La Resurrezione non sarebbe né dimostrabile né umanamente sperimentabile?
31/03/2013 Pasqua: pongo domande a AM che sul notiziario parrocchiale ci catechizza così “La resurrezione non è dimostrabile né umanamente sperimentabile”. Tifato da lumi come Mancuso e Natoli?
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Pagine correlate: fondamento della nostra Fede e speranza; feste cristiane, Letimotiv L7; valore soterico secondo Mancuso ed altri
↑2013.03.31 Buona Pasqua, Ale,
ringrazio Camillo che alla fine della Messa ci ha invitato a leggere la tua riflessione sul notiziario settimanale, perché, ottemperando, sono stato portato a fare delle riflessioni di discernimento in merito alla tua sentenza in oggetto e a porti alcune domande, sempre col solito mio tentativo di correzione fraterna, come sempre reciprocabile: ma ti lascio la più ampia facoltà di ignorarmi.
IL CONTESTO
Scrivi che “La resurrezione non è dimostrabile né umanamente sperimentabile”, in terminologia mancusiana che confonde i fedeli portandoli a supporre una irrevocabile scissione tra sapere e credere; ma con un po’ di discernimento, che passo agli amici di Messa, possiamo arrivare magari ad intenderci meglio.
- L’affermazione è semanticamente approssimativa, perché, per essere più precisa e meno equivoca, dovrebbe suonare all’incirca così: “La resurrezione non è dimostrabile scientificamente né sperimentabile nel senso di riproducibile”;
- il metodo scientifico ha a che fare con la razionalità (dimostrazioni in termini misurabili, equazionabili, osservazione sperimentale riproducibile), che è solo una parte del metodo della ragione umana, la quale si avvale di dimostrazioni che non sono solo quelle empirio-matematiche (tipiche della sperimentazione scientifica razionale) altrimenti dovresti dare degli irragionevoli a tutti i filosofi e a tutti gli umani che impostarono la loro vita senza conoscere le equazioni differenziali e il principio di indeterminazione di Heisenberg,
- non sono ancora riusciti gli scienziati a trovare l’equazione dell’amore (auguro loro buon lavoro), eppure non mi dirai che è indimostrabile o umanamente non sperimentabile la ragionevolezza dell’amore;
- checché ne dicano gli scientisti (non i migliori scienziati), chi nella storia umana si avvalse della più ampia ragione (con le sue dimostrazioni ed evidenze logico-esperienziali) anziché solo della razionalità (con le sue dimostrazioni ed evidenze asetticamente logico-matematiche) ha fatto più bene e meno male all’umanità rispetto agli scientisti del nichilismo.
Assai meglio di me ti potrebbe spiegare il rapporto fede / ragione il Magistero petrino, ma anche grandi scienziati potrebbero ridimensionare la semantica della suddetta indimostrabilità e non sperimentabilità della fede: ad esempio senti qui un dibattito tra Heisenberg, Planck, Einstein e Pauli, quattro dei più grandi uomini di scienza: Heisenberg diceva: «Le scienze naturali sono in un certo senso il modo con cui andiamo incontro al lato oggettivo della realtà. La fede religiosa, viceversa, è l’espressione di una decisione soggettiva, con la quale stabiliamo quali debbano essere i nostri valori di riferimento nella vita». Heisenberg subito aggiunge: «Devo ammettere che non mi trovo a mio agio con questa separazione, dubito che alla lunga delle comunità umane possano convivere con questa netta scissione tra sapere e credere».
- Quanto al fatto che la resurrezione sia umanamente sperimentabile, ce lo testimoniano schiere di santi proclamati e una miriade di miracoli di santità nascosta suscitati dalla certezza di quel fatto abbracciato e umanamente sperimentato nella carne del quotidiano, magari in modo non razionale (con le equazioni), ma ragionevole (con la dimostrazione del vivere bene e per il bene di tutti e perfino con la dimostrazione per assurdo, cioè vedere statisticamente che chi si accanisce contro i credenti in Cristo veramente risorto fa assai più male che bene all’umanità).
