Da Asia News 1 Dicembre 2006
ITALIA – CINA
Il Libro rosso dei martiri cinesi, una raccolta “di grande valore umano e spirituale”
Nella prefazione, il card. Zen ricorda i vescovi tuttora in carcere ed invita a non dimenticare i martiri del XX secolo. Il libro è curato da Gerolamo Fazzini con la collaborazione di vari missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere, esperti di Cina.
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Roma (AsiaNews) – Tra i numerosi cattolici che sono stati imprigionati per trenta o più anni in Cina, “non sono pochi coloro che ci hanno lasciato le loro memorie. Molte di esse sono state tenute nel cassetto per un lungo periodo. Oggi continuare sulla strada del silenzio sarebbe un errore incomprensibile e imperdonabile”.
Sono queste le parole che il card. Joseph Zen Ze-kiun – vescovo di Hong Kong – scrive nella prefazione de “Il libro rosso dei martiri cinesi”, il primo frutto di una collaborazione tra Mondo e Missione e le Edizioni San Paolo.
Il libro, 271 pagine, è una raccolta di testimonianze e racconti autobiografici della persecuzione condotta dai maoisti contro i cattolici tra gli anni ‘50 e ‘70. Il volume è curato da Gerolamo Fazzini, ma alla realizzazione hanno collaborato anche vari missionari del Pontificio Istituto Missioni Estere, esperti di Cina. Esso è un documento di eccezionale rilevanza storica, che mostra dall’interno contraddizioni e brutalità del regime.
Nella prefazione, il card. Zen sottolinea che “la raccolta qui contenuta è di grande valore umano e spirituale” e ricorda Giovanni Paolo II quando sprona al “dovere della memoria, e in particolare della memoria dei martiri del XX secolo, di tutti i martiri, sotto qualsiasi regime, senza più nessuna reticenza”.
La situazione attuale è diversa, ma non si discosta molto dal passato: “Se certamente non ci sono più le persecuzioni sistematiche e in larga scala del periodo maoista – scrive infatti mons. Zen - tuttavia la sofferenza della Chiesa non è affatto terminata. Le comunità e i vescovi della Chiesa ufficiale o “aperta”, cioè riconosciuta dal governo, sono sottoposti a continui controlli, interferenze, abusi e molestie. Quindi le comunità della Chiesa ufficiale e i suoi leader non sono affatto liberi, come sembra a qualche osservatore superficiale”.
Inoltre, “le comunità chiamate “clandestine” o “sotterranee”, che rifiutano (e a buon diritto) di sottomettersi alla politica religiosa del governo, sono sottoposte a continui soprusi e persino violenze, cosicché non sarebbe esagerato parlare, in questi casi, di persecuzione. Devo denunciare che, purtroppo, ci sono ancora varie decine di vescovi, preti e laici detenuti, agli arresti domiciliari o confinati. Ci sono persino circa sei fratelli vescovi di cui, da vari anni ormai, non si hanno più notizie Vorrei in particolare menzionare monsignor Giacomo Su Zhimin (della diocesi di Baoding, Hebei), scomparso da circa dieci anni”.
La conclusione è tuttavia di speranza: “Le pagine che leggerete non sono innanzitutto pagine di sofferenza e dolore; sono anche, e soprattutto, pagine di gioia. Nessuno ci potrà togliere la gioia e la bellezza di essere discepoli di Gesù”.
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