Perfino INVIDIA sarebbe ravvisabile nell’ostinazione referendaria CONTRO LE SCUOLE PARITARIE
[CzzC: 2013.05.05: le paritarie sono molto apprezzate da fruitori di ogni classe sociale ma sono al 90% cattoliche; da qui l’invidia illuminata da laiciste matrici della cultura dominante, invidia per il bene comune generato da invisa matrice di papa-succubi; non sia mai che gli scemi cattolici siano preferiti come educatori anche da non papa-succubi: facciamo che se la debbano interamente pagare quella scuola, così i cattolici risulteranno delegittimati nel loro presunto servizio al bene comune perché diverrebbe un servizio disponibile solo per ricchi.]
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↑2013.10.08 <ragione-fede> Rodotà ha problemi con i numeri sulle scuole paritarie: ancora fissato contro le scuole paritarie (che chiama private) come quando militava nel PCI, con gli stessi slogan: «Non tagliare alla scuola privata per altri fini, ma per rendere la scuola pubblica adeguata ai propri fini», ha detto <huffing> recentemente a Radio Popolare.2.31 <>
↑2013.05.05 Stefano Rodotà: L’illuminato fresco candidato presidente della Repubblica, si schiera a favore dei referendari di Bologna che vogliono cancellare le scuole paritarie cattoliche: Rodotà sostiene i referendari anche se il loro successo facesse aumentare gli oneri per lo Stato: “non siamo di fronte a una questione contabile... spetta allo Stato adempiere ai suoi doveri nei confronti dei cittadini al di là delle convenienze»: [CzzC: sottintende il dovere di erogare il servizio scolastico; ma il dovere dello stato è di garantire buoni servizi ai cittadini, non di erogarli con suoi dipendenti; poveri noi se i servizi alla salute o quelli dei trasporti, sostenuti da fondi pubblici, fossero solo quelli erogati da dipendenti pubblici e non anche da aziende convenzionate; ma il nostro illuminato va a nozze con i paradigmi ideologici delle solite matrici laiciste e dunque con la sublimazione dello statalismo ad ogni costo, anche contro le convenienze di spesa, il bene comune, la priorità educativa dei genitori tutelata dall’art.26.3 della dichiarazione universale dei diritti umani. Perfino invidia sarebbe ravvisabile nell’ostinazione referendaria contro le scuole paritarie, ancorché molto apprezzate da fruitori di ogni classe sociale; paritarie che in IT sono al 90% cattoliche; non sia mai che gli scemi cattolici siano preferiti come educatori anche da non papa-succubi: facciamo che se la debbano interamente pagare quella scuola, così i cattolici risulteranno delegittimati nel loro presunto servizio al bene comune perché diverrebbe un servizio disponibile solo per ricchi.