- Dei filosofi potresti non fidarti, perché non farebbero dimostrazioni con le equazioni ed esperimenti riproducibili come gli scienziati, ma spero che non li ritenga incapaci di dimostrazioni e di esperienze vitali: nella fattispecie traggo da G.F. HEGEL (non papa-succube) Enciclopedia delle scienze filosofiche, Rusconi, Milano 1996 "Nel concetto della Religione vera, cioè della Religione il cui contenuto è lo Spirito assoluto, è insito che essa sia rivelata, e precisamente rivelata da Dio. Quando nella Religione si prende sul serio la parola "Dio" allora la determinazione può e deve iniziare anche da Dio stesso; se si negasse il rivelarsi di Dio non resterebbe da attribuirgli altro contenuto che l'invidia. In realtà se la parola "Spirito" deve avere un senso compiuto, allora essa implica che lo Spirito è la Rivelazione di se stesso."
- Di certi teologi anch’io mi fido poco dopo che sono stato invitato a soprassedere ai discorsi del teologo sulla sacralità della vita “Una disciplina ancora più impalpabile”, nientemeno che da Davide Zordan dell’ISR-FBK prestigioso istituto alimentato da nostre tasse ed offerte diocesane che commissiona sermonanti da Ginevra ad insegnarci che non dovremmo più cercarci spazi per il sacro, ma imitare il «Rousseau, cristiano autentico».
Ti trovo coerente con la suddetta sentenza di indimostrabilità della resurrezione quando passi ai corollari sulla fede in terminologia mancusiano-riformata:
- se ne possono reperire sensazioni, emozioni, suggestioni, ma non prove
- pretende di essere creduta, non verificata, poiché tratta di qualità, non di modalità
che tenterei di correggere fraternamente sostenendo piuttosto il contrario:
- la fede resterebbe una povertà da sensazionalismo cedente al sensismo (vedi i corsi di allenamento a Villa S.Ignazio sulla spiritualità orientale) se non fosse provata, non solo vera con dimostrazioni della ragione (non della razionalità), ma anche produttivamente efficace per il bene comune oltre che provata per la verità ed il significato della nostra esistenza nella carnalità del quotidiano (Fr1: Ma c’è anche un’altra povertà! È la povertà spirituale dei nostri giorni che il caro Benedetto XVI, chiama la “dittatura del relativismo”... Francesco d’Assisi ci dice: non vi è vera pace senza verità ... Lo Spirito Santo ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica ... Possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, diventeremo una ong pietosa... i preti clericalizzano i laici e i laici ci pregano di essere clericalizzati: è proprio una complicità peccatrice;... edificare, confessare altrimenti tutto viene giù come un castello di sabbia... )
- poiché tratta non solo di qualità, ma proprio di modalità verificata, al contrario delle tesi della riforma: non a caso il Magistero petrino non si accontenta del sola fide, del sola scriptura, ma produce una dottrina sociale di opere coerenti con la suddetta verità dimostrata, che produce qualità anche frutto di una modalità oltre che della Grazia, surclassando sensazioni, emozioni, suggestioni della psicologia umanistica cara alla nostrana leadership ignaziana e al tuo amico Mancuso.
LE DOMANDE
- Dubiteresti che lo Spirito abbia veramente vinto la morte solo perché non è stata ancora -trovata l’equazione matematica della resurrezione? Se fosse così, dovremmo anche smettere di amare.
- Non ti pare che ci sia contraddizione
- tra la tua affermazione sulla indimostrabilità della resurrezione
- e la frase in fondo al notiziario “Cristo è risorto, è veramente risorto!”?
- Non ti parrebbe una presa in giro quel veramente, se non fosse dimostrabile ed umanamente sperimentabile?
- Forse anche tu supponi che esista veramente una verità anche di là del dimostrabile scientificamente: io non suppongo, credo con la pienezza della mia ragione che ricomprende e non confligge con le mie certezze scientifiche-razionali di laureato in fisica, ed è la prima certezza più che le seconde che mi/ci serve per vivere bene con i fratelli della medesima fede ed anche con gli uomini di buona volontà di fedi diverse (perfino amando chi contrastasse questa nostra certezza vivente); credo che anche tu creda così: credo fondatamente?
- Spero che col dirci che “La resurrezione non è dimostrabile né umanamente sperimentabile“ tu non intenda sdoganarci tipi come Mancuso o Raffi che per cercare un po’ di verità va a trovare Dan Brown: spero fondatamente?
