Pongo DOMANDE al G.M. massone L.B.
con riferimento alla sua allocuzione «Al lavoro per una Federazione Massonica»: in sintesi gli chiedo se lui e i suoi fratelli maestri stanno iniziando a far dimenticare le persecuzioni anche cruente (Cristeros) reiterate contro uomini, opere e patti della Chiesa, per presentarsi adesso tolleranti e benevoli verso i cattolici che ritengono i più illuminati, esclusi, ovviamente i succubi dei papi fino a B16°.
Nel 2024.02 annoto che l’avviato approccio potrebbe essere favorito anche dalla senescenza e dalla difficoltà di reclutamento che accomuna Massoni e cristiani nella vecchia Europa delle nostre origini.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/06/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: massoneria approccia dialogo benevolo SerenissimaGranLoggia, Riscontro dell’Avv.B.
↑2013.05.18 sabato h 22:23 scrivo msg a ...@serenissimagranloggia.it
Oggetto: x G.M.
L.B. su allocuzione "Al lavoro per una Federazione
Massonica" letta in
www.serenissimagranloggia.it
Egr. Dott. L. B.
se Lei che mi legge non fosse l’autore della allocuzione in oggetto, La pregherei di soprassedere al seguito e di inoltrare il presente messaggio al Dott. L. B. autore di questa allocuzione, oppure di segnalarmi il disguido, altrimenti ...
essendo la prima volta che cerco di contattarLa, desidero presentare me oltre che l’intento di questa mia: porLe alcune DOMANDE sull’allocuzione in parola, riconoscendoLe la più ampia facoltà di ignorarmi.
La ringrazio a prescindere dalla risposta che, se avesse la cortesia di darmi, linkerei per i medesimi amici che lessero i miei commenti.
Le offro un abbraccio nell’ambito della fratellanza universale, non tanto diverso da quello che porgo ad altri in fratellanza cristiana.
L’uso del TU non intende mancare di rispetto.
Prima di proseguire, presentandomi meglio, mi firmo per immediatezza di riscontro.
CzzC – indirizzo – telefono
LE DOMANDE
Sta a cuore anche a noi cattolici valorizzare le intraprese utili al bene comune, come questa tua, caro Maestro L.B.: permettimi la forma del tu che uso per tutti gli autori e permettimi una certa franchezza nel porti le domande, che spero tu non legga come impertinenza.
Pongo le domande all’interno del tuo testo per immediatezza di riscontro.
… omissis …
… omissis …
Al lavoro per una Federazione Massonica
Allocuzione del Gran Maestro L.B.
Le origini della Massoneria, come è ampiamente dimostrato da una vasta letteratura storica e tradizionale, precedono, costituendone il fondamento, la costituzione a Londra della Gran Loggia nel 1717. Gli stessi studi storici e tradizionali dimostrano come la distinzione tra Massoneria operativa e Massoneria teorica o “accettata”, che vedrebbe la seconda attivarsi con la costituzione della Gran Loggia nel 1717, sia artificiosa. La Massoneria operativa, infatti, era depositaria di una sapienzialità teorica, spirituale, tradizionale, simbolica, che era alla base dell’operatività e costituiva il nucleo essenziale dell’operare del Libero Muratore.
Vari documenti massonici della fine del XIV secolo [CzzC: i massoni si fanno risalire al 1300? forse anche prima, leggendo qui: finora li datavo dalla riforma di Lutero con la prima gran loggia nel 1717, quindi inspiratori della Rivoluzione Francese, proliferati con Napoleone] e dell’inizio del XV, conosciuti collettivamente come Vecchie Istruzioni o Antichi Doveri, consentono di affermare che i Massoni ritenevano il loro sapere e il loro operare derivante da Ermete Trismegisto, il quale ci conduce ad una tradizione antica connessa con Thoth, la “lingua di Ra”, ossia il neter egizio “Signore della Conoscenza” che diede agli uomini la sapienza. Ritroviamo la figura di Ermete Trismegisto, ossia di Thoth, nel greco Hermes, nel latino Mercurio e nel druidico Lug-Mabon.
La “conoscenza” è pertanto il riferimento essenziale della Massoneria sin dalle sue più lontane origini [CzzC: la conoscenza è stretta parente del LOGOS: peccato che i succubi di quel dogma (divinità di Gesù) siano tacciati di oscurantismo dai massoni; forse non da te, ma chiedo (DOMANDA_1) se ritieni sì per gli adoratori del neter gaudenti nel cercare la verità in compagnia di Dan Brown].
