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La Germania accettò l’euro in cambio del fallimento dell’Italia? |
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Pagina senza pretese di esaustività o di imparzialità: link e commenti blu sono miei(CzzC) |
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Da: CzzC Inviato:
lunedì 22 dicembre 2014 21:40 La ritengo una delle tante analoghe bufale messe in giro da chi non vuole che si metta a fuoco il vero problema del differenziale di crescita italiano rispetto ad altri Paesi UE: la dispersione di risorse causata dalla scarsa efficienza della pletorica pubblica amministrazione e giustizia che l’adesione all’Euro finalmente ci costringe a riformare: basti vedere quanto sia cresciuto il rapporto debito/Pil ben prima che entrassimo nell’euro, debito che in assenza dell’aggancio con l’euro ci avrebbe fatto fare la fine dell’Argentina. - «La Francia avrebbe appoggiato l’unificazione tedesca, ma in cambio la Germania avrebbe dovuto rinunciare al marco. La Germania accettò, ma come contropartita ulteriore chiese alla Francia un progetto di deindustrializzazione dell’Italia»: [CzzC: mi parrebbe fantapolitica mirata a confondere più che a chiarire le dinamiche reali: premesso che nel mercato competitivo ogni impresa deve provvedere alla sua sopravvivenza per non fallire o farsi mangiare dal più forte, operazione più ardua in uno stato sanguisuga con tasse, azzeccagarbugli e residui sindacali sessantottini, l’industria italiana è sinergica con quella europea nel fare massa competitiva con i paesi emergenti, ed è grazie all’euro che gli arabi non hanno potuto comperare la quota di maggioranza dell’Alitalia, mentre sappiamo che brutta fine toccò ai regimi arabi (Saddam, Gheddafi, Assad) distonici rispetto alle strategie finanziarie dei petroldollari e quanto stia soffrendo la sanzionata Russia per analoghe strategie e per il “criminale” sostegno al principio di autodeterminazione dei popoli russofoni in Ucraina, con l’Italia a pagare miliardi di euro di mancate esportazioni e che non a caso si oppone ad ulteriori sanzioni anti-Russia: è vero che la Merkel le vorrebbe aumentare, ma non perché voglia far fallire l’Italia: mira più all’influenza tedesca in est-europa che alla sinergia UE-Russia dei suoi più europeisti predecessori in OstPolitik]. - «Da qui la svendita dei nostri gioielli alla fine degli anni ’80»: [CzzC: da’ uno sguardo all’impennata del rapporto debito/Pil_IT alla fine degli anni ’80 con relative svalutazioni della lira, per capire come fosse facile fare shopping in un Paese a prezzi di svendita; peggio sarebbe oggi se non fossimo nell’euro]. - «A Berlino serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia»: [CzzC: due panzane in meno di due righe: 1) l’euro è nato che valeva meno di un dollaro, e l’ha subito sorpassato, altro che deprezzamento! Oggi 1€=1,22$; 2) la bilancia commerciale tedesca era in surplus con tutti i paesi anche prima dell’euro]. Non becchiamo granone sparso con le bufale, magari dai tutori dei petroldollari che temono la concorrenza dell’euro e mestano con i massoni nostrani adulanti il fratello Obama pro dollaro e matrimoni gay con uteri in affitto. |
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