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Con i genitori di 4ª e 5ª proseguiamo la riflessione sulla libertà. |
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Correlati: 2014-2015 catechesi sulla libertà |
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Pagina senza pretese di esaustività o di imparzialità: link e commenti blu sono miei(CzzC) |
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27/01/2015. Nelle riflessioni sulla libertà che ci scambiammo ad Arco lo scorso 16 novembre concordammo nell’affermare il valore della libertà, da sostenere con amore e verità, da proteggere contro le insidie dell’odio e dalla menzogna; convenimmo sull’importanza delle regole e dei criteri di valore da acquisire attraverso un processo educativo che ci coinvolge sia come allenatori (in particolare come genitori o maestri) sia come allenati (abbiamo sempre da imparare e ciascuno di noi questa sera è qui anche per questo). S. Paolo disse che la legge sarebbe superflua, basterebbe lo Spirito, ma quand’anche lo spirito fosse pronto, la carne sarebbe sempre debole e in queste condizioni sarebbe proprio la fedeltà ad una regola (un metodo, un criterio acquisito con la ragionevolezza persuasiva ma anche dissuasiva) a permetterci di ridurre la probabilità degli errori (offese alla libertà altrui) che ci farebbe commettere la nostra istintività. Ci ricordiamo di Kant? “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”. Il cielo stellato (il mondo fisico) non distingue tra me e gli altri animali e ci condiziona uniformemente a loro (darwinismo); la legge morale invece ci differenzia, sia in termini di autocoscienza superiore, sia in termini di necessità universale, perché, altrimenti, l’uomo sarebbe capace anche di distruggerlo questo nostro piccolo pianeta chiamato Terra. Se è vero che al fondo del cuore di ogni uomo c’è un anelito di infinito, di felicità, una tensione a capire il significato del nostro vivere (quello che potremmo chiamare il senso religioso), è altrettanto vero che l’uomo adulto non è solo frutto del suo DNA, ma di un allevamento educativo, la cui carenza può lasciarlo bestia (uomo allevato dai lupi) o le cui aberrazioni possono renderlo peggiore delle bestie (vedi Isis). E che dire infine della libertà di sbagliare? Vedi parabola del Figliol prodigo. E che dire della misericordia e del perdono piuttosto che dell’occhio per occhio? Siccome non abbiamo né il tempo né la competenza teorica per fare qui una dotta riflessione sull’educazione alla libertà, potremmo limitarci a lasciarci interrogare dalle circostanze (anche dalla cronaca di questi giorni sul terrorismo illibertario) mettendo in comune domande ed eventuali tentativi di risposta scaturenti dall’esperienza personale, che sentissimo valere in termini educativi sia verso i nostri figli sia verso le nostre convinzioni di adulti.
Alcune domande e spunti di riflessione annoterei qui di seguito: - Mi sento Charlie-Hebdo? Io non esibirei insegne je suis charlie ma nemmeno magliette je ne suis pas charlie, perché ... - Cosa diceva già nel 1978 Solženicyn sulla libertà in Occidente: guardarsi bene dall’oltrepassare i limiti giuridici, ma senza alcuna vera responsabilità morale se si snaturano i fatti e si alterano le priorità: siamo alla libertà dell’ irresponsabilità: quanti giudizi presuntuosi ed erronei confondono ogni giorno il cervello di lettori e ascoltatori e vi si fissano! I piloti dei mass media hanno il potere di contraffare l’opinione pubblica e anche quello di pervertirla. - Come Sandro Pertini coniugava libertà e giustizia: “Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà ... Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io” - Giustizia solo sociale? Qual è il fondamento della giustizia con cui misurare la nostra libertà? E’ ciò che stabilisca la maggioranza democratica oppure è qualcosa di superiore, come la dignità della persona, da fondare al riparo perfino del criterio di maggioranza democratica come disse Benedetto XVI a Berlino/2011? E come definiamo la dignità della persona? A immagine e somiglianza di Dio oppure in base alla sua funzionalità sociale (darwinismo sociale) con la teoria dello scarto e lo stato essenza dell’eticità? Liberté ed egalité o anche la fraternité così tanto scordata sia dai terroristi sia da certi vignettisti? Solitamente dopo una riflessione con amici cerco di portarmi a casa una sintesi, qualche punto fermo che mi aiuti a fare un passo avanti nella mia educazione, ringraziando i buoni maestri e schivando quelli di dubbio sistematico e i maestri di odio. Per me annoterei ... |
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