James Anderson, nelle sue Costituzioni, che divennero il fondamentale riferimento della Gran Loggia, introducendo il grado di Maestro, sostituì Ermete con Hiram, incardinando la Massoneria nella tradizione biblica.
[CzzC:
- dopo aver addomesticato i protestanti, tentato di cancellare papato e i papa-succubi con guerre varie simil-garibaldine (glorificate anche oggi ogni anno con le sanguinose marce dei lealisti agghindati con simil labari), con irripudiate persecuzioni (→ massacro dei Cristeros), con infiltrazioni tattiche e strategiche (pianificanti perfino matrimoni di colonizzazione), forse siete stupiti nel costatare che dopo secoli di cotali orchestrazioni contro i dogmi del Magistero petrino, questo non si sia ancora piegato, non dico ai vostri labari, ma nemmeno agli aizzati cadudem; [CzzC: 2024.02 annoto che è riuscito l’approccio]
- Mala tempora currunt per tutti e dunque forse provare la carota al posto del bastone potrebbe essere utile; [CzzC: 2024.02, anche perché ci accomuna la senescenza e la difficoltà di reclutamento nella vecchia Europa delle nostre origini]
- leggendo che state professando dialogo benevolo verso i cattolici (come qui), chiedo (DOMANDA_2) se contate che i pii buonisti non respingano una mano pacifica nemmeno quando si porgesse impentita del sangue innocente di cui grondò e forse da qualche parte ancora gronda].
Con la Costituzione della Gran Loggia nel 1717 e con le Costituzioni di Anderson si determinò una distinzione tra un prima operativo e un poi teorico-tradizionale che costituisce una frattura, che non ha motivo di essere e che va ricomposta.
La Massoneria italiana non è stata esente, nella sua ormai pluricentenaria storia, da fratture, divisioni, riunificazioni, nuove divisioni. Questo percorso travagliato ha prodotto l’attuale complessa situazione, che vede una pluralità di Istituzioni massoniche operare sul territorio italiano, con un evidente indebolimento della capacità progettuale che è essenza costitutiva dell’esistenza della Massoneria.
[CzzC: effettivamente la vostra capacità progettuale come essenza costitutiva non abbisogna di esser e dimostrata, tanto è evidente professionalmente, tatticamente, strategicamente, globalmente: altro che fiducia nella Provvidenza, della quale ciononostante mi fido, non fosse altro che per la salvaguardia della mia libertà, felicità, possibilità di amare ed educare per l’effettivo bene comune, non di una setta semisegreta].
La definizione di Grande Architetto dell’Universo con il quale la Massoneria si riferisce all’Essere Assoluto, implica l’idea di una progettualità che in Ermete trova il suo aspetto creativo.
[CzzC: Ermete, Prometeo ovviamente sono ben altro che il progetto di salvezza principiato da Dio verso un’umanità incapace di bastarsi senza di lui, Grazia di Dio fattosi uomo; DOMANDA_3 credi che siano scemi i creduloni di questo dogma? Suppongo che tu ciò non creda, ma allora, perché vi rendete disponibili al rispetto collaborativo con i cattolici solo se questi mettono da parte la presunzione di essere nel vero (dice Renner compiacendovi) (dogmatismo)? Non potremmo collaborare in proattività per il bene comune rispettando le reciproche trasparenti forze motrici? Ad esempio perché non potremmo sinergizzare sul miglioramento della scuola attraverso la libertà di educazione con scuole paritarie non lucrative aperte a tutti, che, proprio per essere sceglibili da tutti e non solo dai ricchi, abbisognano (come in altri stati civili) di un sostegno pubblico, comunque rispettoso dell’articolo 33 perché fanno risparmiare un sacco di oneri per lo stato in ragione di costi di istruzione pro capite; perché invece tanti vostri maestri sostengono referendum abrogativi del suddetto sostegno, come da noi in Trentino/2007 il vostro Bonmassar (pace all’anima sua) e a Bologna/2013 illustri vostri ubbidienti nel Referendum 26/05 abrogativo di analogo sostegno?]
