Chiedo discernimento a don ARMANDO MATTEO che INCOLPA la Chiesa per l'incredulità dei giovani

egli addita una emergenza educativa all'INTERNO della Chiesa, ignorando quella esterna e trascurando quanto fa la Chiesa per rispondere alla sfida educativa e per dare risposte alle domande di senso dei giovani.

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 20/06/2023; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: progressismo adolescenziale; FUCI; ermeneutica di rottura; pensiero debole; relativismo

 

↑2011.10.24 traggo da questo link

Modena – Parrocchia di S. Pio X - Incontro con don Armando Matteo autore del libro “La prima generazione incredula”

Domenica 19 Settembre 2010 00:00 

[CzzC: mi rivolgo a te, rev. don Armando (dAM), permettendomi di darti del tu, e sperando che tu non intenda polemiche alcune mie domande/osservazioni, perché invero sorgono da un tentativo di correzione fraterna, pronto ad essere a mia volta corretto da te e a girare agli amici le tue eventuali risposte; nei commenti presupporrò che l’webmaster abbia annotato fedelmente il tuo pensiero; se no, alcune mie osservazioni e domande sarebbero impropriamente a te dirette. Comunque tu mi voglia intendere, spero che accetti un abbraccio fraterno in Cristo]

 

Più sei giovane, istruito, e donna, e più probabilità hai di non diventare un cristiano cattolico. Queste sono le parole con cui si è aperto l’incontro con Don Armando Matteo, autore del libro “La prima generazione incredula”, che si è svolto nella nostra parrocchia mercoledì ultimo scorso. La sua è stata una relazione che si è aperta con dati forti, derivanti dalle indagini dell’istituto Iald, della rivista Il Regno, e dell’Osservatorio Socio Religioso del Triveneto sul rapporto tra i giovani (fascia dai 18 ai 29 anni) e la fede cristiana.

 

... Distacco che si percepisce in particolar modo nella sfera femminile, tradizionalmente più devota e più vicina alla Chiesa e all’ambiente parrocchiale.

Ciò nonostante, i ragazzi di oggi non si ritengono affatto individui privi di spiritualità: non si fermano all’ateismo o all’agnosticismo, ma sono in continua ricerca. Non trovano però nella Chiesa e nell’essere cattolici le risposte e la soddisfazione ai loro bisogni spirituali.

Da qui la grande emergenza educativa all’INTERNO della Chiesa

[CzzC: ritengo che l'EMERGENZA EDUCATIVA più acuta sia ravvisabile

- all'ESTERNO della Chiesa in quella parte della cultura dominante che ha fatto terra bruciata attorno all'educazione cattolica ironizzandola nella scuola e sui media

e all'INTERNO della Chiesa in quella parte di linea pastorale dissenziente (in particolare i conciliaristi di rottura e sedicenti chiesa del disagio) che hanno insegnato – spesso con livorosi epiteti - a glissare gli insegnamenti del Magistero petrino tranne che per le poche parole gradite ai teoglib tra cui povertà-giustizia-pace nella loro accezione puramente materiale democraticamente condivisa]

i sacerdoti, alla pari dei politici ... gli oratori ... rispetto a un tempo i ragazzi sono più sani, più puliti, più istruiti, e con maggiori possibilità economiche. Allo stesso tempo però sono in drammatica crescita i numeri che riguardano i decessi per velocità, l’uso di droghe e alcool, gli aborti, l’obesità’, la depressione, i suicidi e la violenza.

