Per Eugenia Romanelli è troppo poco l'immaginario su LGBT e la Chiesa impedisce lo sviluppo culturale dell'Italia
con mail chiedo spiegazioni sulla sua prolusione: «convinta che sull'omosessualità c'è pochissimo immaginario in Italia e noi artisti facciamo troppo poco; il Papa, anche Francesco, è una sentinella morbosamente ostile a riconoscere l’omosessualità come un diritto alla vita per gli LGBT»
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↑2013.08.23 Da CzzC Inviato: venerdì 23 agosto
2013 21:21
A: Eugenia
Romanelli Prof.ssa della Luiss
Oggetto: Alcune domande circa intervista 02/07/2013 http://vitv.it/romanelli-la-chiesa-limita-lo-sviluppo-culturale-dell-italia__2521225750001.html
Gent.ma Prof.ssa Eugenia
se non fosse Lei che rispondeva a questa intervista all’inizio dello scorso mese di luglio
La pregherei di non proseguire la lettura di questa email, e di scusarmi l’equivoco.
Altrimenti, riconoscendoLe la più ampia facoltà di cestinare una missiva da mittente sconosciuto, mi permetterei di disturbarLa in merito alla suddetta intervista e nell’ambito di un servizio di mini rassegna stampa che curo con un gruppo di amici, non prima di essermi sottoscritto e presentato.
CzzC, indirizzo, tel, cell, fax
MI PRESENTO: vedi come al solito
LE DOMANDE
Come potrebbe leggere qui di seguito in data 2013.07.02 ho commentando la suddetta Sua intervista, ponendoLe alcune domande.
Mi piacerebbe conoscere il suo parere in merito, anche di confutazione delle mie argomentazioni, che riferirei al gruppo.
Grazie di cuore, a prescindere dalla sua possibilità di leggermi e di rispondermi. Cordiali saluti. CzzC
↑2013.07.02 Traggo da vitv.it (qui video) intervista titolata “Romanelli, la chiesa limita lo sviluppo culturale dell'Italia”. Apprendo che alla Sapienza insegnava “il metodo Bazar” e in questa intervista commenta con piacere il libro/film sulla passione lesbica che ne descrive in dettaglio i rapporti ed è contenta di inserirsi in questo filone perché ...
- stralcio audio♫1: per quanto riguarda l'omosessualità e soprattutto quella femminile c'è pochissimo immaginario in Italia ... , noi artisti facciamo troppo poco, ci sono troppo pochi film e troppo pochi libri, troppo pochi servizi giornalistici, le persone non riescono a immaginarlo, non riescono a pensarlo e quindi, chi non ha un'esperienza diretta, lo pensa soltanto come qualcosa di terribilmente estraneo;
- stralcio audio♫2: Come dice Vladimir Luxuria non si può fermare il vento con un dito: questo sarà un processo storico ovvio ... abbiamo un ritardo storico imbarazzante ... ; l’intervistatrice in assist: “forse anche il fatto stesso che anche l’Italia ha il rappresentante della Chiesa sul territorio forse anche questo può essere in qualche modo” e la Romanelli risponde “certo, non l’ho detto perché mi sembrava troppo ovvio purtroppo ... simpatia di Francesco ... però ecco è una sentinella morbosamente ostile, sì ovviamente a riconoscere l’omosessualità come un diritto alla vita per le persone omosessuali”
Gent.ma prof.ssa Eugenia: in questa intervista La vedo con arte sentenziare che sull' omosessualità c'è pochissimo immaginario in Italia e noi artisti facciamo troppo poco: mi permetterei, senza presunzione di saccenteria e di imparzialità, ma semplicemente come educatore e padre di tre figli normalmente generati con rapporto matrimoniale costituzionale, di rivolgerLe alcune domande (anche a nome di alcuni amici di un gruppo di mini rassegna stampa), e mi consenta una formulazione delle medesime esprimente un tentativo di correzione fraterna nei Suoi confronti, peraltro assolutamente reciprocabile.
- Q1) Le chiedo se, una professoressa scrittrice, decantante dettagli descrittivi dell’ars amatoria lesbo e ridacchiante sulla relativa supposta eccitazione maschile, sia veramente certa di non sentirsi paga
- del pushing mediatico sciorinato pro LGBT pride e relativi diritti ma anche capricci passati per tali fino a conculcare a minori adottabili il diritto di non essere programmati a nascere per essere ceduti a due gay;
- dell’agile sistema premiante concesso in materia, arte ridondante.
Le chiedo se, non nel Suo caso, ma in altri affini, non ritenga che possa giocare un interessato servilismo a certi potentati di invasività culturale.
- Q2) Se avesse digitato lesb su un motore di ricerca trovandovi dovizia di comunicazione attinente, ci direbbe forse che il porno non fa testo per la sua magra statistica contemplante quelli che “pensano e immaginano” abbastanza in merito?
- Q3) Quando poi sermona che il Papa, pur il simpatico Francesco, è una sentinella morbosamente ostile a riconoscere l’omosessualità come un diritto alla vita per gli LGBT, mi consenta gent.ma Prof.ssa, di chiederLe se a fine mese avesse cambiato idea, non tanto sull’opportunità di programmare un essere umano a nascere per due gay, ma almeno sul Papa, udendolo dire (video; testo intero) «Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?». Se non avesse cambiato idea, ciò temerei indotto da collateralismo col relativo lobbismo, verso il quale il Papa osò discernimento: «Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli... Il problema è fare lobby di questa tendenza». Ma forse, gent.ma Prof.ssa, Lei potrebbe reciprocarmi correzione fraterna e Le sarei grato per l’attenzione prestatami fin qui, a prescindere dall’esito, nella convinzione che la diversità di opinioni in libertà di opinione e di educazione (tranne che per i maestri di odio), è una ricchezza per la civile convivenza, sperando che Lei non reizzi l'opinione classificando come odio il disaccordo. Cordiali saluti. CzzC.