I Massoni, Figli della Vedova (Isis) ed epigoni di Thoth, “Signore della Conoscenza”, sono pertanto progettisti e costruttori, coadiutori del Grande Architetto dell’Universo, il cui nome è sconosciuto, essendo “Egli” definito solo con il suo principale attributo.
[CzzC: era Dio ignoto finché un certo S. Paolo disse che si era rivelato e, guarda caso, era proprio quello che egli aveva perseguitato; DOMANDA_4: ai massoni solitamente piacciono le simmetrie: ti piace anche questa?]
Progettare e costruire sono i compiti essenziali della Massoneria e lo sono tanto più in una fase storica come l’attuale nella quale sono in discussione i paradigmi della civiltà moderna e, in particolare, di quella della technè
[CzzC: quasi faccia tosta: DOMANDA_5: ma non eravate voi in prima fila ad umiliare e perseguitare i cattolici oscurantisti, perché diffidenti dei lumi e della technè? Non siete voi ad avere nella finanza ed economia mondiale una densità differenziale di ubbidienti tale da poter infilare al vertice della banca Mondiale una big come DSK? Vorreste farci credere che non c’entrate affatto (né in pensieri, né in parole, né in opere, né in omissioni) con l’attuale crisi finanziaria e di fiducia, crisi del giocattolo da voi succhiato con sguardo commiserevole verso i papa-succubi, che con la dottrina sociale della Chiesa non si fidavano di certi gnomi come il tuo il suddetto DSK, fieri di prometeiche virtù e prebende?]
Vorrei qui affidarmi alle esemplari espressioni di René Guénon, il quale afferma: “La civiltà moderna appare nella storia come una vera e propria anomalia: fra tutte quelle che conosciamo essa è la sola che si sia sviluppata in un senso puramente materiale, la sola altresì che non si fondi su alcun principio d'ordine superiore. Tale sviluppo materiale, che prosegue ormai da parecchi secoli e va accelerandosi sempre più, è stato accompagnato da un regresso intellettuale che esso è del tutto incapace di compensare
[CzzC: DOMANDA_6: ma non eravate voi in prima fila ad irridere i cattolici che diffidavano dell’onnipotenza di certi lumi mentre preferivate i protestanti in etica economica proprio perché compari nel tacciare di oscurantismo i cattolici?].
Intendiamo qui, beninteso, parlare della vera e pura intellettualità, che si potrebbe anche chiamare spiritualità e ci rifiutiamo di dare questo nome a ciò a cui si sono specialmente applicati i moderni: la cultura delle scienze sperimentali, in vista delle applicazioni pratiche alle quali esse sono suscettibili di dar luogo”.[1]
Richard E. Nisbett, psicologo sociale e cognitivo americano, nel suo “Il Tao e Aristotele”, dopo aver descritto le diverse modalità con le quali occidentali e orientali pensano e interpretano se stessi, il mondo e la realtà e dopo aver preso in considerazione l’idea tutta occidentale che il pianeta deve “occidentalizzarsi” e l’altra, opposta, che si possa avere una prospettiva di “divergenza duratura”, propone l’idea che tra pensiero occidentale e pensiero orientale possa esserci una convergenza
“Si deve però considerare – scrive Richard E.Nisbett – un terzo punto di vista, cioè che il mondo potrebbe essere sulla strada della convergenza, invece che della divergenza duratura, ma una convergenza fondata non puramente sull’occidentalizzazione ma anche su un’orientalizzazione e su nuove forme cognitive basate sull’amalgamarsi dei sistemi sociali e dei valori”. [2]
[CzzC: ti consiglierei, caro Gran Maestro,
- di frequentare qualche corso offerto dalla leadership ignaziana a Villa S. Ignazio di Trento su santità asiatica, bioenergetica, ibridazione degli approcci, etnomedicina, etnopsicologia, etnopsicoterapia, Yoga, psichiatria transculturale, che “portano a nuovi luoghi di confronto” come dice il loro Fractio Panis, Aprile 2013 pag 11
- di frequentare, meno complicatamente, qualche corso di Paul Renner, ben referenziato su vostri siti, direttore dello STAB.
DOMANDA_7: Che mi dice? Che non serve perché li conosce già abbastanza bene? Ah ... scusi la ridondanza della proposta].
