A mio avviso Paolo
Deotto strattona il
Popolo di Dio con analisi poco serie e presunzione di saccenza
Sorvolo su molti spunti tacciabili
di presunzione come in titolo, e mi soffermo solo sul recupero della sovranità monetaria.
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senza pretese di esaustività
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Da:
NC Inviato: sabato 6 ottobre 2012 08:08
A: CzzC
Oggetto: anche questo articolo è utile per una propria valutazione
SI ALLARGA IL GIRO DI DANZA ATTORNO AL TRONO
DEL LODEN. NUOVO BALLERINO, ANTONIO SOCCI - di Paolo Deotto
“Gli italiani sono sempre
i primi ad accorrere in soccorso del vincitore.”
di Paolo Deotto
Il caos in cui si rotolano i partiti
politici, a destra come a sinistra, favorisce senza dubbio la convinzione che
la sciagura del Governo Monti debba continuare, non foss’altro per mancanza di
alternative. Pochi giorni orsono parlavamo del surreale patto
Casini – Fini, con benedizione esterna di Luca Cordero di Montezemolo,
tutti protesi a sostenere un secondo governo Monti. Come sempre accade, a furia
di ripetere la stessa cosa, tanti finiscono per crederci. Nulla di strano,
quindi, se altri politici e/o intellettuali (veri o presunti) si uniscono al
coro. Sarà per pigrizia mentale, sarà per quel male che pare inestirpabile e
che si chiama piaggeria, sarà per quel che volete, ma la tendenza a saltare sul
carro del vincitore è sempre diffusissima.
Non farebbe quindi notizia parlare di
un’altra voce, ben nota, che si alza in favore della continuazione del
meticoloso lavoro di demolizione del Paese intrapreso dalla gang Monti. Se però
questa voce è quella di Antonio Socci, allora mi permetto di intervenire,
perché Socci è uno scrittore cattolico, non è uno dei tanti politici
quaquaraquà che affollano le aule parlamentari nazionali, regionali,
provinciali eccetera. Socci è uno scrittore cattolico e quindi ha molte più
responsabilità rispetto agli ometti politici professionali, la cui tendenza
prevalente è, purtroppo, modulare la propria coscienza in base all’imperativo
categorico dello “stare a galla”.
Sul blog di Antonio Socci
leggiamo un articolo (pubblicato anche su “Libero”) il cui titolo è già molto
discutibile: “Se
la Chiesa appoggia Monti, ci sono delle ragioni serie”. Qui mi viene subito
spontaneo chiedere a Socci di avere la cortesia di citare il documento della Chiesa
cattolica, che impegni i fedeli all’obbedienza, in cui si prescriva ai
cattolici di votare per i partiti che dichiarano di appoggiare un secondo
governo Monti. Domanda retorica, perché questo documento non esiste. Il titolo
allora non è corretto e i molti lettori di Socci ovviamente restano turbati o
perplessi. Quanto alle ragioni per cui è auspicabile un secondo governo Monti,
Socci ci dice che sarebbe l’unica soluzione per scongiurare la sciagura di un
governo Bersani-Vendola.
Come ragionamento, non c’è
male. Immaginate di essere condannati alla fucilazione. Vi porreste il problema
se sia meglio essere fucilati con un calibro 6,50 piuttosto che con un calibro
7,62? Comunque, a costo di far rizzare i capelli in testa ai pochi ardimentosi
che seguono le pagine che mi ostino a scrivere, mi sento di sostenere che se,
per assurdo, l’unica scelta possibile per gli italiani fosse tra un governo
Monti e un governo Bersani-Vendola, opterei per il secondo.
Permettetemi di ribadire:
sto parlando per assurdo. Molto semplicemente, Bersani e Vendola sono due privi
di idee e incapaci, chi per un verso chi per l’altro, il secondo è anche un
confuso totale (come definire una persona che si presenta come “cattolico
comunista omosessuale”?), e al Governo farebbero di sicuro solo disastri.
Durerebbero ben poco (ricordate quanto durò l’ultimo governo guidato da
quell’altra sciagura nazionale che risponde al nome di Romano Prodi?), né
avrebbero il tempo per danneggiare più di tanto un panorama che è comunque già,
per lo più, di macerie.
