UMBERTO ECO da ex Azione Cattolica arrivò a dirsi «Nè con le Br né con lo stato» e a definire la religione cocaina dei popoli e ...

e ad ironizzare il magistero petrino tanto da denigrare le argomentazioni di Benedetto XVI sul relativismo etico così: «nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole». [CzzC: e se sospettassimo che abbia voluto imitare criteri di successo alla Dario Fo in candidatura Nobel?]

<Wikip, foto varie> Nei primi anni cinquanta fu tra i responsabili nazionali del movimento studentesco dell'Azione Cattolica, ma nel 1954 abbandonò l'incarico (così come avevano fatto Carlo Carretto e Mario Rossi) in polemica con Luigi Gedda. Durante i suoi studi universitari su Tommaso D'Aquino, smette di credere in Dio e lascia definitivamente la Chiesa Cattolica; in una nota ironica, in seguito commentò: "si può dire che lui [Tommaso D'Aquino] mi abbia miracolosamente curato dalla fede". Forse S.Tommaso sorride pur maltrattato da una sedicente cultura e capacità di discernimento della serie “Nè con le Br né con lo stato”.

Con tutto ciò apprezzo di Eco un sacco di cose buone, non ultima la sua sottolineatura del significato delle parole: “Le parole non sono soltanto un fatto estetico per quanto importante, le parole sono trave di carico per un’ etica di ognuno e di ciascuno

[Pagina senza pretese di esaustività o imparzialità, modificata 15/12/2024; col colore grigio distinguo i miei commenti rispetto al testo attinto da altri]

Pagine correlate: laicismo e sue intersezioni con potenti matrici della cultura dominante, fiction

 

https://www.lipperatura.it/tolkien-la-destra-la-sinistra-e-luniverso/comment-page-2/

 

 

2023.09.19 <open repubblica avvenire google> è morto Gianni Vattimo, aveva 87 anni, è stato considerato uno dei massimi esponenti della corrente “postmoderna” e teorizzatore del “pensiero debole”. <avvenire> da giovane militò nella Azione Cattolica con Umberto Eco che lo precedette nell'iscrizione a filosofia: con analoghi compagni maturò la rottura con quella visione di AC che inneggiava al «bianco padre che da Roma ci sei meta, luce e guida». <socci> Vattimo intervistato da Messori ante 1990: «a voi cattolici un consiglio da laico: restaurate non riformate! È tornando indietro, verso una tradizione che tutti vi invidiano e che avete gettato via, che uscirete dall'insignificanza in cui siete finiti aggiornandovi in ritardo. Con quali risultati, poi? Chi avete convertito da quando avete cercato di rincorrerci sulla strada sbagliata?». Sincero o ironico? Onore al filosofo anche da chi non te l'aspetteresti.

 

↑2019.04.04 a VT che aveva già magnificato sul #11 la fiction TV “il nome della rosa”; Emanuele Curzel su <VT#13p21> osserva che la versione TV tradisce/nasconde il senso del libro che, invero, denuncia la distanza

- tra la conoscenza umana e la realtà

- tra l’impegno per la giustizia e la prevalenza dei rapporti di forza.

Il libro descrive la sconfitta dell'ambizione umana di comprendere la realtà. Per questo è uno dei più interessanti romanzi del Novecento.

[CzzC: Emanuele, credi che per l’uomo sia una sconfitta definitiva? Io no, e nemmeno credo che sia un’ambizione presuntuosa; la tensione al vero e al giusto è tipicamente umana ed è frenata o insidiata più dalla menzogna deliberata che distanze invalicabili, mentre è confortata da successi di esperienze concrete

- sia nella conoscenza scientifica della realtà che non inganna come certi furbetti (Eco non escluso) ed anzi si palesa generando stupore

- sia nelle relazioni umane, annoverando cittadinanza attiva, istituzioni che funzionano, solidarietà, cuore che conosce, martiri della giustizia e della carità meno visibili ma più numerosi dei Santi, nonostante l’effettiva prevalenza della forza sul diritto].

 

2019.03.11 <stampa> Il nome della rosa: attenzione agli inganni sul confine tra fiction e storiografia. Dalle incongruenze rispetto al romanzo alla visione grottesca del Medioevo, non bisogna mai dimenticare che l’opera di Eco è narrativa [CzzC: forse già il libro di Eco era una danza sul confine tra fiction e storiografia, in abuso della licenza artistica per infangare avversari ideologici]

 

↑2017.03.15 <fb>: nel 1987 Massimo Introvigne pubblicò una critica del "Nome della rosa" di Umberto Eco e dei suoi errori storici sull'Inquisizione e sulla cultura monastica. Eco scrisse una risposta piccata sull'Espresso ma poi i due si incontrarono e, pur su posizioni diverse, divennero quasi amici. Quella critica troveresti su Academia.edu

 

↑2016.10.24 <ilfoglio> Fu complotto di stato l'eliminazione di Ippolito Nievo? Questa tesi viene ripresa da Umberto Eco nel romanzo Il cimitero di Praga (2010). Il patriota era in possesso di prove compromettenti, che avrebbero dimostrato come l’esercito borbonico sia stato sconfitto grazie a una rete di complicità massoniche e di tradimenti di generali del Regno delle Due Sicilie, corrotti dall’oro britannico e dai servizi segreti sabaudi. Oltre a Eco, altri scrittori e studiosi si sono cimentati con quello che Nino Buttitta ha definito una sorta di “caso Mattei” ante litteram: da Duilio Chiarle a Rino Camilleri, da Lucio Zinna a Cesaremaria Glori, in diversa misura, tutti propensi a sposare l’ipotesi del complotto.

