ultima modifica il 09/03/2021

 

Quelli che speravano che B16 morisse presto ...

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Usa il solito strabismo la cultura dominante per inquadrare la Chiesa, anche per l’elezione di Papa Francesco I: ma si sorprenderà, come fu sorpresa da B16° e prima ancora da GP2°.

 

 

16/03/2013. Mentre Francesco I ci indica dove occorre fissare lo sguardo, su Cristo, la cultura dominante che solitamente snobba quest’ottica, volge lo sguardo

- strabico a dritta accusando il neo-Papa di citare troppo il demonio,

- e strabico a manca tentando di mostrarci un Bergoglio contro Ratzinger:

ciò teorizzano i soliti eterodiretti all’interno della Chiesa, sedicenti profeti applauditi dalla cultura dominante, ideologi delle primavere ecclesiali, [CzzC: solitamente tifosi dei cadudem-teoglib], da Leonardo Boff ad Hans Küng, passando per “Noi siamo chiesa" e Mancuso: salutano l’elezione a Papa di Bergoglio come un nuovo Conclio di rottura. [CzzC: anch’io penso che il nuovo Papa farà tanto bene alla Chiesa come un Concilio, un nuovo bene continuativo del precedente, anche perché scaturito dalle dimissioni di Benedetto XVI (scelta scaturita dal bene immenso voluto alla Chiesa), un’umile ma energica aratura che solo un "operaio della vigna del Signore" poteva fare. Ma ancora una volta meneranno a caverna i suddetti pifferai se profetizzano la discontinuità tra i due pontefici senza accorgersi della continuità di santità negli ultimi pontificati: Se mi chiedessi se abbiamo plaudenti locali di quei famosi plauditi, ti direi sì e che hanno in comune il desiderio di plauso mondano, come cerco di documentare qui appresso.

 

 

≈h18,45 circa del 19/04/2005 un giovane era nell’ufficio parrocchiale per pratiche matrimoniali, quando vide/udì il suo parroco rispondere al telefono, deludersi nell’apprendere che era divenuto Papa Benedetto XVI e commentare così «non possiamo mica augurargli di morire presto».

Quel Papa accontentò quel parroco, cessando presto anche senza morire, ma ...→

Quell’ex parroco sarà stato meno malaugurante il 13/03/2013 quando avrà appreso dell’elezione di Francesco I, ma (amante degli applausi su liturgie ed omelie spettacolari, ed invitante Mancuso quaresimalista “perché non abbiamo venduto il cervello all’ammasso”) potrebbe spiacersi per il sacrificio da Croce sanguinante e x la Carità non onlus filantropica e x la menzione del demonio e x la confessione come intese da Francesco I.

 

 

Più o meno alla stessa ora/2005 Cecilia Salizzoni (Uff. Comunic. sociali Diocesi TN) apprendendo stessa notizia non nega il suo sconcerto e successivamente vignetta giornalisticamente l’infausta scelta dipingendo il nuovo Papa come uno «che levava le mani in un saluto vittorioso». Francesco I /2013 accontenta l’esponente di diocesiTN.com tenendo le mani strette ai fianchi sulla loggia, ma ... →

A Cecilia contestai la vignetta/2005 ed ella replicò scudandosi con la “diversità di linguaggi ed approcci cognitivi”.

Forse anche il Papa Francesco I pensava alla diversità di approcci cognitivi e comunicativi nel dire: «possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo... diventeremo una ong pietosa, ma non la Chiesa, sposa del Signore... quando edifichiamo senza la Croce e quando confessiamo un Cristo senza Croce non siamo discepoli del Signore: siamo mondani».

 

 

Dalla lista degli interventi dei Gesuiti contro i Papi GP2° e B16° (ad es. qui il loro mensile “Popoli”) citerei solo quelli del mio Trentino, che con la leadership ignaziana tramitata da “fractio panis” di Villa S. Ignazio ci catechizzano così: i sacrifici centrano l’uomo su se stesso, pericoloso atteggiamento; la Quaresima non è orientata al venerdì santo, ma alla Pasqua; insufficiente fu il Sinodo sulla  nuova Evangelizzazione per mancanza di riflessione sulla 1ª Evangelizzazione ... dovremmo guardare anche alla «santità asiatica» [induismo, buddismo, bioenergy].