La prosecuzione di un
governo Monti, la nostra disciplinata prosecuzione in questa Europa di ladri e
avventurieri col grembiulino, la nostra disciplinata permanenza nell’euro,
invece completerà brillantemente quel lavoro di distruzione dell’identità
cristiana del nostro popolo. L’attuale situazione di disastro economico, creata
dalla finanza piratesca, altro non è, lo ribadisco, che una tappa necessaria
per asservire l’Italia – che già ha perso ampie fette di sovranità - al
potere centrale della grande finanza.
È così casuale che proprio
in questi giorni il governo stia studiando una progressiva riduzione delle
autonomie locali, dopo lo scoppio (successo, guarda che caso, proprio al
momento opportuno) di tanti squallidi scandali e scandaletti, che permettono
ora di fare di ogni erba un fascio? È un caso la ripetizione ossessiva della
“irreversibilità” dell’euro, ribadita anche da quel vecchio signore che sta al
Quirinale, lo stesso, per capirci, che decretò la morte di Eluana Englaro
rifiutando (illegittimamente) una firma a un decreto-legge? È un caso che da
mesi e mesi ci stanno ossessionando su una crisi economica che non ha mai fine?
È un caso che tutti i provvedimenti del Loden abbiano avuto come effetto quello
di impoverire il paese?
Nulla accade “per caso”,
ma forse, secondo Socci, non esiste la massoneria (che da sempre aspira al
governo sopranazionale degli “illuminati”), non esiste la finanza dei pirati,
non esiste una moneta finta come l’euro, che non ha alcun legame con valori
reali, e che serve brillantemente a una banda di banchieri (la BCE, non
scordiamocelo, è un’azienda di proprietà di privati, che hanno l’assurdo
privilegio di “creare” ricchezza) per ricattare gli Stati e imporre le
politiche di “austerità”, che stanno mettendo a terra le Nazioni più deboli.
Socci riprende tutti gli
argomenti triti e ritriti che da mesi vengono ossessivamente ripetuti dalla
stampa di regime: la credibilità internazionale dell’Italia, (che sarebbe
“garantita” da un capo di Governo che saltella qua e là per l’Europa a
genuflettersi davanti ai funzionari di Bruxelles e davanti alla cancelliera del
IV Reich), il debito pubblico (come mai il Giappone, con un debito pubblico ben
più pesante del nostro, non è nei pasticci come noi?), l’ineluttabilità della
permanenza nella UE e della rinuncia alla sovranità monetaria. Eccetera.
Senza Monti ci aspetta “il
baratro”. Perfetto. Anche Socci, come tutti gli altri del coro pro-Monti non ci
spiega perché mai senza Monti si debba cadere nel baratro, ma tant’è: ormai la
politica si fa con frasi ad effetto, senza lo straccio di una cifra precisa,
con la minaccia di oscure e terribili catastrofi per chi sgarra. Per ora
l’unica cosa certa, sicura e palpabile è la miseria diffusa, la disoccupazione
alle stelle, e la perdita progressiva della libertà, con uno Stato sempre più
di polizia, ma in particolare di polizia tributaria, visto che “l’evasore” è il
mostro contro cui il Loden ha indirizzato i suoi strali. Il “parassita”.
La prosecuzione di questo
manicomio e di questa truffa è la salvezza dell’Italia?
Ma poiché Socci,
ribadisco, non è un signor nessuno, ma un famoso scrittore cattolico, gli
vorrei chiedere quanto gli garbi questa UE che a suo tempo rifiutò di
riconoscere le radici cristiane dell’Europa, ma in compenso si adopera in
difesa dei “nuovi diritti”: aborto, matrimonio tra omosessuali, adozione da
parte dei felici sposini, e consimili schifezze, tra le quali si fa strada
anche l’eutanasia, che naturalmente potrà permettere un grosso risparmio sulle
spese sanitarie…
Guardiamo in faccia la
realtà: se non usciamo da questa truffa, andremo comunque in rovina. Se ne
usciamo, di certo le potenti gang che dominano l’Europa ce la faranno pagare.
Su questo non facciamoci illusioni. Ma se restiamo in questa Europa, possiamo
mettere la parola fine all’Italia civile e cattolica. Se invece abbiamo il
coraggio di cercare altre vie, prima fra tutte il recupero della sovranità
monetaria (perché nulla potremo fare sotto il ricatto permanente dei
banchieri), potremo ricominciare. Ricominceremo con le pezze sul sedere, ma da
uomini liberi e soprattutto non da pagani omologati per real decreto di sua
maestà Euro.