 

↑2016.02.26 quasi stavo per condividere quest’Eco di Pape satàn Aleppe <ilfattoq>: “Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato ... un “soggettivismo” che ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione nella quale, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità” se non fosse che ci sovvien di come abbia sbeffeggiato i resilienti del relativismo e della società liquida: schizofrenia simile a quella del Berlusca sulla magistratura?]

 

↑2016.02.24 <bbugie>: Umberto Eco, relativista anticattolico e antistorico... per questo esaltato dal mondo. Nel suo romanzo, Il nome della rosa, deturpa la verità storica su medioevo e inquisizione, additando che Dio e la verità non esistono

 

↑2016.02.23 <ilfoglio>: il laico saluto all'U.Eco che fu dirigente della Giac, la Gioventù di Azione cattolica, brillante promessa intellettuale della chiesa militante, quello che però ne uscì ateo in pieno pacellismo trionfante, ben prima del CV2°. L'U.Eco osannato gran filosofo del linguaggio e dei segni ma che rese celebre e pop la definizione per cui “la semiotica è la disciplina che studia tutto ciò che può essere usato per mentire”, l’esatto contrario di quello che Tommaso e il pensiero cristiano avevano sempre posto come base stessa dalla conoscibilità della realtà.

 

↑2016.02.22 <avvenire>: Ravasi: la mia amicizia con Eco nata grazie alla Bibbia [CzzC: e ti pare, caro Ravasi, che non fosse disposto a parlare di Bibbia uno che arrivò ai vertici di Azione Cattolica? Ma quale interesse covi, caro Ravasi, nel dissimularci come Eco abbia ironizzato la religione «cocaina dei popoli» e il magistero di B16° perché «fa polemiche contro il relativismo in maniera così grossolana che nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui»?]

 

↑2016.02.20 Pace all’anima sua, anche se non l’avesse creduta esistente: <repubblica>: è morto Umberto Eco, aveva 84 anni. E' stato filosofo, semiologo e grande esperto della comunicazione. Aveva appena lanciato una nuova casa editrice "La Nave di Teseo", dopo aver rifiutato di restare in quella che lui chiamò "La Mondazzoli", la fusione Mondadori-Rcs. Storico collaboratore di Repub-Espress

 

↑2015.06.11 Radio24: Nicoletti commenta suo dissenso vs Umberto Eco <lastampa> che aveva dato degli ignoranti alla maggior parte di chi scrive su web <giornale>: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli ... È l’invasione degli imbecilli". Odo da UniMi Bicocca in diretta una studentessa fare il commento che più  mi piace: U.Eco fa parte di quelli che erano abituati a non trovare smentitori. Nicoletti ricorda che a suo tempo U.Eco era della serie "né con le BR né con lo Stato"; [CzzC: a cotanta sedicente cultura che non fu capace di discernimento quando si trattava di criminali assassini dovremmo dare credito ora pur vedendola ancora incapace di discernere la potenzialità comunicativa della rete e calare sui suoi utenti una supponente sentenza di imbecillità?]

 

↑2015.03.20 <tempi: da Umberto Eco a Flores d’Arcais si fa largo l’idea che la religione è causa di violenza e instabilità. E così si cerca, violentemente, di escluderla dal consesso civile

 

↑2015.01.13 - educa al dialogo chi valorizza la linfa buona in ogni radice religiosa o laica: <avvenire>: «Il mio vespro con un’amica islamica...» Chi sa pregare, sa farsi strumento di pace;

- non educa al dialogo l’integralismo laicista che addita la religione, soprattutto monoteista, come matrice del terrorismo, per dissimulare che le stragi laiciste di innocenti (vedi le guerre anche solo degli ultimi 100 anni e ultimi 10) sono ampiamente insuperate dalle pur orride stragi del fondamentalismo sedicente religioso <avvenire>: C'è chi, come Umberto Eco, enfatizza la tesi che la religione è alla base della strage di Parigi, l’islam in particolare, il monoteismo in generale, che pretenderebbero di ridurre la molteplicità delle opinioni a una verità unica e immutabile [CzzC: Umberto Eco usa l’intolleranza e rigidità dottrinale islamica come trucco paralogista per criminalizzare il cristianesimo: gli chiederei se con ciò spera di guadagnare punti in candidatura Nobel; ma ricordo di averglielo già chiesto]

 

↑2012.01.29 Grossolanamente denigra la democrazia di Pericle e ne maltratta la madre: anche chi lo ebbe stimato docente si interroga sulla sua onestà, ravvisando corrività, squallore, carenza di contestualizzazione, perdita di lucidità analitica, falsi storici, ..

