Film Anita B. di Roberto Faenza
Anita B. il film sulla "trappola" che allontana gli uomini dalla verità. Anche il non voler ricordare è una forma di negazionismo.
Impressioni di Ghiselli: Rispetto al libro di Edith Bruck, Quanta stella c’è nel cielo, Faenza ha attenuato qualche urlo tragico. ... Alcune scene sono di invenzione del regista e servono appunto a mitigare la cupa drammaticità di certe parti della storia. Molto belli sono il canto e la danza corale guidati da Moni Ovadia ... In questa coralità scompaiono gli egoismi, le meschinità e i dolori dei singoli personaggi.
Potremo uscire dalla fangosa palude dell’indifferenza se cresceranno molti giovani come Anita, aiutati magari, o per lo meno non ostacolati, da quanti tra i non giovani sono capaci ancora di pensare e valutare con i criteri della bellezza e della giustizia. Per acquistare, e non perdere questi criteri, è necessaria la conoscenza del passato.
Anita mi fa pensare ad Antigone di cui Shelley scrisse: “Alcuni fra noi, in una precedente esistenza, si sono innamorati di un'Antigone: ecco perché non troveranno mai completa soddisfazione in un legame mortale!”
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 18/04/2022; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
↑2014.01.27 <atuttascuola> la poesia e il messaggio mmorale
- La poesia e il messaggio morale del film Anita B. di Roberto Faenza di Giovanni Ghiselli
- Il La trama del film tratto dal racconto di Edith Bruck con intervista al regista)
- Quanta Stella c’è nel cielo (di Edith Bruck) 1ª parte e 2ª parte della recensione di Giovanni Ghiselli e recensione di Luigi Gaudio in mp3/wma e video