Teoglib rintuzzati dai Vescovi dell’America Latina in sala Depero della PAT

nella quale i teoglib assemblearisti accusavano la Chiesa di inefficacia comunicativa, di schizofrenia e di considerare il mondo ancora infantile, di non praticare l'opzione preferenziale per i poveri: vennero sonoramente rintuzzati dai 4 Vescovi dell'America Latina

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 22/11/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: sulle rotte del mondo; Piergiorgio Franceschini

 

↑2011.09.29 Qui il video della conferenza.

Incontro nell'ambito della rassegna dedicata ai missionari trentini in America

(qui link al precedente incontro 28/09 specifico sulla Teologia della liberazione)

Moderatore Franceschini di Radio Trentino in blu.

Vescovi: Lino Panizza Richero, Guido Zendron, Mariano Manzana, Adriano Tomasi, inframmezzati dalla teologa Antonietta Potente.

 

[CzzC: Qui i miei appunti annotati durante l’incontro. Di seguito una mia parziale sbobinatura e qualche commento].

La A.Potente: quella della nostra chiesa attuale sarebbe un a malformazione strutturale, una struttura piramidale che non vuole esser alla pari

Franceschini: la chiesa che deve ripensarsi e rivedere le proprie posizioni

Richero: sulla piramide e sulle strutture ha idee diverse e soprattutto non gli interessano; il letmotiv di sedicenti profeti fu per decenni occorreva cambiare tutte le strutture, le ho viste cambiare più o meno democraticamente quasi tutte, ma non cambia nulla se prima non cambiamo noi, non ci convertiamo noi, ce lo dice Aparecida. La chiesa non è dei poveri, è di tutti; c’è sì la preferenza, l’opzione preferenziale per i poveri ma per sollevarli annunciando loro Cristo; non mi importa il prestigio della Chiesa, ma che Xto arrivi al cuore della persona; alle strutture crederei solo in quanto funzionali al servizio; è la persona che ci deve interessare. La Teologia della liberazione non è un problema per me, la Chiesa e il Papa hanno dato direttive chiare e precise al riguardo, non mettiamo problemi dove non ci sono. Mica devo fare tutto io, se no il Padre eterno a cosa serve?

Zendron: il relativismo... il significato delle parole; diciamo Chiesa: io intendo una cosa, altri ne intendono un’altra; se non ci intendiamo sul significato ... non posso pretendere dalla Ch quello che la Ch non mi può dare o che sia quello che non può essere ... tutti con le frecce contro i vescovi; io non mi sento un vescovo che soffoca i carismi, neanche delle comunità di base; Antonietta parlava della piramide, di rigidità: io le trovo piuttosto in certi movimenti sociali dove comandano i soliti da 40 anni che impediscono ai giovani di fare esperienza; voglio essere segno della vittoria di Cristo lì dove non c'è più speranza: non offrire me come speranza ma essere strumento per portarli a Xto: vedi Zaccheo e paralitico e la folla.

Manzana : opzione poveri è nelle priorità anche del Brasile che viene dal 68 Medellin vera Pentecoste dell'America latina [CzzC: mi pare il più tenero dei presenti con la teoglib]

[CzzC: lascio perdere l’intervento dalla sala del giornalista cappellone (Paolo), ragionamenti e toni di vecchio stampo ‘68ttino, ampiamente superati dalle nostre parti anche dalla sinistra più nostalgica]

Tomasi [CzzC: qui il passaggio più forte, in reazione alle insinuazioni del giornalista e della teologa alla quale forse il messaggio del Vescovo era principalmente diretto, tanto che mi parve di sentire odore di pneumatici abrasi per la frenata: lo trascrivo integralmente da questo mp3].

Il Vescovo TOMASI/Perù «io vorrei prima di tutto dire con molto rispetto a Paolo che ieri ci hai presentato come modelli e teologi persone per le quali io prego, però per esempio Leonardo Boff è un fratello mio, francescano che non è stato capace di vivere la sua vocazione francescana e ha tradito la Chiesa, ha tradito la sua vocazione e adesso fa una teologia panteista; hai ricordato un Vescovo che è stato 30 anni in una diocesi e ha avuto una paternità sterile perché non è stato capace di ordinare neanche un sacerdote; io preferisco la Chiesa e la teologia di Giovanni Paolo II quando nell’aeroporto di Managua fece questo gesto, di correzione, al teologo o di Benedetto XVI che carica su di sé molti dei nostri peccati, ma ci insegna che la chiesa è da convertirsi sempre ogni giorno di più; in quanto ai poveri li abbiamo con noi e noi siamo Vescovi non per essere una piramide ma per essere servi dei poveri come Gesù che è venuto non a essere servito ma per servire; ma per questo è che abbiamo bisogno della preghiera, dell'adorazione eucaristica, della lettura della parola di Dio, dell’orazione alla Madonna; senza queste cose ci convertiamo in funzionari e in gente che forse usano i poveri. Grazie.».

