Il blocco del COMMERCIO DELLE ARMI è l’unica strada praticabile contro il TERRORISMO che fa male fisico ad inermi?

sì secondo l’opinione di questo mio amico, ma io penso che questa NON sia l’unica strada e che occorra praticarne anche di più efficaci: mi accingo a spiegare quali e perché, tentando senza presunzione un aiuto al discernimento

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 04/11/2020; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2015.08.30 <msg> Da: CzzC Inviato: domenica 30 agosto 2015 11:49 A: PR

caro P, sei forte, concordo in larga misura con le tue analisi e soprattutto con «i conflitti e il terrorismo si sono allargati sempre di più negli ultimi 30 anni a causa delle politiche occidentali a sostegno dei governi filo occidentali e contro i governi non allineati»: danni da potentati li definirei; ma, sapendo che anche tu converresti che sono i discernimenti più che i complimenti ad aiutare il confronto in cerca della verità, eccomi con un tentativo di aiuto al discernimento, apertissimo alla correzione fraterna:

- penso che Padre Douglas sia consapevole delle cause che hanno portato a questa situazione drammatica e che egli NON sia in linea con le politiche interventiste, ben sapendo i danni che hanno arrecato e ben conoscendo il profilo cinicamente illuminato di quegli interventisti: non ha speso una sola parola (ero presente in sala il 22/08 ad ascoltarlo) per invocare interventi della specie, che non siano il disperato tentativo (sotto egida ONU come disse il Papa) di proteggere e liberare quei pochi che ancora restano da salvare dalle spire del fanatismo jihadista, che non è solo Isis, ma anche quello non Isis tuttora esplicitamente foraggiato contro Assad da US, Erdogan e wahhabiti;

- non mettere gli Emirati Arabi (ben più libertari, leggi qui) sullo stesso piano di Erdogan e dei wahhabiti di Arabia Saudita e Qatar, i più cinici alleati di Us-Uk in funzione anticristiani;

- quella del blocco del commercio delle armi è una strada sicuramente da invocare, ma tenendo ben presente che NON è l’unica strada percorribile e praticabile: dicendo che è l’unica si rischia di fare il gioco del nemico, per più motivi:

- il commercio delle armi si può ridurre ma non eliminare e basta poca dinamite per fare stragi: vengo da una banca che cessò di finanziare il commercio delle armi, ma troppe altre banche anche occidentali, compresa la calvinista UBS, finanziano terroristi, per non parlare delle banche cinesi e dei paradisi fiscali che sfuggono ai controlli internazionali: finché si costruiscono armi, il che sarà purtroppo fino alla fine del mondo, sarà ineliminabile il commercio delle armi (era francese l’ultimo elicottero intercettato dal Camerun che portava armi e dollari a Boko Haram); il nemico sogghignerebbe per la nostra impotenza se ci vedesse ritenere unica praticabile una strada praticamente impossibile;

- quand’anche i suddetti interventisti padroni del mondo fingessero di assecondarci nella riduzione del commercio delle armi (vedi la multa che inflissero a UBS) puoi star certo che, mentre sarebbero severi con chi armasse i non allineati, non solo sarebbero tolleranti con chi armasse i propri e relativi terroristi fiancheggiatori, ma chiederebbero esplicitamente anche a noi di spendere di più in armi per armarli come sta facendo il masso Nobel Pace Obama contro Russia, contro Assad, contro i curdi;

- sostenendo come unica praticabile strada quella del blocco del commercio delle armi, si svierebbe l’attenzione dalle più efficaci modalità correttive del male che stiamo soffrendo: si depotenzierebbe l’impegno per praticare non l’unica strada, ma quella più efficace, per contrastare il terrorismo, la strada della riforma degli insegnamenti (anche dei nostri), contrastando i maestri di odio a cominciare dai maestri di male fisico mandatorio, e da quelli che offendono la dignità della persona in nome di una libertà di espressione pretesa illimitata fino ad irronizzare tutte le religioni come millanta la ministra francese Taubira