Francesco I /2013 fa felice i confratelli divenendo il primo Papa gesuita, ma ... →

Ci sono gesuiti che non plaudono ai confratelli che ci catechizzano con il corsivo qui a sinistra e forse il Papa Francesco I è più distante dai secondi di quanto questi vorrebbero, se del sacrificio dice così: La Chiesa cammini con la croce del Signore: quando confessiamo Cristo senza Croce siamo mondani... occorre edificare la Chiesa sul sangue del Signore e confessare l'unica gloria, Cristo Crocifisso». Forse c’entra anche con la santità asiatica, forse ...

Quando chiesi spiegazione a Martini che diceva «non credo che la coppia eterosessuale e il matrimonio debbano essere difesi o puntellati con mezzi straordinari» non sapevo che sarebbe diventato Papa un gesuita che definì Matrimoni e adozioni gay «invidia del Demonio». [1]

 

Starei solo a sottolineare le contraddizioni dei detrattori della tradizione di custodia del depositum fidei del Magistero Petrino, perché sarei un papa-succube? Non vedo nulla di buono in certe critiche, non mi aspetto cambiamenti eclatanti?

- Anche se credo che l’ermeneutica della discontinuità e della rottura deformi ideologicamente (e pro cultura dominante) l’interpretazione della realtà del cammino della Chiesa, credo che l’ordinaria straordinarietà azionata da Papa B16° nel suo pontificato e nella rinuncia, così come l’analogo operato di Papa GP2° e dei Vescovi a loro strettamente uniti, così come il CV2°, portino avanti il cammino della chiesa con la riforma nella continuità talvolta annoverando pure innovazioni appariscenti, per quanto non necessariamente più efficaci nel disegno di Dio rispetto a conversioni meno vistose.

- Credo che perfino le critiche offensive possano essere colte con la misericordia giusta sia verso l’accusatore sia verso l’accusato, fino ad essere assimilate ad efficaci tentativi di correzione fraterna: ad esempio?

- Se l’auto o l’anello[2] o l’ermellino di lusso diventano un pretesto così abusato dalla cultura dominante da creare pregiudizio-barriera alla testimonianza di Cristo, anche se non sono peccato, cavali;

- se lo IOR analogamente ...: chiudilo! (ciò già invocai che facesse B16°)

 


[1] Quando nel 2010 il Senato argentino si espresse favorevolmente per una legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (che poi fu approvata) l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio inviò ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires la seguente lettera.

Buenos Aires, 22 giugno 2010. Care sorelle, ...  Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra..

[2] Mentre veniva eletto Papa Francesco, ero in aiuto allo studio di studenti delle superiori ed una ragazza sbottò arrabbiata perché scandalizzata dall’ anello dei Papa che costerebbe milioni di euro e dalla Sagrada Famiglia che ne costa miliardi. Mentre cercavo di rapportare alla realtà le sue dichiarazioni e di sottolineare il beneficio portato nei secoli dalla bellezza dei monumenti artistico-religiosi, petrolio inesauribile per le future generazioni, investimento non spreco, si arrabbiò pure per l’inquinamento ambientale provocato dalle fumate bianche e nere.

A fronte di questi criteri di giudizio sulla realtà, formulati fra l’altro da ragazza che riconosce il valore della caritativa cristiana che la sta aiutando nello studio, pensa all’immane danno creato dalla anticattolica cultura dei potenti labari nella formazione delle coscienze con cotali strabismi che distolgono i giovani dal riconoscere le vere minacce per la loro felicità e col pregiudizio li rendono restii a riconoscere il gran bene che trarrebbero per la loro felicità e per il senso del loro vivere collaborando con l’esperienza cristiana, anziché contrastandola. Comunque bene se Papa Francesco sottraesse pretesti al nemico, usando un anello poco prezioso come fece col crocifisso, imponendo analoga sobrietà alla Curia, chiudendo lo IOR; ma non illudiamoci che i  potenti labari  con l’aiuto dei cadudem-teoglib non si riforniscano di nuovi pretesti anticattolici; è la croce di Cristo che fa camminare la Chiesa, come dice il Papa, non la mondanità.