- Non sono più preoccupato nel leggerti sulla suddetta indimostrabilità della resurrezione di Cristo, perché presumo che tu, ancorché uno dei più benemeriti e mediaticamente benvisi laici subordinati della Curia, non scriva sul nostro notiziario settimanale con l’autorevolezza magistrale pretesa dal sedicente gruppo del Vangelo di Trento quando reclama al Vescovo il protagonismo dei laici nell’elaborazione del Magistero: non mi preoccupo più perché, quella volta che, invece, mi preoccupai nel leggere certi complimenti al Magistero petrino, mi rispondesti sul notiziario così «le righe che da tanti anni mi portano a narrare qualche idea sull'evangelo domenicale non possono avere altro valore se non di piccole riflessioni scritte da uno qualunque ... si tratta solo di idee che chiunque potrebbe benissimo (e forse meglio!) esprimere »; rasserenati da cotale umiltà, si potrebbe trovare in Parrocchia uno qualunque (non me e forse più d’uno) disponibile ad aiutare due volte all’anno don Bepino a completare la riflessione domenicale, sollevandoti da cotale impegno catechetico una volta ogni 6 mesi, pur senza pretendere di scrivere meglio di te: se non la prendessi come sfiducia inducente reazioni di abbandono, ti chiederei cosa ne penseresti di cotale limitato allargamento democratico verso il basso della commissione formativo-catechetica, Parroco permettendo ovviamente.
CONCLUSIONE
per gli amici che ci leggono:
- il presente tentativo di correzione fraterna non vi faccia perdere alcunché del tanto costruttivo che troviamo nel buon resto della riflessione di Ale, perché come dice lui nel bel finale “ogni volta che ci relazioneremo nella verità, nella libertà, nella fiducia, Dio non ci abbandonerà. E’ accaduto ad Emmaus” e pure a Tomaso, aggiungerei, che desiderò ma non ebbe bisogno di fare la prova sperimentale dimostrativo-scientifica-razionale del dito nella piaga per avere la fede provata, ed è per questo che il luminoso (non illuminato) miracolo accade anche oggi qui ed ora;
- non è estraneo a tale miracolo il grande contributo che Ale ci offre con un’assiduità ed una capacità incredibili nella preparazione delle nostre liturgie e nel sostegno del coro, perché chi canta prega due volte; se la Grazia mi ha toccato con la partecipazione al Triduo pasquale 2013 nella nostra Parrocchia, si è certamente servita della grande opera di Ale e dei collaboratori nel coro e nel Presbiterio: grazie Ale strumento di Grazia!
- Cristo è risorto, è veramente risorto!: Buona Pasqua a te ai tuoi cari e a tutti gli amici che ci leggono.
CzzC
Annoto la risposta.
Da: AM Inviato: mercoledì 3 aprile 2013 12:28
A: CzzC
Oggetto: R: La resurrezione non è dimostrabile né umanamente sperimentabile
Ciao a te, C. E ancora auguri di buona Pasqua di risurrezione!
Grazie delle tue parole e delle tue osservazioni. Non ho davvero così tanta competenza da darti risposta.
Il tempo pasquale è quello che più mi piace nella Chiesa poiché lo considero il vero tempo della Chiesa, il suo inizio, seppur tra inquietudini e dubbi, vissuto in cerca di questo Verbo ormai confessato nella fede.
Ti ringrazio delle parole che mi riguardano come “accompagnatore liturgico” in parrocchia; non faccio altro che cercare di condividere con la comunità un impegno ormai ultratrentennale!
Tant’è che, ne approfitto per comunicarlo anche a te, avevo già deciso di sospendere il mio contributo settimanale proprio con la domenica di Pasqua.
Proprio perché nessuno è indispensabile, e credo, davvero, che vi possano essere tanti altri validi contributi possibili.
Grazie comunque per le tue parole e per i tuoi auguri, che ancora una volta ricambio a tutta la tua famiglia.
A.
↑2011.04.03 VT#13p11: Politica e religione sono attività umane: la speranza è utilizzata da entrambe come strumento?
- Natoli: Concordo con Nieztsche sulla fedeltà alla terra, ma resta una questione problematica, un elemento discriminate tra credenti e non. Non esiste vittoria definitiva del bene sul male. La Redenzione non riguarda il futuro, è del dolore del passato, ma non si dimostra. Determinante è la fede: il passaggio non è razionale. Uno può avere competenze, ma se non ne ha esperienza c'è differenza antropologica.
Come interpreta il filosofo la Resurrezione?
- Natoli: Il problema è già dentro i Vangeli: Cristo è sparito. La Resurrezione è un'elaborazione teologica di Paolo. Nella dimensione di radicalizzazione dell'incarnazione Gesù risorge nella sua sequela: chi lo segue lo fa rivivere.
[CzzC: Natoli tifato da lumi come Mancuso?]