Gli intendimenti di REATO e/o PECCATO, possono coincidere ma anche CONTRADDIRSI
- Si configurerebbe come reato il comportamento (commissivo od omissivo) che un tribunale del Paese di pertinenza giudicasse aver violato leggi vigenti;
- si configurerebbe come peccato il comportamento che violasse la legge morale di una confessione religiosa, giudicato dalla coscienza rettamente formata o da tribunali religiosi più o meno rispettosi dei diritti umani.
È evidente che ci possano essere "reati non peccati" e "peccati non reati", quantomeno per la varietà semantica dei termini suddetti: se vediamo tribunali di uno stesso Paese giudicare in maniera contrapposta lo stesso comportamento, figuriamoci le divergenze tra Paesi con legislazioni diverse e figuriamoci ulteriormente le divergenze tra norme di stati laici e norme di teocrazie.
- Un comportamento non sarebbe definibile reato finché un tribunale di ultima istanza non l'abbia dichiarato tale (vige la presunzione di innocenza), quindi basterebbe non farsi scoprire o non farsi condannare (farla franca), per evitare di apparire rei; rebus sic stantibus, il reato viene evitato prevalentemente grazie alla forza dissuasiva configurata dalla minaccia di punizione, contrastante la forza allettante dell'illecito che "rendesse" più del lecito al netto della eventuale condanna, e talvolta anche al lordo come spiega Davigo: vedi imbrogli, violenze, mafia, corruzione, evasione, schiavismo, ... Ma può essere una questione di forza anche quella azionata dagli avvocati che riuscissero a far risultare innocente un imputato che lor sapessero aver compiuto un crimine.
- Non è così per il peccato, che viene evitato prevalentemente grazie alla persuasione educata a riconoscere la bontà-convenienza della legge morale, essendo praticamente ininfluente il timore del castigo di Dio, semmai funziona il timore dei tribunali religiosi nelle teocrazie (tipo islamismo), ma lì torneremmo daccapo sul reato.
E se definissimo anche il REATO NON PUNIBILE per sanare certe contraddizioni?
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 03/05/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: Bene comune, Normativa equivocabile, pattuizioni, leggi&valori; legale=moralmente lecito? Giustizia ≠ giustizia amministrata, farla franca, disciplina, dissuasione, giudizio, diritti umani, obiezione di coscienza, cultura dominante, bene e male, «cielo stellato sopra di me, ...», circostanze, responsabilità e what if? prudenza, Il senso del peccato; il fine giustifica i mezzi? Collasso morale
V-p: cattolici irrisi, discriminati, emarginati (ad esempio se reclamassero obiezione di coscienza verso aborto o non volessero legalizzare l’u2g )
r-V: cattolici perseguitati (ad es. Cina, regimi Sharia o in Uk punente chi portasse Crocifisso visibile in uffici pubblici)
Per dettagli sul presente diagramma reato-peccato CONTINUA IN SEGUITO DEL SOMMARIO
↑2024.04.11 <post qs eu google> il Parlamento Europeo ha approvato con 336sì/163no la risoluzione che chiede di modificare l’art. 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea per affermare che «tutte le persone hanno il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale». I deputati hanno poi condannato gli arretramenti in merito compiuti di recente da diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, la Polonia, l’Ungheria e Malta. [CzzC: ovviamente la risoluzione non esplicita la salvaguardia del diritto all’obiezione di coscienza, anzi, al §8 condanna il fatto che in alcuni Stati membri l'aborto venga negato dai medici, e in alcuni casi da intere istituzioni mediche, sulla base della clausola di "coscienza". Ma che dire se anche la dignitas infinita non ha trovato spazio per esplicitare il diritto all’obiezione di coscienza nel suo pur abbondante profluvio di parole? Eppure sarebbe stato necessario citare questo estremo baluardo, considerato non negoziabile quantomeno da chi discernesse la morale in termini di peccato prima che di reato].
↑2023.03.22 in colloquio con NC ipotizzo che, se legiferassimo in termini di reato non punibile, potremmo sanare certe contrapposizioni. Usai questo criterio per convincere un fondamentalista che riteneva doversi infliggere adeguata punizione alla donna che abortisse per futili motivi.