Si trovano davanti un futuro sempre più incerto ... Le ultime generazioni stanno vivendo sulla pelle i grandi cambiamenti degli ultimi quarant’anni. Il modo di essere adulti si è radicalmente trasformato; i loro genitori, forse senza accorgersene, hanno inventato nuovi stili di vita, che hanno avuto gestazione nel ‘68 e sono esplosi poi con gli anni 80. Un modo di essere che ha come cardini il giovanilismo, il narcisismo, l’individualismo, e che risente del processo di emancipazione femminile degli ultimi decenni. Nel ’68 si scopre la vita individuale, il desiderio di staccarsi dalla tradizione, di sperimentare, che negli anni a venire poi incontreranno la pubblicità e la tecnologia, e si trasformeranno in ricerca di giovinezza eterna, in rifiuto di invecchiare. [CzzC: dAM, queste mi paiono aspirazioni di tutte le generazioni, anche della attuale, anche di quelle prima del ‘68; mi sorprende che un socio-analista come te non evidenzi meglio un altro differenziale molto concreto rispetto alla generazione poco più vecchia della mia/tua, quella che pilotò la cultura dominante dal 68 in poi e che ora maneggia il 90% del potere politico, economico e mediatico occidentale: prima di quella generazione, mai la storia ne vide una assegnarsi (col principio che “i diritti acquisiti non si toccano”, soprattutto nell’impiego pubblico o para tale) privilegi tanto grandi e insostenibili quanto il DEBITO per essi contratto ed addossato alla generazione successiva, cui non solo nega ope legis analoghi privilegi (ad es. pensionistici) ma lesina perfino un LAVORO che non sia sottopagato e sottotutelato rispetto a quello che si garantirono loro].

L’affrontare le responsabilità e la capacità di affrontare la realtà, che contraddistinguono l’età adulta, hanno lasciato il posto all’investimento sul sé, allo sfruttamento del tempo, dell’interesse e dei soldi per i propri desideri, e per i loro appagamenti. [CzzC: quale generazione secondo te, dAM, non avrebbe mai avuto queste umane tentazioni? La novità storica a mio avviso dovresti cercare altrove: nessuna generazione prima della mia/tua aveva abusato così tanto del TRUCCO del DEBITO per privilegiarsi a scapito dei figli: sarebbe il caso di inserire anche nelle nostre leggi una clausola per fissare un tetto massimo al rapporto debito/PIL]. Sfruttamento ed investimento che vanno immancabilmente a discapito dei giovani, che si ritrovano abbandonati, senza ascoltatori, e senza investitori. C’è una sorta di concorrenza sleale tra giovani e adulti [CzzC: ma quale concorrenza? Non vedi che c’è un’immane sproporzione di forze? Se il rapporto di forza è quello di cui sopra in politica, economia e media (1/9), se i sindacati hanno più iscritti pensionati che lavoratori attivi, se ..., se ..., se ... non ti pare che al posto di concorrenza sia più appropriato il termine di CONFLITTO GENERAZIONALE?]: i primi si trovano derubati del proprio futuro, mentre i secondi si godono un presente senza fine, da cui non si staccano, e in cui non cedono né posto né terreno. [CzzC: abbondi in commiserazione per i giovani, ma non solleciti gli adulti a mollare i diritti acquisiti, non parli di conflitto generazionale, non accusi quelli della mia/tua generazione di aver compiuto il più grande latrocinio generazionale che la storia ricordi col trucco dei diritti acquisiti; perché? Perché, a mio avviso, sono proprio gli adulti privilegiati, magari nostalgici del '68, a tributarti il successo tipografico e ad offrirti palco per amplificarlo finché non griderai loro in faccia che sono ladri se non rinunciano ai privilegi che difendono a denti stretti e negano ai giovani].

Stesso principio purtroppo si estende alla società, che si rivela incapace di cogliere i suoi limiti strutturali, e che ha smesso di investire sulle nuove generazioni: [CzzC: per investire occorrono + soldi in entrata o + soldi a prestito: le entrate non aumentano perché la pressione fiscale è al massimo e l’economia non cresce; + prestiti non si possono fare perché il debito è già al massimo; un investimento sulle nuove generazioni si potrebbe fare, ad esempio, mandando in cassa integrazione ¼ di dipendenti pubblici poco efficaci per i servizi essenziali, ricalcolando su base contributiva effettiva (come per i giovani) le pensioni resesi elevate grazie al metodo retributivo truccato negli ultimi anni di lavoro: con i soldi risparmiati potremmo dare lavoro efficace per il PIL a tanti giovani laureati disoccupati e a tanti genitori che non ce la fanno ad allevare ed educare adeguatamente i figli; o hai qualche ricetta miracolistica che gradirebbero pure i privilegiati applaudenti incoscienti del loro latrocinio?]: le riforme dell’istruzione, della fiscalità, del lavoro e della giustizia non vengono portate avanti con convinzione perché non riguardano le vecchie classi dirigenti; mentre i giovani, che ne coglierebbero i benefici e dalle quali potrebbero cogliere l’opportunità’ per mettere su lavoro (non precario), casa e famiglia, rimangono abbandonati a se stessi e senza risorse.

