[precedente: Padre Gabriele Ferrari]
Da:
CzzC Inviato: lunedì 15 ottobre 2012 20:46
A: Gabriele Ferrari
Oggetto: R: VT#40 Una Chiesa povera e libera
Grazie di cuore per la risposta,
e sono commosso nel vederLa confermare un profilo di sé che francamente desideravo leggere, di amore alla Guida petrina, così come mi aveva rassicurato dopo la telefonata di inizio 2010: sono lieto per questo.
L’intento del mio tentativo di correzione fraterna non era quello di ignorare i peccati e i limiti della nostra Madre Chiesa, che riconosciamo tutti, ma di invitare Lei come altri scrittori, soprattutto sacerdoti, ad imitare analisi e linguaggio del Papa e dei Vescovi a lui strettamente uniti, piuttosto che il linguaggio allusivo (esempi concreti in nuce Le chiesi; domanda elusa) tipico di certi Leitmotiv del dissenso denigrante che porta disorientamento anziché speranza e costruttività correttiva.
Ma mi fermo, perché le priorità della Missione sono altre per entrambi, e poi credo che ora ci siamo capiti meglio e quel che manca potrebbe essere completato in incontri diretti: cercherò di venirLa a sentire quando verrà ancora a parlare a Rovereto.
Scusi errori perché non rileggo quanto ho risposto di getto e alle 21 dovrò essere a scuola di fede alla Beata Giovanna.
Riabbraccio fraternamente in Cristo.
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Da: Gabriele Ferrari
Inviato: lunedì 15 ottobre 2012 12:03
A: CzzC
Oggetto: R: VT#40 Una Chiesa povera e libera
Caro Sign. CzzC,
ho letto la sua lettera giuntami via e-mail e non Le nascondo la mia sorpresa nel leggere i suoi commenti sul mio articolo apparso in Vita Trentina n. 40. Sono sorpreso per essere stato oggetto di un’esegesi accurata e di un’attenzione di cui non mi ritengo degno. Francamente non immaginavo di sollevare obiezioni così vaste … fino alle persecuzioni dei cristiani in Cina! Una cosa ci tengo a dire: credo in tutta umiltà di amare la Chiesa, anche se ne critico qualche aspetto deteriore. Al servizio della Chiesa ho dedicato la mia vita e non ho alcuna intenzione di demolire la Chiesa o di pregiudicare l’esito del Sinodo, come Lei sembra temere. Pur cosciente di essere un povero peccatore, mi permetto di criticare Mia Madre, proprio perché le voglio bene e vorrei vederla bella, senza macchia e senza ruga” come Gesù Cristo l’ha voluta. Del resto non sono il primo che osa puntare il dito su ciò che non va nella Sposa di Cristo: dalle “Cinque Piaghe” denunciate da Rosmini fino alla pesante denuncia delle “sporcizie” presenti nella Chiesa fatta proprio dal card. Ratzinger durante la Via Crucis del venerdì santo 2005, non è segno di poco amore criticare la Chiesa. Penso che ci sia il diritto e la libertà di dire quello che – secondo il proprio discutibile parere - non va, senza dover sostenere per questo un processo e lasciando doverosamente a chi ha il servizio della guida della Chiesa di trarne le dovute eventuali conseguenze. Che nella Chiesa ci siano aspetti da cambiare lo dimostra il fatto che a più riprese i Documenti del Concilio Vaticano II affermano che la Chiesa è “reformanda”: “reformanda” da che cosa? dalla sua santità o dai suoi peccati?
Come Lei già si attendeva nello scrivermi, mi avvalgo del diritto di non entrare in una discussione che temo non finirebbe con questo primo scambio. Forse avrà qualche risposta dall’Ufficio catechistico al quale sento vuole ricorrere. Lo faccia con tutta libertà.
Mi scuso di averLe fatto perder tempo in una polemica di retroguardia che non vedo a che cosa possa portare e nella quale, se mi permette, non riesco a vedere un’occasione di esercitare la “carità intellettuale” di rosminiana memoria.
p. Gabriele Ferrari