↑2023.02.05 <vatican laPresse> Fr1: «La criminalizzazione dell’omosessualità è un problema da non lasciar passare; mi dicono che circa cinquanta Paesi, in un modo o in un altro, portano a questa criminalizzazione e in alcuni di questi con la pena di morte: questo non è giusto, le persone di tendenze omosessuali sono figli di Dio, Dio gli vuole bene, Dio li accompagna».
[CzzC: scontato che con quei 50 Paesi si riferisse agli innominabili regimi islamisti, mi perdoni Fr1, se oso discernimento sulla criminalizzazione dei gay, su reato-peccato, su religione e laicità, su inclinazioni e azioni, su affermazioni senza se-ma; mi perdoni se avanzo qui domanda di chiarimento].
↑2023.01.26 <linkiesta> premesso che «l’essere omosessuali non è un reato», Fr1 ha definito «ingiuste» quelle leggi che (in 67 stati) criminalizzano l’omosessualità e ha richiamato la Chiesa cattolica a lavorare per porvi fine. Finora la Santa Sede in qualità di Stato osservatore dell’Assemblea ONU, si è sempre opposta alla depenalizzazione universale dei rapporti consensuali omosessuali, sia pur per evitare (come disse nel 2008 padre Federico Lombardi) «meccanismi di controllo in forza dei quali ogni norma che non ponga esattamente sullo stesso piano ogni orientamento sessuale, può venire considerata contraria al rispetto dei diritti dell’uomo» e la conseguente «messa alla gogna» degli Stati contrari.
↑2021.02.03 Criminalizzare come OMICIDA chi pratica aborto non aiuta né la difesa della vita né la difesa dell'obiezione di coscienza; il vescovo Antonio Suetta: l'aborto è un omicidio <riviera google> «La piaga disumana e incivile dell’aborto ha assunto da anni proporzioni spaventose: nel 2020 è stata la principale causa di morte nel mondo con 42,6 M di vittime a fronte dei 17,9 M di morti per infarto, 8,7 M di morti per cancro, 1,8 M di morti per COVID-19 e 1,7 M di morti per HIV (dati dell’OMS)
[CzzC: botta e risposta con NC: fidiamoci del Magistero petrino, che per agire e insegnare anche in prevenzione degli aborti non mi pare voglia primariamente additare come omicida in termini di legge umana chi abortisce e chi pratica aborto; insistendo a volerli criminalizzare così, si rischia di favorire la reazione avversa che reclama l'abolizione del diritto all'obiezione di coscienza. Continua qui con keys esprimersi, pazienza, misericordia, REATO ≠ PECCATO, discernimento, significato delle parole, comunicazione, testimonianza, Cesare e Dio]
↑2020.01.27 <tempo mattino corr blitzq> Ammazzare la moglie conviene più del divorzio. L'analisi di Piercamillo Davigo, presidente della II Sezione Penale presso la Corte suprema di Cassazione e membro togato del Csm. Tra tempi biblici della giustizia, attenuanti e sconti di pena, il paradosso è servito (farla franca). [CzzC: ennesima testimonianza di quanto pro bene comune non basti una giustizia gestita in termini di reato a prescindere dal peccato]
↑2016.03.23 Il vietato vietare sottende la bulimia dei diritti individuali <asianews>: il Patriarca Kirill denuncia i tentativi a livello mondiale di approvare leggi che garantiscano all’uomo il “diritto di qualsiasi scelta, compresa quella del peccato”. “Le conseguenze possono essere apocalittiche”, ha avvertito. [CzzC: non perché Dio sia contro i diritti dell’uomo, ma perché si ritorce contro l’uomo il fregarsene di lui, fino a sublimare capricci individuali col diritto della forza contro indifese creature di Dio, ad esempio strappandole dal seno della mamma per darle a due gay. E’ un mistero il perché il limite indicato da Dio (vedi l’albero vietato ad Adamo ed Eva) appaia a volte riducente la libertà dell’adulto self made, ma intuisco opportunità di fidarsi di Dio piuttosto che del 68ttino vietato vietare. Articolo pubblicato]
↑2016.03.21 <tempi>: LiberalizeIt: sarebbe illogico stabilire una relazione di causa/effetto fra la permissività droghe maggiorata il 2014.03 e le atrocità del delitto Varani, ma è certo che personalità deviate esplodano dopo l’assunzione di droghe; è certo che la droga, grazie al contesto in senso lato culturale condizionato da leggi permissive, ha perso connotazioni negative e timori di punizioni. E stiamo procedendo verso un’autentica legalizzazione. Andrebbe aggiornato l’insegnamento di Nigel Walker, criminologo scomparso da poco all’età di quasi cento anni, già docente a Yale di Hillary Clinton, il quale era solito ricordare che «la legislazione di una generazione diventa la morale della generazione successiva». [CzzC: la mala equazione legale=lecito si accoppia con una mala disequazione: se per l’omicidio stradale è aggravante il fatto che l’investitore sia drogato, perché qualche magistrato illuminato tenta di brandire la droga come attenuante la responsabilità dell’efferatezza dei suddetti mostri?]
