Al convegno diocesano TN di educazione alla carità 2011.03 DON P. RENNER TORNA AD INCOLPARE I CRISTIANI come già al 2011.01
<adigetto> «Viviamo un'era di risorgenti fondamentalismi, dove chi si professa difensore del cristianesimo spesso brandisce la croce come un’arma contro altre persone e la mette su scudi e strumenti di offesa o difesa»
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 08/11/2019; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
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↑2011.03.28 Da: CzzC ad alcuni amici: per fraterna cristiana trasparenza ho comunicato a dPR il seguente commento alla prolusione di don Paul Renner (estratta in sommario), che era stato invitato dal Direttivo della Caritas Diocesana come importante relatore alla recente giornata diocesana di educazione alla carità, che nelle intenzioni degli organizzatori ha rivestito un’importanza analoga a quella dell’assemblea pastorale diocesana dello scorso 18 settembre.
[CzzC: la direzione della pastorale diocesana Caritas torna ad invitare don Paul Renner, offrendogli palco ed eco mediatica nel massimo convegno diocesano sulla Caritas. Non sono certo che la linea pastorale diocesana ne condivida appieno tutte le profetiche invettive: forse leggeremo qualche distinguo sui media da lei promossi.
Nel frattempo, riprendo le antinomie renneriane (leggibili dal resoconto giornalistico di ladigetto.it), qui riassunte per immediatezza
«chi si professa difensore del cristianesimo spesso brandisce la croce come un'arma contro altre persone ... non possiamo sfuggire all'imperativo etico di essere custodi dei nostri fratelli ... scegliamo di essere persone o consumatori? ... Scegliamo il profitto? La decisione la prendiamo noi. Il benedetto è colui che ha scelto di essere persona tra le persone»
e testimonio che
- mi sento «persona» ma anche «consumatore»
- non disdegno il «profitto» del mio lavoro
- soccorro ai bisogni dei fratelli che mi sono affidati, ma NON perché «non possiamo sfuggire all'imperativo etico di essere custodi dei nostri fratelli» (imperativo di massonica assonanza, e forse non a caso don P.Renner è generosamente illustrato sul sito della massoneria), ma perché amo in quanto mi sento ricoperto di amore e di perdono da Cristo figlio di Dio morto e risorto.
A don Paul Renner forse non gli cal tanto, ma sono certo che state pensando che non andrò ad imparare catechismo né a confessarmi da lui
- quando (e accade) mi sentissi non ancora abbastanza «il benedetto»
- o quando (e accade) le mie «opere rivelassero un cuore» non ancora del tutto convertito a Cristo.
Ad esempio qui sto peccando di mancanza di carità nei confronti di don Paul Renner, perché uso un sottile tratto di ironia, ma riparerò fra pochi minuti con fraterna trasparenza comunicandogli intera questa pagina via email, come sapete che faccio ogniqualvolta esprimessi dei pareri non del tutto lusinghieri nei confronti di qualche sacerdote].
Ciao. Carlo.
dPR che mi ha risposto così
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02/01/2011 |
[CzzC: per la giornata mondiale della pace, Renner è stato chiamato a tenere il discorso ufficiale alla sala della Cooperazione. Siamo proprio nei giorni in cui (strage dei Copti in chiesa egiziana) si aggiunge, semmai ce ne fosse bisogno, l’ennesima prova di come i cristiani siano perseguitati in vari stati del mondo islamico, induista e non solo. Mentre perfino le logge massoniche ferventi a Strasburgo sono costrette ad ammettere che i cristiani sono la minoranza religiosa più perseguitata al mondo, Renner ci ricorda (sintetizzato da l’Adige di oggi), che “I primi a scatenare l’odio religioso siamo stati noi cristiani”!
Chi è causa del suo mal pianga se stesso, parrebbe sottintendere il nostro teologo, anche in quei 300 anni in cui i cristiani vennero bruciati o massacrati nei circhi romani, anche nel millennio in cui l’Islam, assediando l’Europa dalla Spagna ai Balcani, soggiogò la costa Mediterranea fino alla Roma d’Oriente (Costantinopoli) e ripulì etnicamente i cristiani a colpi di sharia, jihad, dhimma, hijra, discriminazioni e genocidi.
Per chi fosse duro d’orecchie Renner alza il tono: “quella tra una religione vera e le tutte altre false è una distinzione brevettata da noi cristiani. Oggi spesso proprio i cristiani ne pagano le conseguenze ma tutto era partito, scorrendo la storia, proprio da noi…”.
Cristo era un intollerante, parrebbe sottintendere il nostro teologo, perché disse di essere la Verità stessa. E i cristiani, oggi come in passato, quando vengono dilaniati da fuoco islamico perfino mentre pregano, quando vengono internati torturati e spenti nei gulag comunisti, deportati per annientamento come Armeni, massacrati come Cristeiros da governi filo massoni, ecc., non farebbero che pagare “le conseguenze” delle loro idee, perché tutto è partito da loro. Non vi sembri strano che la pensino così anche molti fratelli di quel gran maestro che alla nascita del Regno Italico prosava così: «A Roma sta il gran nemico della luce. Lo attaccarlo ivi di fronte, direi quasi a corpo a corpo, è dover nostro», mentre la Rivista della Massoneria nel 1871 auspicava così: «facciamo sì che dalla Eterna Città nostra la luce si diffonda per l’Universo, che il mondo ammiri, a canto del nero ed avvilito Gesuita, il libero gigante potere della Massoneria […] È in Italia, è a Roma, ove il nostro eterno avversario raccoglie le sue ultime forze. Noi siamo gli avamposti dell’esercito massonico universale»].