ultima modifica il 05/12/2018

 

Da-a R.Beretta che su Vinonuovo.it irride il decalogo del Portaparola

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Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità: contrassegno miei commenti in grigio rispetto al testo attinto da altri.

 

Da: RB di Avvenire   Inviato: lunedì 6 febbraio 2012 15:15
A: CZZC  [CzzC: metto in colore marrone le parole che richiamerò nella acclusa risposta]
Oggetto: R: Il servizio Portaparola e il relativo DECALOGO come descritti da te su Vinonuovo.it e come vissuti dai poveri strapazzati peones

Caro amico Carlo,

grazie di questa tua lettera, che mi rituffa in una questione a cui tengo molto, ovvero la comunicazione nella Chiesa. Apprezzo anche l’onestà e la trasparenza del tuo tentativo di “correzione fraterna”.

Al dunque. Il tuo decalogo va benissimo, ho notato che cerchi di “relativizzare” il difetto che io stigmatizzavo in quell’articolo: ovvero che sembra che SOLO i media cattolici siano “buoni” e degni. Anch’io sono stato (e in parte sono ancora, ma solo a ragion veduta) un “puro” come te, nei confronti della Chiesa. Ma è proprio per difendermi da amare delusioni, e per mettere in allerta anche la gente come te, che scrivo cose come quella che tu hai letto.

Se posso infatti riassumere la mia attuale posizione, parlando genericamente e generalizzando molto, posso dire che la mia pluridecennale esperienza cattolica mi ha insegnato che NON SI PUO’ e NON SI DEVE fidarsi a occhi chiusi della Chiesa. Non deve soprattutto chi fa il giornalista cattolico, ed ha il dovere – sempre a mio parere – di indagare e svelare tutte le magagne di casa nostra, affinché tutti quelli che in modo sincero e disinteressato lavorano per la Chiesa non si trovino poi ad essere amaramente delusi quando dovessero scoprire di essere stati strumentalizzati e traditi.

La Chiesa vive su un equivoco, soprattutto in Italia dove il clericalismo è soffocante: applica ai suoi aspetti umani le stesse categorie che riguardano la sua essenza teologica. Così spesso si contrabbanda per buon cristianesimo il fatto di cedere sempre e comunque alla buona fede dei “capi”, fidarsi dei preti, obbedire, eccetera. E’ un grave errore: Dio ci ha dato la capacità critica anche per applicarla all’interno della Chiesa. Anzi, oso pensare che l’attenzione dei fedeli debba essere ancora più sveglia, perché la Chiesa non dispone dei mezzi di controllo che hanno altre istituzioni (garanti, opposizioni, mass media, eccetera).

Questo volevo dire in quel testo. Spero di essermi spiegato, anche se il discorso sarebbe ancora molto, molto lungo.

Due ultime cose:

1)   Sul mio rapporto con Avvenire preferisco non mettere nulla per iscritto, già ho pagato abbastanza. Ma se e quando ci incontrassimo, potremmo parlarne.

2)   Sì, in Vino Nuovo mi trovo benissimo! Non avrei altro posto dove esprimere quello che penso.

Spero di non averti troppo scandalizzato, ma è quel che penso. Un abbraccio e tanti auguri

 

R.B.    "Avvenire"    piazza Carbonari, 3  20125 MILANO

 

 

Da: CzzC             Inviato: martedì 7 febbraio 2012 00:33
A: RB di Avvenire e Vinonuovo.it
Oggetto: R: Il servizio Portaparola e il relativo DECALOGO come descritti da te su Vinonuovo.it e come vissuti dai poveri strapazzati peones

Caro Roberto,

sarebbero tanti i grazie che ti dovrei dire (per la solerzia di risposta, per gli apprezzamenti, per la reciprocità di trasparenza, ...) ma non vorrei risultare lezioso.

Permettimi altrettanta scioltezza di replica, a cominciare dal fondo per poi entrare nel merito di singoli passaggi (che riprendo con colore marrone per immediatezza di riferimento): non mi scandalizzi affatto, anzi, mi porti a riflettere su questioni che vivo quotidianamente e che meriterebbero davvero un incontro più che il tramite email.