“Sono convinto – afferma pertanto a conclusione del suo libro Nisbett – che Oriente e Occidente si incontreranno grazie all’avvicinamento di ognuno nella direzione dell’altro. Est e Ovest possono contribuire alla realizzazione di un mondo più omogeneo dove le peculiarità sociali e cognitive delle due culture saranno entrambe rappresentate ma trasformate, come i singoli ingredienti di una macedonia, che sono riconoscibili ma appaiono diversi, perché ognuno di essi modifica l’insieme. E’ lecito sperare che questa macedonia contenga gli elementi più gustosi e maturi di ciascuna cultura”. [3]
[CzzC: anch’io confido nella bontà di un incontro est-ovest, quello dei due polmoni della cristianità, i cattolici e gli ortodossi, guarda caso entrambi trattati come oscurantisti da vostri gnomi, mentre più benevolenza vostra goderono i cristiani separatisi con gli scismi illuminati di anglicani, luterani, calvinisti, valdesi ... più docili alla vostra cultura dominante].
“Jaspers – scrive in proposito Umberto Galimberti - ritorna al «periodo assiale» dell’umanità in cui l’Occidente ancora non si distingue dall’Oriente, perché il pensiero, nell’ápeiron o nel Tao, pensa, sotto la differenza linguistica, quella stessa cosa che poi resterà impensata nella terra della sera”. [4] Heiddeger (con 2 g) scrive di ritorno all’epoca “aurorale” del pensiero greco.
[CzzC: mi pare che intendesse un’altra cosa rispetto alla vostra interpretazione de l’Oriente Eterno: ma forse sbaglio perché non cerco pezzi di verità in compagnia di Dan Brown].
Un progetto di futuro, come potrebbe essere nelle “corde” della Massoneria [CzzC: DOMANDA_8 corde che vibrano per cantare anche questi Leitmotiv?] e nella sua vocazione esistenziale, è anche un ritorno al periodo “aurorale” e per questo compito, come scrive Umberto Galimberti, “non serve la logica che regola il «pensato», ma il linguaggio cifrato e il mito che dell’«impensato» sono i gelosi e rispettosi custodi”. [5]
Mýthos significa “parola che dice” e dire per i Greci significa manifestare. Lógos ha lo stesso significato. Simbolo (sym ballein) è riunione di ciò che è stato diviso.
[CzzC: piuttosto che il linguaggio cifrato e il mito dell’impensato potreste trovar utile il LOGOS del prologo di Giovanni: DOMANDA_9: Tel sai ke qualke to’ fradèl muradòr el giura sul Vangelo del Giovàni? Scusami il dialetto trentino, ma qualche vostro big dalle mie parti (anche se non è vestito da muratore) mi capisce benissimo] Tra queste considerazioni viene sempre spontaneo un simbolo perfetto: la ruota, i cui raggi, originando dal centro, formano il cerchio, così come le diversità hanno tutte un’unica matrice.
“Il determinismo – scrive Vittorino Andreoli - come necessità è morto. La fisica quantistica ha abbandonato l’antica concezione del determinismo su cui era fondata la fisica meccanica” [CzzC: caro Andreoli, ti conosco come buona penna, ma lasciami discernere da laureato in fisica: il principio di indeterminazione di Heisenberg e la meccanica quantistica non hanno smentito le antiche sicumere della scienza deterministica, hanno solo ampliato il dominio o campo di esistenza delle leggi fisico-matematiche introducendo il concetto probabilistico, così come Einstein non cancellò le leggi di Galileo, ma ne ampliò il dominio, introducendo una correzione relata alla differenza tra la velocità della luce e la velocità di osservatore osservato] [6] e “la scienza non è che una classificazione e una classificazione non può essere vera ma solo comoda”. [7] “Un metodo di misura – aggiunge Vittorino Andreoli - ha una propria vita in cui è possibile distinguere il momento della scoperta, che ne vede la massima applicazione, il periodo della maturità in cui vengono applicate le prime analisi critiche e infine la fase del deterioramento. In quest’ultima fase sono più frequenti i deliri, cioè la forzata difesa e un’applicazione indiscriminata ad ogni evento”. [8] Esempio di delirio è il teologico motore immobile. “Ci sembra auspicabile – continua Vittorino Andreli - che ogni modello di misura vanga distolto dal periodo di una sua assolutizzazione che lo proponga come unico metro di comprensione….. Con il razionalismo è entrato nell’umanità questo mostro, questa concezione per cui è comprensibile un fenomeno solo se ne viene scoperta la causa”. [9] “Il sistema logico è dunque – afferma Vittorino Andreoli - uno dei possibili modi di strutturare una realtà, anche se storicamente nel mondo occidentale si è imposto sul piano gerarchico come «il» sistema”. [10] [CzzC: più semplicemente distinguerei tra razionalità e ragione: la prima ha a che fare con il misurabile, equazionabile, riproducibile (metodo empirio-matematico di Galileo), la seconda con il LOGOS che comprende la prima e non si esaurisce in essa; sbaglia la prima quando pretende che il dominio dello scibile e del reale sia solo il suo dominio (convinta ad esempio che un giorno si scoprirà l’equazione dell’amore e che non serve la filosofia); sbaglia la seconda quando negligesse le verità scientifiche, fermo restando il diritto di definire moralmente illeciti certi usi tecnologici della scienza].
