Domande a Brunello Cucinelli su “lo stato essenza dell’eticità”
2013.08.28
Egr. Sign Brunello,
chi considera Olivetti come precursore di quella cultura d'impresa umana e sociale, tuttora miraggio, definisce Lei come "l'erede" naturale di Olivetti per quel che fa oltre che per quanto afferma, ad esempio, così «L'ordine divino, calato nella prassi della operosità umana, rende comprensibile alla conoscenza irrazionale il filo sottile che lega tra loro la Natura, l'Arte, L'Anima; e da quando l'Arte entrò nella mia vita, riconobbi essa come una risorsa necessaria piuttosto che come una pur raffinatissima struttura accessoria. Lavorare per il bene che trascende la materia mi permette di penetrare il Genio della Natura, e di collaborare con essa per mezzo del lavoro. Ritengo che ognuno di noi, con il proprio, interagisce con l'ambiente, e anch'io, per la mia parte mi sento responsabile delle bellezze del mondo» e presumo che Lei sia il medesimo che in questa pagina pubblicitaria firma il motto «nello Stato si realizza l’essenza dell’Etica”.
Non so se sia casuale l’assonanza dei termini evidenziati con quelli di certi illuminati, ma apprezzo che Lei colga l’impronta divina nel Creato e, sapendoLa citare S.Francesco e S. Agostino, mi consenta tre domande:
- parla di conoscenza irrazionale anziché di ragione: vorrei sperare che Lei non confini il ragionevole della nostra vita al solo razionalmente equazionabile;
- osservando quanto male abbiano fatto al bene comune i tifosi di illuminate efferatezze (da quelle giacobine, alle napoleoniche, a quelle messicane contro i Cristeros), io temerei che il succitato motto, coincidente col loro, mal si addica al bene che Lei intende perseguire anche con la Sua opera di stilista e di saggio imprenditore: lei no?
- forse non sarebbe del tutto casuale che il male maggiore procurato dai suddetti tifosi dell’Eticità-stato sia stato procurato contro i fedeli cristiani che credono in un Logos divino incarnatosi uomo, svelando la ragionevole finalità di ogni aspetto del nostro vivere, anche laddove il razionalismo negherebbe dignità conoscitiva ad interpretazioni che esulino dallo stretto rapporto scientifico – statistico di causa-effetto osservabile, misurabile, riproducibile: o ritiene che sia del tutto casuale?
Nella confutazione del suddetto motto che qui con altri mi permetto, Le apparirà un tentativo di correzione fraterna: la consideri assolutamente reciprocabile.
La ringrazio per avermi letto fin qui, a prescindere dalla risposta
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 23/08/2018; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2017.mm.gg Aspetto di sentire Brunello in viva voce sul tema lavoro in agosto 2017 per correggere eventuali intendimenti erronei che di lui avessi annotato nelle mie pagine web