Franceschini rilancia la A.Potente sulla linea critica: c’è un problema di comunicazione nella Chiesa, la Chiesa non sa comunicare, e le chiediamo: “si rende conto consapevolmente di essere in un sistema mass-mediale?”

A.Potente:[audio.mp3]non mi piace fare polemica, ma debbo difendere i sopra-citati colleghi: quella di Boff è una scelta, c’è altra gente nella chiesa con moglie e figli, lo si sa ...; accusiamo persone che con fatica hanno fatto delle scelte, quando c'è gente che sta da un  parte e dall'altra tranquillamente; la mentalità nostra non è da opzione per i poveri; quando gli altri vogliono uscire dalla loro povertà li aiutiamo economicamente ma li invitiamo a restare nella ambiguità, perché non intendiamo mutare i nostri schemi teologici; l'opzione per i poveri implicava riorganizzazione con tanta fatica di tali schemi, mentre andiamo a dire a quei riorganizzatori [prosegue audio.mp3] ma no, così non va bene, che questo non è più un paese cattolico: ciò ci porta a una grande schizofrenia; ad esempio nelle università come in Perù e in Bolivia, si fanno facoltà teologiche solo per seminaristi, e mi chiedo come faccia uno formato con questa mentalità separatista a servire tutti gli uomini differenti, questa non è formazione [CzzC: infatti nel seminario della diocesi di Trento, la cui linea pastorale non raramente ammicca ai teoglib e il cui il settimanale diocesano tributa loro inni anche tripli, tengono lezione sacerdoti e laici ampiamente dissenzienti dal Magistero petrino fino spezzare l’ostia fintando un grido di dolore per dimostrare che non è il corpo di Cristo]. Il bello della teologia della liberazione - solo pochi hanno diritto a nominarla – [CzzC: sarebbe lei il giudice inappellabile di questo diritto di menzione? Che modesta! Quasi da 2° comandamento è diventato il suo nome], il bello di questa teologia non è solo questa ideologia sociologica, ma di aprire una metodologia di ricerca costante, faticosa [CzzC: la continua ripetizione dei termini fatica, faticoso fa trapelare che la teologa attribuisca al sudore un afflato di verità, ma mi pare che siano ben altri i sacrifici forieri di Grazia e di bene comune, ben altri rispetto alle fatiche di spremere le meningi sullo spremiagrumi della teologia sociologica, magari dovendo desistere per emicrania targata Hans Küng come confessava quel semplice parroco che però portava cuori a Cristo e Cristo ai cuori: vedi le ultime parole suddette dal Vescovo Tomasi per quanto riguarda la metodologia costante e ben più efficace]; io vengo da un ordine mendicante, so cosa significa studiare con altre persone, dite che la chiesa è di tutti ma a me e ad altri teologi non avete permesso di parlare; tutto questo deve essere riplasmato, senza polemica ..   il mondo è cresciuto ma la chiesa continua a ritenerlo infantile; è questo il grande imperativo etico [CzzC: anche Kant?] della comunità xtiana, non sono le pratiche e se poi volessimo ammettere le pratiche ci sarebbe da usare anche la pratica del silenzio.

Mons Richero: la chiesa nel passato è stata maestra di comunicazione (allora era soprattutto parola-parola) ... ora effettivamente servirebbero anche altri mezzi; la Chiesa è consapevole dell'importanza della comunicazione ed anche di quei mezzi, perché oggi non è più solo parola-parola, ma occorrono risorse che noi non abbiamo.

Franceschini rilancia la Potente sulla critica alla comunicazione nella Chiesa.

Potente: il grande sforzo [CzzC: ancora!] della teologia è ricercare il mistero in quello che accade nella storia per non sentire questa immensità lontana: non bastano più le catechesi sacramentaliste, occorre attingere alla comunità xtiana (non solo nella famiglia), in termini di laicità della comunità xtiana (la vita religiosa nacque da laici), abbiamo una tradizione di dialogo con la storia, usiamo i new media per contribuire ai grandi dialoghi storici, essere più partecipi della ns storia, come diceva [María Zambrano]: tornare ad assistere alla nostra creazione ripensarsi anche in ambito universitario...  [CzzC: cara Potente, VT e quelli del sedicente Gruppo del Vangelo di Trento ti bacerebbero sapendo che la tua teologia collima con la loro sul primato della coscienza individuale formata nel confronto con la comunità (non col Magistero) e sulla rivendicazione del protagonismo dei laici nella elaborazione del magistero. Meno male che la Chiesa ci indica di ascoltare i Vescovi strettamente uniti al Magistero petrino (e ne abbiamo avuto oggi una bella dimostrazione) se no ad ascoltare certi venditori di fumo sé-referenti perderemmo un sacco di tempo ... e non solo di tempo].