Discernerei tra FONDAMENTALISMI e INTEGRALISMI RELIGIOSI: fedi/credenze con o senza violenza
fondamentalisti chiamerei coloro che brandissero un testo sacro, un dogma contro fondamentali diritti umani, quali, ad esempio, la libertà di cambiare credo, la libertà di espressione, la libertà di educazione, la libertà di accoppiarsi anche con un diversamente credente o modo omo, il diritto all'obiezioni di coscienza su pratiche inerenti la bioetica dell'inizio-fine vita e del cambio sesso, il diritto a promuovere il principio di precauzione nei confronti dei più deboli programmati a nascere, o destinati all'adozione e paralizzati nel dolore.
Direi invece INTEGRALISTA colui che, pur attenendosi a dogmi non condivisi da altre fedi o da correligionari, ne traesse energia e significato per la vita sua e della comunità, rispettando dignità e libertà della vita altrui, rifuggendo da violenza e costrizioni.
Rimando a pagine specifiche su
- Fondamentalismo islamico con intolleranza insegnata dall'alto, anche con ben pagati maestri di odio
- Fondamentalismo sedicente cristiano, fondamentalismo sedicente cattolico
- Fondamentalismo buddista coi Rohingya - Integralismo cattolico (domande a Introvigne)
[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 24/05/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]
Pagine correlate: odio e violenza insegnati dall’alto movente del terrorismo; male fisico mandatorio, talebani
↑2016.04.05 Vescovi cattolici polacchi stanno istanziando il divieto totale di aborto in supero della legge 1993 che lo consente solo nei casi estremi (rischio vita gestante, stupro, malformazione grave). [CzzC: cari fratelli polacchi, mi tocca censire questo vostro atto nella pagina sul fondamentalismo cattolico? Non fatevi ingannare da intolleranti che in buona o mala fede sono funzionali al nemico dei pro-life e che vi fanno commettere un errore simile a quello in cui provò ad indurci qualche promotore di un nuovo referendum abrogativo della 194: rafforzate piuttosto l’assistenza, l’aiuto alle gestanti e il diritto all’obiezione di coscienza: perché? Continua]
↑2015.01.28 estraggo da <Avvenire pag 21> la cultura dell’incontro proposta da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium è la chiave per un rapporto fecondo tra islam e Occidente. Ma il mondo musulmano è chiamato a fare una rivoluzione culturale per riconciliarsi con la modernità e a rifiutare con nettezza le sirene del fondamentalismo e della violenza, violenza che ai tempi di Maometto era largamente praticata, ma questo corrispondeva alla mentalità del tempo: il problema è che il ricorso alla violenza viene legittimato anche oggi. [CzzC: purtroppo al riguardo il prof Campanini di Uni_TN fa il negazionista così «c'era la tendenza dei musulmani di imporre la conversione con la spada? Ma questo non è vero»]. L’Occidente viene visto come una civiltà decadente, sempre più lontana da un vero sentimento religioso, e il fascino esercitato da parole d’ordine che veicolano slogan ad effetto, veicolano l’illusione di una rigenerazione personale e collettiva; e allora anche la violenza viene accettata per arrivare allo scopo. Il punto di partenza dovrebbe essere la comune umanità che ci costituisce: siamo anzitutto persone ... "Al principio del dialogo c’è l’incontro; da esso si genera la prima conoscenza dell’altro". ...
↑2015.01.02 <fides>: Il Presidente egiziano Al-Sisi ai leader religiosi dell'Università al-Azhar: Il mondo islamico non può più essere percepito come “fonte di ansia, pericolo, morte e distruzione” per il resto dell'umanità. E le guide religiose dell'islam devono “uscire da se stesse” e favorire una “Rivoluzione religiosa” per sradicare il fanatismo e rimpiazzarlo con una “visione più illuminata del mondo”. Se non lo faranno, si assumeranno “davanti a Dio” la responsabilità per aver portato la comunità islamica su cammini di rovina.
↑2004.01.19 <morcelliana, google> Il 19 gennaio 2004 la Katholische Akademie in Bayern ha organizzato a Monaco un singolare e straordinario dialogo tra il filosofo Jürgen Habermas e il cardinale Joseph Ratzinger: tra la tentazione secolarista che bolla ogni forma di cultura religiosa come regressione irrazionale e la tentazione integralista che vuole imporre autoritariamente le verità di un’unica fede religiosa, Habermas e Ratzinger aprono la prospettiva di una società postsecolare in cui laici e credenti scoprano il dialogo non solo come strumento di necessario compromesso, ma come metodo per il ritrovamento di se stessi. La filosofia ritrovi il gusto della “traduzione” e la religione il gusto dell’“intelligenza”. [CzzC: 2024.05.23 ~h18 a Radio 24 odo ricordare questo dialogo come una perla dell’espressione della cultura occidentale a radici giudaico-cristiane, rara a trovarsi altrove]