La Chiesa quindi deve cambiare approccio nei confronti della gioventù [CzzC: direi “ANCHE” la Chiesa deve cambiare approccio nei confronti della gioventù, ma mi pare che lo faccia, e con coraggio: vedi ad esempio la concretezza con cui analizza la situazione dei giovani parlando senza mezzi termini di CONFLITTO GENERAZIONALE ed additando i responsabili senza ricorrere alle velate allusioni adottate da taluni applauditi socio-analisti].

Innanzitutto deve essere veicolo di maggior divulgazione e di conversione nei confronti della Parola: pochissimi cristiani leggono la Bibbia, che spesso viene presentata come testo difficile e per pochi, mentre dovrebbe entrare nella quotidianità dei fedeli. [CzzC: ma da dove trai prove per queste ritrite accuse? Come puoi provare che il Magistero petrino non divulghi la Parola e non spinga a conoscerla? Da dove trai che non ci siano conversioni a Cristo favorite proprio dalla sequela del Magistero, spesso banalizzate da “sedicenti cultori della parola” perché scaturite anche da speciale devozione alla Madonna (“liberatevi dalle Madonne con la fascia azzurra” catechizza da noi un tuo fan; Lourdes sarebbe buona poco più che per le barzellette) o a qualche Santo (con analoga “benevola” tolleranza si altercano i devoti di Padre Pio o i pellegrinaggi che non siano quelli di Assisi con le bandiere arcobaleno). Ci sono centinaia di migliaia di cattolici che leggono la Parola quotidianamente e/o recitano le ORE: ciò fanno non solo ma anche grazie alle continue sollecitazioni del Magistero petrino: ad esempio io ricevo quotidianamente via email assieme ad altri 300 colleghi di lavoro il Vangelo del giorno e l’Angelus o il Regina coeli;]

Allo stesso modo deve recuperare una dimensione spirituale più forte, che nella comprensione, nella pietas, possa essere più vicina alle fortissime esigenze di trascendenza dei giovani. [CzzC: belle parole, ma smentite ad esempio da questa ricetta «Le mamme smettano di giocare con la VITA ETERNA, troppo eterea per i giovani che vogliono vivere prima di morire» prescritta a 300 persone che lo ascoltavano da un catechista raccomandato dalla Diocesi a Rovereto il 03/02/2011, che la pensa come TE].

I sacerdoti devono liberarsi dagli impegni organizzativi e burocratici delle parrocchie, e tornare maestri della preghiera [CzzC: belle parole, ma smentite ad esempio da questa ricetta «Nel giudizio finale non si fanno questioni di preghiere, di riti, di pedaggi pagati al precetto festivo, non si accampano meriti derivanti dalla partecipazione a pellegrinaggi o alla recita delle novene. Il criterio è del tutto concreto, pratico, materiale», prescritta da un tuo applaudente], e gradualmente accompagnare i ragazzi nella fede. Solo così sarà possibile trovare in parrocchia volti nuovi, e solo così la Chiesa potrà tornare ad essere luogo di risposte e fonte di ricchezza interiore. [CzzC: belle parole, se non fosse che la Chiesa più che “tornare” deve proseguire, avendo sempre indicato questa strada della salvezza, mentre sono altri mi pare a ritenere che quanto dice (salvo che parli democraticamente di povertà materiale e di pace arcobaleno), sia roba per bambini, malati, vecchi e perdenti; sono altri, forse anche qualche alto responsabile della FUCI, a disprezzare così tanto il primo responsabile di questo Magistero, da vantarsi di evitare di incontrarlo; sono altri forse che, per invogliare i giovani alla Comunione, gliela fanno fare in self-service].