Estratto da «L’Impero d’Occidente» di G. Baget Bozzo 2004/Lindau

Dalla scoperta dell’America la cristianità fu a Occidente e l’Islam a oriente; ma poi vennero i lumi che considerarono il mondo partizionabile non più in termini di popoli-religioni ma in termini di civiltà della ragione (di cui quella europea si intendeva la suprema realizzazione), rivendicando il diritto di colonizzare chi non si allineava alla diffusione della civiltà razionale. [CzzC: trovo del vero; mi parrebbe, peraltro, eccessiva la focalizzazione sull’Europa, perché, da quando l'Europa è stata "conquistata" dagli USA, il cui intervento ne ha segnato le sorti sia nella sia nella 2ª guerra mondiale, sono diventati gli USA la locomotiva della suddetta "civiltà razionale" ben più dell'Europa sia per la superiore potenza (in armi, finanza e mass media), sia anche in filosofia per stare in tema con NC: se non erro le prime posizioni delle top ten riviste mondiali di filosofia sono targate USA].

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 19/08/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

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2024.08.19 ricevo da NC due pagine estratte dal saggioL’Impero d’Occidente, di G. Baget Bozzo. […] « La liberazione della Cristianità dall’assedio islamico fu aperta con la conquista delle Americhe, il raggiungimento dell’estremo Occidente. Da quel momento la cristianità fu a Occidente e l’Islam a oriente. I nomi delle terre non furono indicati come “Occidente“ e “Oriente“, ma come “Cristianità“ e “Islam“: la differenza culturale e religiosa batteva la differenza geografica.

I due termini, “Occidente“ e “Oriente“, tornano a valere quando l’Occidente cessa di definirsi come Cristianità e, cominciata l’epoca dei lumi, tende a denominarsi come “Europa”. terra della ragione, non più come religione ma come civiltà. Da allora, per gli illuministi anche l’Islam (la cui espansione bellica e di conquista era nel frattempo terminata) viene espresso come “Oriente“, anch’esso cioè come civiltà. Ciò serve a dimostrare che il concetto di “civiltà“, ossia di sviluppo razionale della società, è una tipologia che può essere indicata anche andando oltre il termine di “Cristianità“.

Il concetto religioso di “Cristianità“ viene mutato in quello di “Europa“ ed espresso non più come religione, ma con il nuovo nome di “civiltà europea”: come espressione della ragione universale nella società. Anche il mondo islamico viene considerato come un mondo civile e non come un mondo religioso, un mondo amico e non più una totalità conquistatrice, perché la tecnologia degli armamenti, propria dell’Occidente e della sua nuova scienza, ha reso desueto il pericolo musulmano. La civiltà della ragione viene vista come omogenea a quella islamica, ed ambedue avverse al nome cristiano.

Il concetto di “civiltà“ come organo della ragione unificava ciò che la religione aveva diviso. Quando Napoleone occupò l’Egitto fece agli Ulema un celebre discorso in cui paragonava il deismo illuminista e l’islamismo, perché entrambi non avevano sacerdoti e sacrifici. Il che non è esatto, ma mostra che la nozione di “civiltà” in senso anticristiano aveva cancellato la differenza tra cristianità ed Islam. [CzzC: anche Mussolini incensò l’islam]. Nasceva l’idea di un’unica civiltà umana, di cui la civiltà europea era la suprema realizzazione.

In nome della comune civiltà, di cui l’Europa era divenuta il capostipite, cominciò il colonialismo [CzzC: oggi neocolonialismo millantando esportazione della democrazia] europeo come espansione nelle terre islamiche di quella “civiltà della ragione“ a cui anche gli islamici appartenevano e di cui i cattolici erano considerati i soli avversari.

Così Oriente tornò a essere un nome geografico, il nome di una civiltà a un tempo diversa e comune, che poteva essere assimilata all’unica civiltà esistente, quella europea, non più fondata sui dogmi ma sulla ragione e su quelle tecniche materiali che della ragione erano frutto e che costituivano la base reale dell’espansione della potenza europea nel mondo; anche in quello islamico, cinese, indiano, giapponese.

L’unità della civiltà europea rendeva tutte le parti del mondo suoi membri potenziali e permetteva l’uso della forza contro quelle resistenze, religiose e politiche, che si ponevano allora come limiti alla diffusione della civiltà razionale. “Oriente“ tornò allora come termine di descrizione di un mondo egualmente civile e realmente non cristiano, come nome di una specificità all’interno della nuova totalità rappresentata dalla civiltà europea.

I termini “Europa“ e “civiltà” erano diventati sinonimi e universali e comportavano il diritto di imporsi, in nome della ragione, su tutte quelle parti del mondo che razionali in potenza, non avevano ancora raggiunto quella razionalità in atto che era la civiltà europea ».