Questo interessa in
qualche modo allo scrittore cattolico Socci? Oppure vogliamo ragionare ancora
in stile democristiano quello stesso stile che permise di sfasciare la
famiglia, col divorzio, e di legalizzare l’omicidio, con l’aborto?
Per quale arcana ragione
dovremo rassegnarci a finire divorati nel baratro (quello sì che si aprirà) del
crollo di questo schifo di società liberale e massona, che crede in un solo
dio, il danaro, e che nella sua furia vuole trascinare con sé quante più
vittime possibili?
Se Socci volesse chiarire
questi piccoli quesiti, gli sarei davvero grato.
Da:
CzzC Inviato:
sabato 6 ottobre 2012 23:10
A: NC
Oggetto: Paolo Deotto: un altro che strattona il Popolo di Dio con
analisi poco serie e presunzione di saccenza
Mi pare che già ebbi modo di documentarti come ci siano valide
ragioni per diffidare di certe analisi di P.Deotto.
Qui, sorvolo su molti spunti di analoga ragione (ho poco tempo), e
mi soffermo solo sul recupero della sovranità monetaria.
“Ma se restiamo in questa Europa, possiamo mettere la parola
fine all’Italia civile e cattolica. Se invece abbiamo il coraggio di cercare
altre vie, prima fra tutte il recupero della sovranità monetaria (perché nulla
potremo fare sotto il ricatto permanente dei banchieri), potremo ricominciare.
Ricominceremo con le pezze sul sedere, ma da uomini liberi e soprattutto non da
pagani omologati per real decreto di sua maestà Euro”.
Se la nostra Italietta uscisse dall’Euro con 2 Tera euro di
debito pubblico, frutto anche dei profittatori creatori dell’attuale conflitto
generazionale che la pensano come P.D., anche un semplice ragioniere capirebbe
che sarebbe un disastro pazzesco e duraturo: l’Italia della liretta con le
pezze sul sedere dovrebbe inevitabilmente dichiarare insolvenza del suo debito,
perché i tassi schizzerebbero al oltre il 15%, come fece l’Argentina (che però
può contare sui proventi del petrolio), per poi vivere sotto
il ricatto permanente del tradimento dei risparmiatori che le negherebbe per decenni la
fiducia degli investitori: in tale contesto l’IT vivrebbe in miseria, a meno
che non tornasse ad investire indebitandosi a tassi greci (>20%) con
prestiti altrui e ricreando così dopo pochi anni di apparente benessere un
altro immane debito pubblico, insolvibile, e, dunque, nuovo fallimento, e così
via, finché qualcuno con centinaia di milioni di abitanti non solo ci imporrà
più austerity di oggi, ma semplicemente ci priverà della libertà comprandoci
terre e apparato produttivo a prezzi di svendita oppure con una semplice
invasione punitiva per la troppa fregatura che avremmo dato agli investitori
mondiali fallendo.
Mi sentirei di affermare al contrario che, se NON restiamo
in Europa, possiamo mettere la parola fine all’Italia civile e dunque
anche a quella cattolica. Dobbiamo invece restare in questa Europa e
batterci civilmente aiutando i nostri sani politici a frenare ed invertire
l’allontanamento del nostro continente dalle sue radici cristiane, a cominciare
dalla nostra Italia che si sta secolarizzando a prescindere da lira/euro, e a
ripianare con anni di spending review almeno la metà del debito pubblico
accumulato dai PRIVILEGI che si attribuirono i nostri coetanei sulle
spalle dei nostri figli: non a caso la regola di Maastricht per entrare
nell’euro era che il debito pubblico fosse al massimo il 60% non il 120% del
PIL, regola che l’Europa eccezionò per noi contando sulla nostra promessa di
far scendere il debito al livello degli altri in qualche lustro, promessa
disattesa per la ingordigia dei suddetti PRIVILEGIATI (“i diritti
acquisito non si toccano” dicevano) coccolati da politici che temevano di non
essere eletti se avessero promesso la necessaria austerity, invece che il
bengodi frutto di debiti, come sta prospettando il nostro P.D. Solo chi, come
ad esempio Monti, non mira ad essere rieletto può avere la forza per fare le
riforme e la spending review indispensabili alla sopravvivenza economica di
quest’Italia superindebitata da scellerati predecessori di governo, inciuciati
con gli avidi di privilegi da acquisire a prescindere dal pareggio di bilancio,
tanto pagheranno i posteri ...
Ciao. CzzC