↑2015.10.19 <tempi>: Gilbert Keith Chesterton racconta l’esperienza della confessione, l’incontro con la misericordia divina che segnò così radicalmente la sua vita. Egli si convertì confessandosi, all’età di 48 anni, nel 1922, scoprendo che la Chiesa cattolica è luogo in cui un uomo può essere liberato dai suoi peccati e fare esperienza della rigenerazione del proprio essere. «Il nome del prezzo è Verità, che può anche essere chiamata Realtà; porsi di fronte alla realtà del proprio essere»
↑2015.01.03 <opusdei>: Cos’è il peccato personale? Sant’Agostino lo descrive come «l’amore di sé che arriva fino al disprezzo di Dio». «Per tale orgogliosa esaltazione di sé, il peccato è diametralmente opposto all’obbedienza di Gesù che realizza la salvezza (cfr. Fil 6, 9)» ( Catechismo 1850). Si può dire che peccato è l’atto umano che si oppone alla norma morale, cioè alla retta ragione illuminata dalla fede.
↑2008.09.13 <vatican>: Benedetto XVI: mai nei nostri giudizi dobbiamo confondere il peccato, che è inaccettabile, e il peccatore del quale non possiamo giudicare lo stato di coscienza e che, in ogni caso, è sempre suscettibile di conversione e di perdono
↑2004.10.11 <google> Buttiglione bocciato dalla Commissione Libertà civili, Giustizia e Affari interni dell’Europarlamento: prima gli è stata negata la nomina a commissario (cui era stato designato dal governo italiano), poi la nomina come ministro delle Politiche comunitarie, perché ha detto <euronews> «come cattolico considero l’omosessualità un peccato, ma non un crimine»
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Commento al diagramma reato-peccato
Ovviamente i comportamenti civilmente e cattolicamente preferibili sarebbero quelli V-V, mentre quelli concordemente detestati sarebbero quelli r-p, ma la storia
- insegna quante migliaia di innocenti civili siano stati imprigionati, torturati, uccisi in nome di tribunali ecclesiastici più o meno consoni al suddetto Magistero,
- e insegna quanti milioni di innocenti fedeli siano stati imprigionati, torturati, uccisi ope legis civile e siano ancora puniti, discriminati, perseguitati, uccisi ope legis in regimi della Sharia o del comunismo simil Cina, ma anche nella civilissima UE, ad es. in Inghilterra, dove sono perseguiti innocenti cristiani indossanti visibile un crocifisso in uffici pubblici (indossare il velo è lecito) o discriminati innocenti obiettori di coscienza.
Un comportamento si concepisce moralmente lecito o illecito in riferimento ad un’etica che la nostra dichiarazione dei diritti umani ammette possa essere eccezionalmente superiore al principio di lecito-legale, tant’è che ammette il diritto all’obiezione di coscienza (art.18): speriamo che duri; purtroppo abbiamo non solo chi discrimina gli obiettori, ammettendo solo l’etica statale del legale = moralmente lecito, ma abbiamo chi discriminò gli umani tra stato e stato, ammettendo che alcuni stati possano legiferare in base ad una diversa dichiarazione dei diritti umani potendo così, ad esempio, legalmente uccidere inermi abiuri e blasfemi, il che sarebbe reato secondo art.18 e 19 della nostra dichiarazione universale dei diritti umani: povera UNHRC! Una speranza avrei