Ammiriamo e curiamo l’UMANA DIMORA: a chi rimanda?
affascinante.pps inviatomi da A. Con Leopardi ci chiediamo “a che tante facelle?”. Che senso ha questa immensità, che fa apparire solitudine la nostra densità? (Vedi anche viaggio ai confini dell’universo, via lattea, quasar galassie buchi neri, l’illusione del tempo, il sogno di Einstein, la meccanica quantistica, il bosone di Higgs e la fisica dopo, l’antimateria (l’anti-idrogeno già disponibile?), ... ).
E se queste domande scaturissero da qualcosa di vero dentro di noi, anziché da un’ illusione infantile?
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 20/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2013.01.22 da CzzC ad A. in risposta a “VARDA: bellissimo lo zoom comparativo sul nostro sistema solare!”
Cara A., davvero è bellissimo lo zoom comparativo sul nostro sistema solare (affascinante.pps) che mi hai mandato: e ci sarebbe un .pps ancor più impressionante (più di questo o questo), che non ricordo dove reperire: partendo dai due metri di un uomo procede per zoommate progressive (2 km, 2000 km, e così via fino alle galassie) per scoprire oltre l’immensità dei corpi celesti anche le immensità del vuoto e delle distanze tra le masse cosmiche; distanze vuote che dovrebbero scoraggiare i residui creduloni degli Ufo sulla nostra terra (per essere arrivati da noi gli Ufo dovrebbero avere navicelle autosufficienti per migliaia di anni, sufficienti in energia e in tutto quanto occorresse per mantenere sana una colonia di viventi proliferantesi in così ampio arco di tempo con la incredibile fortuna di non subire guasti irreparabili).
Ma la didascalia delle immagini si propone un po’ fredda, a motivo di una comprensibile neutralità di sguardo, come se il cuore più vivo dell’uomo, cioè il suo desiderio di felicità, di infinito, di senso, non avessero a che fare con la carrellata o si ritenessero soddisfabili da queste immagini, pur bellissime e pure sagge nella misura in cui ci stimolano a curare il nostro piccolo mondo azzurro e di conseguenza anche la nostra filantropia.
E’ uno sguardo bello, che merita l’imperativo “VARDA!”, ma la neutralità immanente ne limita la profondità e la completezza, mentre sarebbe provato anche da esperti della mente umana che l’uomo nasce con un desiderio di felicità, di infinito, di senso come se rimandasse a qualcosa di più grande, più grande di sé ma anche del creato che può osservare.
Alcuni (A) ritengono che questo nostro desiderio innato sia soddisfabile solo dall’abbraccio del creatore, che non solo ci farebbe ammirare i corpi celesti con una consapevolezza e un’emozione che nessun altro essere vivente ha, ma soprattutto farebbe sprizzare di centuplo quaggiù anche le ordinarie relazioni umane, come se la relativa energia provenisse di una dimensione superiore del reale (per questo si userebbe il termine trascendente), una dimensione che travalica perfino i razionalistici schemi del nichilismo di Nietzsche e del compare relativismo.
Altri invece (B) denigrano questo anelito di infinito nel cuore dell’uomo,
- sia banalizzandolo come sublimazione utile solo ai bambini, ai vecchi, agli sfortunati poveri o malandati, comunque improduttivi,
- sia irridendolo scientificamente, perché il mondo si muoverebbe per forze fisiche di causa-effetto non per finalità,
- sia scartandolo come preconcetto inutile/dannoso negli affari, dove invece vince chi più cinicamente sa giocare con i trucchi di causa-effetto, ancorché si chiamino inganno o ricatto o più serenamente “teoria dei giochi”, ma comunque strategie e tattiche utili a far accadere ciò che vuole il potente nelle relazioni economico-sociali, dagli stati, ai cittadini, agli schiavi, ai nemici.
Non è facile credere al contrario, visto che il meccanismo funziona e premia economicamente chi più cinicamente lo applica, come l’attuale regime cinese, tant’è che perfino illustri economisti anglosassoni si chiedono se sia utile perdere un po’ di libertà pur di avere un sistema più efficiente come ha oggi la Cina. E la crisi economica in atto ci muove ad assomigliare ai cinesi nella vessazione della persona, più che a valorizzare 2 millenni di storia in difesa della sua dignità, sia nel modo di lavorare sia nelle relazioni interpersonali: non vedi come tali rapporti stiano degradando progressivamente allo schema di partita doppia dare-avere?
Quelli del gruppo A
- sono consapevoli dei sorrisini fatti alle loro spalle, ma comunque provano a fidarsi più di quell’anelito d’infinito innato che dei soloni pronti a giurare che la realtà sia esclusivamente quella osservabile e misurabile;
- non sono da meno di B nel rispettare il creato, anzi, ciò fanno pensando che questo rimandi ad un creatore, un Dio non distratto ma attento alle sue creature fatte a sua immagine e somiglianza (da cui quest’anelito di infinito innato) anche se per mistero inspiegabile parrebbe a volte che abbia creato il mondo e se ne sia dimenticato;
- tra questi che “si fidano del cuore” ce ne sono alcuni che si fidano anche della storia del Vangelo: essa narra che quel Creatore, visto che l’uomo con le sole sue forze non è capace di riconoscerne la presenza e, operando come se Dio non esistesse, finisce per farsi più male che bene, dopo alcuni vani tentativi di avvertimento ha scelto di venire di persona sulla Terra, prendendo corpo come noi, per indicarci la sua presenza e la strada da seguire per il nostro bene e ci ha lasciato nel corpo mistico della Chiesa la sua continuità.
Opinione personale?
Fin qui sì. Ma la differenza per quelli del gruppo A viene dopo, quando cioè quell’intuizione, quell’iniziale “fidarsi del cuore” si fa adesione a quel corpo mistico, diventa incontro con un’esperienza in atto che calamita felicemente quella personale, ti cambia la vita, soprattutto nei rapporti tra le persone: e ti vien da rispettare ancor di più il creato, ma non solo come materia bella e delicata, bensì come oasi per un centuplo quaggiù vissuto così bene che diventa inevitabile desiderare che continui (così e più) per i nostri figli, come si ama la casa dove cresce e prolifica l’amore della famiglia naturale;
- a quel punto esplode nella mente e nel cuore una certezza che si chiama fede,
- una percezione così convincente che non è scardinabile da alcuna dimostrazione scientifica e che ammira con stupore quelle belle immagini che mi hai mandato con uno sguardo speciale (l’ignoto genera paura, il mistero genera stupore)
- un “varda bem” che viene dalla netta percezione che quelle immagini non sono fini a se stesse, ma rimandano ad Altro, e confermano la certezza di senso e di finalità,
- un significato percepito dal nostro cuore anche per quelle masse celesti, ma soprattutto per il nostro amore fraterno, per il nostro amore genitoriale per tutta l’umanità che ora vediamo non più orfana.
Un caro saluto. CzzC