Stigmatizzavi del decalogo il difetto che sembra che SOLO i media cattolici siano “buoni” e degni. “SEMBRAappunto, tant’è che la mia rassegna stampa (e suppongo quella di altri Portaparola) spazia larga, proprio come dice il decalogo «Monitora i palinsesti ... incoraggia le letture ...»; non cerco di relativizzare detto difetto, semplicemente perché non ne vedrei il bisogno: infatti trovo che Avvenire e altra stampa cattolica referenzi anche le opinioni di chi l’avversa in stile giornalistico più obiettivo di quanto facciano gli avversi verso di lei; quindi privilegiando certi strumenti cattolici in raffronto ad altri avverto meno entropia di informazione, e quindi li preferisco non per schieramento ma per maggiore efficacia ed efficienza informativa (il tempo non è infinito ed occorre impiegarlo massimizzando il rapporto costi/benefici; ti confesso che leggendo Repubblica quando scrive, ad esempio, dei privilegi della Chiesa cattolica mi sembra di usare il mio tempo come se fossi con un fans club calcistico o con gente di bettola al 4° giro di grappe; nondimeno quando consulto certi blog sedicenti cattolici profetici della chiesa del disagio, alias conciliaristi di rottura).

Quindi per mettere in allerta gente come me, dovresti scrivere argomenti più convincenti al riguardo, con esempi concreti senza allusioni e sarei pronto a discuterne, caso per caso.

 

NON SI PUO’ e NON SI DEVE fidarsi a occhi chiusi della Chiesa, altrimenti sarebbe fideismo, ma aspetto esempi concreti di insegnamenti del Magistero dei quali non ci si debba fidare, mentre a fronte di comportamenti peccaminosi, commessi da chiunque e dunque anche da uomini di Chiesa, occorre rispettare l’azione della giustizia umana ed agire secondo quella cristiana, che spesso è più efficace, sia nella prevenzione sia nella cura.

 

A indagare e svelare tutte le magagne di casa nostra provvede interessatamente chi la casa nostra insidia: anch’io recentemente ho indagato e fatto parare un ordito in parrocchia, ma agisco solitamente con tentativo di correzione fraterna in camera caritatis (la Chiesa è una famiglia, una compagnia in cammino radicata ed integrata nella società, ma non un partito: contattai parroco, decano, ufficio diocesano senza sputtanarci sulla stampa; purtroppo qualcuno spifferò il mio cellulare a un giornalista e ne uscì questa storia).

 

Generoso il tuo obiettivo di agire affinché tutti quelli che in modo sincero e disinteressato lavorano per la Chiesa non si trovino poi ad essere amaramente delusi quando dovessero scoprire di essere stati strumentalizzati e traditi. Anziché dedicarmi a parare questo pericolo, trovo più produttivo agire ed educare seguendo il Magistero petrino e dei Vescovi a lui strettamente uniti, anche perché, avendo 20enne aiutato pure quelli di Potere operaio, quelli del PC, poi i Teoglib e vari partiti, ...e, non negando che anche dai preti potremmo prendere delle fregature (qualcuna mi scotta ancora), posso confermare esperienzialmente che l’incidenza di fregature da certi ambiti tra cui alcuni citati (perfino dal sindacato mi capitò), è enormemente più elevata di quella che proviene da Consacrati strettamente uniti al magistero petrino. Però ti ringrazierei se le tue provate rivelazioni mi documentassero inganni anche da questo fronte.

 

In Italia il clericalismo è soffocante: anche a me non piace il clericalismo, dentro o fuori la Chiesa che sia; siccome non soffro di soffocamento, eppure mi piace respirare libero aria fresca e pura, deduco che le persone che frequento maggiormente non siano della specie clericali.

 

Contrabbandare per buon cristianesimo il fatto di cedere sempre e comunque alla buona fede dei “capi”, fidarsi dei preti, obbedire, eccetera è un grave errore. Convengo che sia un errore questo contrabbando, come errore sarebbe contrabbandare per buon cristianesimo l’elogio della disubbidienza, e te lo dico non solo da padre di tre figli che sa cosa implichi insegnare certezze ed autonomia di conoscenza anziché essere maestri di dubbio, ma per avere osservato e sperimentato quanto certi ambiti, tra cui alcuni citati, abbiano perseguito, anziché il vero bene comune, privilegi di parte (ad esempio nel lavoro/pensioni - immane latrocinio generazionale soprattutto in IT) e allevamento di indignados.

