NELLO STATO SI REALIZZA L’ESSENZA DELL’ETICITÀ? Costasse coartare le religioni e soffocare la sussidiarietà?

Non è solo in questa pagina pubblicitaria che viene sostenuto il motto “nello Stato si realizza l’essenza dell’Eticità”, pagina firmata da un Cucinelli che non saprei fino a che punto la condivida appieno (gli posi in merito alcune domande): resta fondamentale la distinzione tra Cesare e Dio fatta da Gesù, fondamento della civiltà occidentale, negletto dall’islamismo, dalla Cina della chiesa patriottica, ma anche dal laicismo nostrano che vorrebbe una chiesa senza incidenza pubblica o sottomessa allo stato quantomeno come la chiesa anglicana alla regina, suo governatore supremo.

Condivido questa riflessione su «Marketing & moralismo. Nello Stato (!?) si realizza l’essenza dell’Eticità» che ci ricorda tristemente come lo Stato etico per eccellenza fosse quello nazionalsocialista e l’affine costituzione del Soviet, ma anche quello cinese oggi, potremmo dire, dove nemmeno la magistratura può essere indipendente dal partito

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 16/11/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: Cesare e Dio, Leitmotiv L3; dogmi; dignità della persona, libertà, potenti matrici della cultura dominante tifano per un laicismo che aborrisca presenza pubblica dei cattolici, sussidiarietà, concordato

 

2024.11.16 leggo su Vita Trentina.fb della crisi che stanno soffrendo varie associazioni socio-artistico-culturali di volontariato, non solo del coro Dolomti (qui in foto) la cui chiusura è indicata dovuta soprattutto all’assenza di ricambi giovanili. [CzzC: mi parrebbe di intravedere una possibile correlazione tra la suddetta carenza di ricambi giovanili e la decadenza della coscienza della presenza di Dio nella nostra vita, decadenza che parrebbe proporzionale alla crescita dell'individualismo e della bulimia dei diritti individuali. Pazienza se quella coscienza religiosa fosse sostituita dal laicismo socialista, che la definiva oppio o cocaina dei popoli; pazienza se quella iniziale coscienza fosse sostituita dal laicismo capitalista (entrambi i laicismi ritengono che basti l'welfare state, concependo lo stato come essenza dell'eticità; ma vien da pensare che la cittadinanza attiva, la solidarietà sociale, la sussidiarietà orizzontale siano alimentate ben più dalla suddetta iniziale coscienza religiosa che da quella laicista, quantomeno per rilevanza statistica se non per nesso strettamente causale. O sbaglio?].

 

2018.01.30 Fr1 sta lanciando messaggi di stima alla Cina (il più vasto serbatoio di anime del mondo) e al presidente XI, per trovare una composizione al nodo delle nomine episcopali sulle quali Pechino vuole l'ultima parola come nella chiesa patriottica: una strada accidentata, ancora in salita. Dopo la sostituzione <messaggero> di un altro vescovo della Chiesa sotterranea con un giovane rampante, funzionale al governo, il cardinale Zen, contrario alla sudditanza a Cesare che sublimi lo stato essenza dell’eticità, ha esplicitato amarezza <liberoq>: «Se sono io un ostacolo a questo brutto scambio allora sono felice di essere un ostacolo». [CzzC: sono preoccupato e prego per te, Zen, ma tengo aperto uno spiraglio di fiducia sulle intenzioni di Fr1, ad esempio con il MA con cui commento qui la pur stravagante sparata di Mons. Sanchez Sorondo]

 

2017.03.15 <tempi> Magistratura cinese: guai se non fosse dipendente dal partito. Il massimo giudice cinese, Zhou Qiang: «Sguainate le spade contro i falsi ideali occidentali, come l’indipendenza della magistratura». Che invece deve obbedire in tutto e per tutto al partito. [CzzC: e vai col capicomunismo e con la globalizzazione che ce lo fa importare per semplice progressiva compravendita. Prova a pensare che potenza di controllo e di violazione della libertà-privacy avrà il PC cinese con i new-media (vedi Alibaba) stante una magistratura così assoggettata]

 

2012.09.04 <nuovomille> Brunello Cucinelli si è meritevolmente segnalato negli ultimi tempi anche per la sua attenzione alla vita pubblica e al benessere sociale e potrebbe essersi sorpreso anche lui, come alcuni suoi lettori, per il motto in titolo nella pubblicità dei suoi prodotti, perché lo stato non costituisce il fine ultimo dei cittadini: non vogliamo un assolutismo statale che si intrometta nelle nostre coscienze e vogliamo invece poter esplicare il nostro contributo alla polis anche attraverso una sussidiarietà orizzontale, che, però, guarda caso, è ignorata dai laicisti che brandiscono il motto in titolo, come se fosse un rischio per il "potere" riconoscere alle persone questa autonomia operativa pubblica.