Esiste una struttura del non-logico [CzzC: direi piuttosto che esiste una struttura del non-razionale, ma che è ragionevole e non-illogico, confortata da risultati osservabili e misurabili utili per il bene comune, dunque pure esperienziale, sebbene il suo criterio di merito sia di tipo fiducia/fede confermata da un a-posteriori (vieni e vedi) anziché dalla sicumera di un a-priori deterministico (ti dimostro che è così, con la certezza di una formula matematica, vedrai che accadrà così, come un sasso mollato cade a terra] sorretta da propri principi e leggi. “Richiamandoli brevemente, inizieremo – scrive sempre Vittorino Andreoli - da quello che linguisticamente è paradossale, poiché semanticamente «caso» significa imprevedibile, fortuito. In realtà è un principio su cui si fonda la stessa probabilità di organizzazione biologica della vita”. [11] [CzzC: alla teoria del caso aggiungerei quella del caos, che è pure colorabile come i frattali].
Nella mentalità occidentale, si tratta di giungere al superamento della “necessità”, per passare dalla “necessità” alla probabilità [CzzC: ben detto, ma non ti illudere: l’introduzione della probabilità configura un allargamento della base deterministica, non una contraddizione del determinismo: natura non facit saltus e non fallisce mai il principio di causa-effetto, tenetene conto anche per ponderare le vostre responsabilità davanti a Dio, visto che davanti agli uomini è più facile dissimulare eventuali colpe soprattutto quando si avesse tra i magistrati una densità differenziale assai significativa da poterla fare franca].
“Il simbolismo – come scrive René Guénon - è il mezzo più adeguato per l'insegnamento delle verità d'ordine superiore, religiose e metafisiche, cioè per tutto quel che lo spirito moderno respinge o trascura; esso è esattamente il contrario di ciò che conviene al razionalismo, e tutti i suoi avversari - alcuni senza neppure saperlo - si comportano da veri e propri razionalisti. Per quel che ci concerne, noi pensiamo che se oggi il simbolismo è incompreso, tanto maggior ragione c'è di insistere su di esso, esponendo nel modo più completo possibile il significato reale dei simboli tradizionali, restituendo loro tutta la portata intellettuale che possiedono …”.
[CzzC: il simbolismo aiuta certamente, se inteso didatticamente come esempio, come affinità: anche Gesù parlava per parabole; ma la fede cattolica poggia su fatti, avvenimenti, si nutre di esperienza provata e provante, non di ideologie o esoterismi, nemmeno si fida del sola scriptura, ma di una Parola e di una Tradizione la cui attualizzazione è guidata non dalla media democratica delle coscienze individuali formate nel confronto con la comunità, ma dal Magistero petrino di una Chiesa vivente, corpo di quel Cristo che l’ha fondata, pur essendo meretrix oltre che casta].
Uno degli argomenti sui quali la Massoneria ha lungamente discusso è l’etica.
Êthos significa “soggiorno”. “Êthos anthrópoi daímon”, “il soggiorno dell’uomo è presso gli dèi”. (Eraclito, Frammento B119).
l’Etica è il soggiornare presso l’Essere, presso il Grande Architetto dell’Universo e poiché il soggiornare implica l’ospitalità, essere etici significa essere ospiti presso l’Essere, presso l’origine degli Enti, ossia l’origine del manifesto.