 

Dio ci ha dato la capacità critica, ed anche la capacità educativa che fallirebbe se si esaurisse in capacità critica, che è importante ma anche assai inflazionata da equivoci (enfasi del peccato altrui per mascherare il proprio, accusa di responsabilità sistemiche per mascherare inerzie ed irresponsabilità personali, non esiste niente di buono salvo chi critica, i partiti fanno tutti schifo tranne il mio, e gli unici che ci possono salvare sono quelli come Grillo, Saviano, Travaglio, Santoro ...). Da padre ed educatore mi pare sia troppo facile certa critica (non dico la tua) per essere davvero costruttiva; occorrono ben altre doti ed energie per fare EDUCAZIONE, in famiglia, nella scuola, sul lavoro, in ogni ambito della civile convivenza, e non a caso i principali progetti della nostra Chiesa si muovono su questo fronte (Progetto culturale, sfida educativa, nuova evangelizzazione, ...) e spero che tu non pensi a questi quando affermi che la Chiesa vive su un equivoco (aspetto esempi pertinenti all’accusa in supero delle allusioni).

 

La Chiesa non dispone dei mezzi di controllo che hanno altre istituzioni (garanti, opposizioni, mass media, eccetera): infatti quei mezzi sono tipici delle istituzioni democratiche, ma la chiesa non rientra tra queste, perché il depositum fidei non è radicato sulla democrazia (peraltro nemmeno certi aspetti del diritto dovrebbero sottostare al principio di maggioranza relativa, come ben spiegò Benedetto XVI al Parlamento tedesco): l’elemento qualificante del magistero petrino per me è se mi sostiene e mi guida nel conformarmi a Cristo pienezza e significato della mia vita, e se ciò non ravvisassi, e non bastassero reiterati tentativi di correzione fraterna per far accadere ciò, l’importante sarebbe che io potessi scegliere un’altra guida di riferimento senza che mi accadano i guai che toccano a certuni di altri credo, ma per fortuna la libertà dei figli di Cristo è grande (salvo qualche setta tipo TdG), anzi, i veri seguaci di Cristo hanno radicato esperienzialmente i concetti di liberté egalité fraternité con un’efficacia ancora impareggiata nella storia dei credenti.

 

Perché dovremmo perdere il nostro tempo a strapazzare con critiche anatemanti (come queste su Vinonuovo.it, finanche prive di esempi concreti) i fedeli che seguissero il Papa osservando il CV2° secondo l’ermeneutica della riforma nella continuità? Per divertire ed arricchire il fans club di quelli che di Cristo salvatore dell’umanità se ne sbattono, convinti, come qui Mancuso a casa nostra, che non sarebbe necessario credere nella risurrezione di Cristo per essere salvi, e che il significato soterico della risurrezione di Cristo fu aggiunto postumo ai Vangeli?

Siccome mi parresti più intelligente di Mancuso, sono convinto che per te la motivazione sia superiore, visto che in Vinonuovo ti trovi comunque benissimo!

QUESITO: a proposito, non ti parrebbe che il servizio Portaparola (dopo questo mia timida esibizione) sia anche un po’ più di quanto lascerebbe intendere il tuo stigmatizzare su Vinonuovo.it e più di quanto qui dici che volevi dire in quel testo?

Non hai bisogno di sperare di esserti spiegato: ti sei spiegato benissimo, semmai scarseggi di esempi concreti a supporto delle allusioni, ma per gli esempi concreti resto sempre in attesa, soprattutto se il discorso potesse farsi ancora lungo.

Il quesito pongo in termini di pertinenza semantica e di entropia dell’informazione riguardo al Servizio Portaparola nella fattispecie, e, più in generale, al Progetto culturale e alla nuova evangelizzazione, visto che hai allargato il discorso verso ambiti di loro pertinenza.

Ma forse sarebbe meglio che ci parlassimo in voce, ...

Ora è tardi, non rileggo e invio; se domani avessi altro tempo, rileggerei, correggerei, integrerei.

Buona notte o buon martedì.

Ti riabbraccio fraternamente in Cristo. Ciao. CzzC.

[CzzC: RB rispose ancora una volta molto sollecitamente, così: «mi sembra che confondi sempre ...»]