IRRIDENTE e AGGRESSIVO, in cerca di RISSA
il tono e il modo che udii, ad esempio brandito ripetutamente da compagni sessantottini dei primi anni 70, ma usato anche oggi da loro discenti, tifosi di analoga ideologia.
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 22/04/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: violenza’68 prima le parole poi... colpisci, qualcosa resterà
↑2023.11.17 <sussidiario> Contro il disagio e l'ansia dei ragazzi nella scuola aumentano le richieste di sportelli psicologici, la cui funzione è utile, ma se fa evitare di affrontare le cause del decadimento di salute mentale, resta solo un palliativo: da un lato il sistema ti dice “preoccupati della tua salute mentale”, e dall’altro la mette a rischio, con una trafila di tragiche illusioni, di richieste di prestazioni alienanti, di mancanza di senso. Uno studio del Gemelli in collaborazione con l’UNICEF mostra nel 47% del campione un Disturbo specifico di apprendimento (DSA) e un disordine psicologico. Ma anche un tasso alto di ansia/depressione (30%), alienazione/depressione (23%) e sintomi psicosomatici (21%); per non parlare poi di comportamenti aggressivi (circa il 22%). La società illude i giovani e così li inganna.
↑2020.05.22 <fq> Pierluigi Bersani in merito al Riccardo Ricciardi/M5S <video> che in Parlamento inveì contro la sanità lombarda: “Ricciardi ha sbagliato perché tu puoi dire le stesse cose senza un tono IRRIDENTE, AGGRESSIVO. Ha fatto un intervento teatrale, e non è il caso di far teatro anche quando si fa la critica – ha detto l’ex ministro dello Sviluppo economico – Io non credo che dobbiamo cercare la RISSA, non sono bei spettacoli. La discussione pubblica, quando hai un problema serio, deve essere seria e percepita come tale: altrimenti che indicazioni dai alla gente? Di menarsi per strada?”, ha concluso l’ex segretario del Pd.
↑2020.05.22 le urla di Riccardo Ricciardi/M5S <qui video at 1’> mi parrebbero emblema di quella velenosa rabbia che da decenni inveisce contro la sinergia statale-non-statale nei servizi pubblici (sanità, scuola, utenze, ...), sinergia invero praticata nella maggior parte delle democrazie occidentali senza quell’astio. Credo a Ricciardi quando dice non ce l’ha con la Lombardia, perché è evidente che lui e i pari ideologizzati mirano a più vasto ambito pro statalismo.
- San bene i compagni di Ricciardi che alla sanità lombarda accedono tanti cittadini di altre regioni, dove alcuni servizi alla salute non sono ritenuti altrettanto soddisfacenti;
- all’inizio della pandemia anche i compagni di Ricciardi si auguravano, come tutti, che il virus non colpisse quelle regioni come colpì la Lombardia, temendo che colà le strutture di cura sarebbero implose ben peggio.
Ma l’occasione dei tanti morti in Lombardia è ghiotta per certi ideologi, onde cavalcare l’ariete contro l’imprenditoria privata nei servizi pubblici.
Le urla di Ricciardi, quel modo irridente, aggressivo, in cerca di rissa, mi echeggiano troppo simili a quelle che udii sibilare da violenti sessantottini. Non me ne vogliano i tifosi dell’invettiva Ricciardi se prego affinché il Presidente della Repubblica, le istituzioni e i partiti più responsabili contengano la deriva dell’odio ideologico: verseremo lacrime per tanti mesi di crisi occupazionale, ma, se useremo più saggezza e più prudenza, eviteremo il sangue innocente che fu sparso dopo il ’68 anche a causa dei tollerati seminatori di vento che esitò in ferale tempesta.