievo all’interno delle nostre strutture». Continua qui con anche keys Helmut Schüller iniziatore della Pfarrer Initiative, Wir sind Kirche, donne prete, secolarizzazione, legalizzazione aborto, evangelicali
↑2012.06.07 Omelia del papa al Corpus Domini: il culto dell’Eucaristia e la sua sacralità. «E’ sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra. E’ proprio il contrario ... La novità cristiana riguardo al culto è stata influenzata da una certa mentalità SECOLARISTICA degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.»
↑2011.10.25 A causa dell’abbandono di Platone? [CzzC: C’è ben altro che SECOLARIZZA, caro don A.Matteo; ad esempio la menzogna di tante fiction mediatiche o video-ludiche (alla Dan Brown) ha radicato nella mente ... continua].
↑2011.01.25 <youtube> video-intervista a Padre Bernardo Cervellera: il ruolo della TRADIZIONE nel dialogo interculturale: un ruolo molto importante, ma alcune tradizioni trasmettono cose da fare e valori morali senza trasmettere la vita, cosicché, i giovani in particolare, le assumono in modo acritico oppure le rifiutano come oggetti ingombranti da portare avanti, e così montano l'individualismo e il secolarismo, il nemico comune di fronte a cui si trovano tutte le tradizioni religiose.
↑2006.10.19 <google> Reazioni diverse al gran discorso <vatican> che promuove la chiesa di Ruini e invita a una carità solidale “non ideologica”. [CzzC: Parole chiave: fede Gesù risorto speranza incontro valori secolarizzazione Ratisbona; Chiesa; spirito del mondo; che ne pensa Melloni?]
↑2005.03.25 <vatican asianews google> JOSEPH RATZINGER alla via Crucis marzo 2005; poi divenne B16°
“Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un SECOLARISMO senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra!
Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta SPORCIZIA c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!
Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci (cfr. Mt 8, 25).
Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano.
La veste e il volto così sporchi della tua Chiesa ci sgomentano. Ma siamo noi stessi a sporcarli! Siamo noi stessi a tradirti ogni volta, dopo tutte le nostre grandi parole, i nostri grandi gesti.
Abbi pietà della tua Chiesa: anche all’interno di essa, Adamo cade sempre di nuovo. Con la nostra caduta ti trasciniamo a terra, e Satana se la ride, perché spera che non riuscirai più a rialzarti da quella caduta; spera che tu, essendo stato trascinato nella caduta della tua Chiesa, rimarrai per terra sconfitto.
Tu, però, ti rialzerai. Ti sei rialzato, sei risorto e puoi rialzare anche noi. Salva e santifica la tua Chiesa. Salva e santifica tutti noi”
↑2004.01.19 <morcelliana, google> Il 19 gennaio 2004 la Katholische Akademie in Bayern ha organizzato a Monaco un singolare e straordinario dialogo tra il filosofo Jürgen Habermas e il cardinale Joseph Ratzinger: tra la tentazione secolarista che bolla ogni forma di cultura religiosa come regressione irrazionale e la tentazione integralista che vuole imporre autoritariamente le verità di un’unica fede religiosa, Habermas e Ratzinger aprono la prospettiva di una società postsecolare in cui laici e credenti scoprano il dialogo non solo come strumento di necessario compromesso, ma come metodo per il ritrovamento di se stessi. La filosofia ritrovi il gusto della “traduzione” e la religione il gusto dell’“intelligenza”. [CzzC: 2024.05.23 ~h18 a Radio 24 odo ricordare questo dialogo come una perla dell’espressione della cultura occidentale a radici giudaico-cristiane, rara a trovarsi altrove]
↑1977.09.08 10 mesi prima di morire Paolo VI espresse questo grave giudizio in un colloquio con Jean Guitton che riporta così le parole del Papa: “C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo della Chiesa, e ciò che è in questione è la fede. Capita ora che mi ripeta la frase oscura di Gesù nel Vangelo di san Luca: “Quando il Figlio dell’Uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla Terra? ... Ciò che mi colpisce, quando considero il mondo cattolico, è che all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico all’interno del cattolicesimo diventi domani il più forte. Ma esso non rappresenterà mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”. Ciò che aveva immaginato, o meglio, predetto Vladimir Solov'ev nel 1900 nella Leggenda dell'Anticristo non è più solo una leggenda
↑1970.01.07 PAOLO VI Udienza generale
“Sarà bene iniziare questa riflessione tracciandole subito una via retta per evitare due eventuali e pericolose deviazioni.
1) La prima
deviazione è quella di credere che il Concilio ha aperto un’era talmente nuova
da autorizzare una svalutazione, un distacco, un’intolleranza verso la
tradizione della Chiesa. Esiste in molti uno stato d’animo di radicale
insofferenza verso lo «ieri» della Chiesa: uomini, istituzioni, costumi,
dottrine, tutto è senz’altro accantonato, se porta l’impronta del passato. È
così che uno spirito critico implacabile condanna in questi irrefrenabili
innovatori tutto il «sistema» ecclesiastico di ieri: essi non vedono più
che colpe e difetti, inabilità e inefficienza nelle espressioni della vita
cattolica degli anni trascorsi; con conseguenze che si presterebbero a molte e
gravi considerazioni, e che oscurano quel senso storico della vita della
Chiesa, ch’è pur preziosa caratteristica della nostra cultura. Esso è
sostituito da una facile simpatia a tutto ciò ch’è fuori della Chiesa; l’avversario
diventa simpatico ed esemplare, l’amico invece diventa antipatico e
intollerabile. Se questo processo non è moderato, esso dà luogo perfino
alla persuasione che sia lecito prospettare l’ipotesi d’una Chiesa del tutto
diversa da quella odierna e nostra; una Chiesa inventata, si dice, per i
tempi nuovi, dove sia abolito ogni vincolo di obbedienza molesta, ogni
limite alla libertà personale, ogni forma d’impegnativa sacralità.
Questa deviazione è pur troppo possibile; ma è da sperare che la sua stessa
evidente eccessiva misura ne denunci l’errore: non certo a questa
disintegrazione della realtà storica, istituzionale e collaudata vuol tendere
l’aggiornamento», cioè il rinnovamento della Chiesa, patrocinato dal Concilio.
2) Altra deviazione sarebbe data dal confondere la consuetudine con la tradizione, e dal credere perciò che il Concilio sia ormai da considerarsi chiuso e inefficiente, e che i veri nemici della Chiesa promuovono e accolgono le novità derivanti dal Concilio stesso. La tradizione, cioè la consuetudine, dicono, deve prevalere. Anch’essi questi difensori dell’immobilismo formale del costume ecclesiastico, forse per eccesso d’amore, finiscono per esprimerlo questo amore in polemiche con gli amici di casa, quasi questi, più che altri, fossero infedeli e pericolosi.
↑1969.09.24 Paolo VI, Udienza generale 24 settembre 1969: «Oggi non è raro il caso di persone, anche buone e religiose, giovani specialmente, che si credono in grado di denunciare tutto il passato della Chiesa [...] come inautentico, superato e ormai invalido per il nostro tempo; e così, con qualche termine ormai convenzionale, ma estremamente superficiale ed inesatto, dichiarano chiusa un’epoca costantiniana, preconciliare, giuridica, autoritaria, e iniziata un’altra libera, adulta, profetica. [...] Per essere oggi veramente fedeli alla Chiesa dovremmo guardarci dai pericoli che derivano dal proposito, tentazione forse, di innovare la Chiesa con intenzioni radicali e metodi drastici, sovvertendola»