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Per il mio amico FDg è importante dire Je suis Charlie |
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Correlati: la mia risposta; |
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Pagina senza pretese di esaustività o di imparzialità: link e commenti blu sono miei(CzzC) |
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FDg: Apprezzo chi scegli di non pubblicare le vignette, ma oggi affermare Je suis Charlie vuol dire 'sono contro la violenza, la paura e l'intimidazione' ed è stato importante dirlo, gridarlo, scriverlo. |
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Da: FDg Inviato:
domenica 1 febbraio 2015 18:44 Oggetto: Je suis Charlie. La guerra è arrivata nel cuore di una delle capitali mondiali: certo in molti paesi questa violenza estrema è una realtà quotidiana (Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Somalia...) e anche in Europa ci sono situazioni che si avvicinano (Est Ucraina). Certo 20 morti rispetto alle migliaia... c'è una evidente asimmetria, però è un fatto nuovo, diverso dagli attentati di Londra e Madrid, frutto di organizzazioni addestrate e di pianificazione; in questo caso invece è stata una trasposizione di un'azione di guerra, molto più figlia dei volontari rientrati da Siria/Yemen e con minor esigenza di supporto e organizzazione, più difficile da individuare e bloccare. Un pesante campanello d'allarme, la guerra non si può semplicemente confinare in un altro continente...
La risposta che c'è stata è stata forte e positiva: solidarietà, difesa dei valori di libertà e di apertura, rifiuto dell'arroccamento e della paura, unità e collaborazione fra le intelligence. L'Europa ha trovato una sua dimensione e visibilità, è scesa in piazza, cittadini e governanti (!) e ha dato un segno di essere ancora rilevante in questo il cui baricentro si sta spostando decisamente verso il sud est asiatico. Ha risposto con l'ironia e con i valori prima che con le armi e la chiusura. Un fatto rilevante e non scontato.
Naturalmente possiamo discutere a fondo sulla satira e sulla necessità di rispettare le fedi e i valori di tutti i popoli: ma questo non può aver nulla a che fare con quello che è successo... Guai a pensare anche solo un istante che in fondo se la sono cercata (purtroppo nelle banlieu molti hanno reagito così...). Personalmente non avrei mai cercato questo tipo di satira, ma la risposta non è né questa né la censura statale: forse possiamo costruire valori forti che non si lasciano scalfire dalle vignette, in una discussione civile sui limiti della libertà, ricordando che la libertà è sempre quella di chi la pensa diversamente. Apprezzo chi scegli di non pubblicare le vignette, ma oggi affermare Je suis Charlie vuol dire 'sono contro la violenza, la paura e l'intimidazione' ed è stato importante dirlo, gridarlo, scriverlo.
Con la consapevolezza di quello che succede nel resto del mondo e nelle periferie delle città e quindi della necessità di fermare le guerre e di non accettare situazioni di oppressione negli altri continenti e di promuovere l'integrazione di chi fugge dalle e da situazioni di disperazione. Il terrorismo islamico può essere sconfitto definitivamente con il contributo delle comunità islamiche moderate, alle quali deve essere offerta una maggior integrazione e che a loro volta devono isolare i terroristi; e naturalmente con l'intelligence e il controllo degli estremisti. |