[CzzC: Mi pari un po’ presuntuoso a partire con una definizione dogmatico-assiomatica senza traccia di dubbio! E pensar ke el gran murador dale me bande el me dirìa ke sarìa mi ad averghe la verità en scarsela! Parti a dire che l’Etica è ..., surclassando con una frasetta gli sforzi secolari di milioni di menti sinceramente riflettenti su questo termine, uno dei termini qualificanti la superiorità dell’uomo rispetto agli animali, perché corollario primario della coscienza di sé; senza pretese di esaustività o di imparzialità, senza dire che “l’etica è...”, iniziai nel 2009 questa riflessione sull’etica].
L’etica è la tensione conoscitiva verso l’Essere, ossia verso quella Regola implicita che si manifesta nella Regola universale che presiede alla creazione dei mondi, della quale Ermete è l’archetipo.
[CzzC: non puoi ridurre l’etica ad una tensione conoscitiva: DOMANDA_10: non credi che avessero una tensione conoscitiva verso l’Essere (inteso come super-loro-ideologia) anche i masso-generali massacratori di Vandeani, o spargitori di sangue (+ lumi e sifilide) per tutta Europa, o massacratori di Cristeros? Credi che non avessero tensione conoscitiva verso analogo Essere scientifico-ideologico i massacratori di innocenti come Hitler, Stalin e Pol Pot? Non credi che abbiano una tensione conoscitiva i lor cugini gestori dei Laogai? L’etica degna di tale nome si configura come comportamento non solo come tensione, e dunque sarebbe osservabile esperienzialmente e giudicabile da un criterio di giudizio, magari messo al riparo delle fluttuazioni del criterio di maggioranza. O no?]
E’ dunque sulla “conoscenza”, sul “soggiornare presso l’Essere”, che si esplica l’eticità massonica [CzzC: ti auguro comunque un buon soggiorno presso l’Essere, meglio se fosse l’Essere di rosminiana concezione], che ha come suo percorso la riunione dei dispersi (a-polloi), per percorrere il quale il simbolo (sym ballein) è la forma mentis più consona.
La tensione unitaria è pertanto nel cuore e nel sangue della Massoneria ed è con questa tensione che è inteso il mio operare.
Da qui la proposizione di un lavoro comune per una Federazione Massonica, che nella salvaguardia delle singole identità e dei singoli percorsi storici, riunisca la Grande Famiglia Massonica per il bene dell’Umanità e per la Gloria del Grande Architetto dell’Universo.
[CzzC: sarei felice se vi uniste, anche solo in federazione: non potrebbe essere che per bene comune; immagina se ci fosse un referente responsabile della massoneria mondiale riconosciuto primario portavoce dalla maggioranza dei massoni di tutto il mondo, immagina che scenario ammireremmo se potessimo mettere faccia a faccia in dialogo un cotale responsabile della massoneria con il nostro Papa ... immagina che Assisi sarebbe ... non te lo dico con ironia, ma con convinzione sulla bontà dell’intento; tuttavia colgo l’occasione per osservare che è difficile dialogare con una pletora di sedicenti gran maestri massoni, come del resto con i capi islamici o i capi delle chiese schizzate dalla polverizzazione luterana dove nasce una setta al giorno (e quando riuscissero ad eleggere una capessa dovrebbero preoccuparsi fra l’altro che non venga fermata per guida in stato di ebbrezza).
Comunque in attesa di portavoce unitari, i fratelli anche di fedi diverse possono fare tanta strada assieme per il bene comune: il bisogno è immane (opero in quartiere solidale assieme ad islamici, atei e filo-massoni) e la sinergia trova alimento non solo nella comune filantropia, ma anche nella forza motrice che deriva dalla fede (tu la chiami tensione), purché ciascuno rispetti e valorizzi quella dell’altro, senza preclusioni, nemmeno per i dogmi che non siano imposti a chi non li vuole o che non siano usati per punire chi li volesse abbandonare per un’altra fede].
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[1] René Guénon, Simboli della Scienza sacra, Adelphi
[2] Richard E. Nisbet – Il Tao e Aristotele - Rizzoli
[3] Richard E. Nisbet – Il Tao e Aristotele – Rizzoli
[4] Umberto Galimberti, Il tramonto dell’Occidente, Feltrinelli
[5] Umberto Galimberti, Il tramonto dell’Occidente, Feltrinelli
[6] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
[7] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
[8] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
[9] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
[10] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
[11] Vittorino Andreoli, La terza via della psichiatria, Ed. Corriere della Sera
RISPOSTA e successive interlocuzioni: vedi qui