Le parole di Umberto Eco su Pericle: «quello che egli voleva elogiare era la sua forma di democrazia, che altro non era che populismo, e non dimentichiamo che uno dei suoi primi provvedimenti per ingraziarsi il popolo era stato di permettere ai poveri di andare gratis agli spettacoli teatrali. Non so se dava pane, ma certamente abbondava in circenses. Oggi diremmo che si trattava di un populismo Mediaset». [CzzC: quanto male può fare all'intelligenza certa sudditanza partitico-ideologica; suggerirei a U.Eco di stare più attento, perché, se guadagnò voti nella materia Sbeffa-il-Papa, pro Nobel rischia di rovinarsi la media grossolanamente toppando sulla democrazia di Pericle; quelli del Nobel, meno indulgenti del Papa, potrebbero preferirgli uno meno bravo nella suddetta materia, ma più bravo di lui in  storia].

 

↑2011.09.20 Grossolanamente denigra la competenza filosofica e teologica del Papa Benedetto XVI.: Le parole di Umberto Eco: «Le sue (di Ratzinger, nda) polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane, nemmeno uno studente della scuola dell’obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole».

[CzzC: Gli ho chiesto se si considera nobelabile in letteratura come Dario Fo].

 

↑2011.08.01 <lib&pers>: Benedetti, già Maestro in una loggia di piazza del Gesù, molti anni dopo lancia un'iniziativa politica chiamata Libertà e Giustizia”, con Enzo Biagi, Umberto Veronesi, Giovanni Sartori, Umberto Eco, Claudio Magris ..."

 

↑2011.02.05 <ilfattoq>: dà dello schzifrenico a Berlusconi al Palasharp di Milano dove Libertà e Giustizia aveva organizzato un raduno per chiedere a gran voce le dimissioni del premier Silvio Berlusconi.

 

2010.01.09 Umberto Eco polemizzò contro «il Signore degli anelli» di J.R.R. Tolkien; al riguardo <lipperatura> scrive: molti anni fa (1976) Umberto Eco provò a tracciare un profilo che qui cadrebbe a proposito: «[…]E’ il modo di pensare di quel filone cattolico che si è sempre trovato allineato con la cultura reazionaria “laica”, ovvero con la cultura tradizionale di tipo “religioso”, ma non cattolico, tanto per capirci la corrente che fa capo alle edizioni Rusconi e che conduce una polemica contro la modernità come prodotto dell’infausto illuminismo. Questa modernità viene infatti sempre accusata di voler turbare la sacralità dei misteri per cercare di trovare, là dove si credeva che ci fosse un mistero, delle regole, magari biologiche, magari storiche, magari (orrore) sociali.[…] ».

 

↑2007.12.27 traggo da <espresso/repubblica (hcopy qui)> cosa intende Umberto Eco per cocaina dei popoli: l’11/10/2011 posi domande all’autore per trasparenza ed in aiuto al discernimento.

Keys: causa effetto, utopia, surrettiziamente, bene comune, laicismo, radici cristiane, cristiani perseguitati, massoni, Cristeros, «Gott mit uns», «Écrasez l’Infâme», agnello/lupo, Azione Cattolica prima del motivato rigettato, illuminate matrici a te non invise, memore che anche tu in gioventù alzasti il pugno chiusoe se allettasse un premio di serie Dario Fo?

 

↑2006.04.11 <repubblica>: Paolo De Benedetti (teologia degli animali) e Carlo Maria Martini hanno molti tratti comuni: sono coetanei, piemontesi, di famiglia borghese ... <corriere>: un libro omaggio dedicato al teologo degli animali conteneva, tra gli altri, saggi degli amici Carlo Maria Martini e Umberto Eco

 

2003.10.12 <avvenire> «La serietà non è una virtù. Sarebbe un'eresia, ma un'eresia molto più giudiziosa, dire che la serietà è un vizio». Così quel provocatore nato che era lo scrittore cattolico inglese Gilbert K. Chesterton (1874-1936) nel suo saggio molto brillante e acuto Ortodossia. Umberto Eco, analogamente: «Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie». E, dunque, importante ricordare che c'è un "troppo" anche nella serietà e forse il tanto vituperato buon senso può lanciare uno strale contro certe architetture di pensiero o certi comportamenti supponenti, destinati però a celare ben più modeste strutture interiori.

 

↑1995.mm.gg In che cosa crede chi non crede: dialogo epistolare tra Umberto Eco e il Cardinale Carlo Maria Martini

 

↑1981.09.19 Il Nome della rosa: Padre Sommavilla su La Civiltà Cattolica smaschera il nichilismo di Umberto Eco, quell’allegro nominalismo nichilistico che l’autore insinua nel suo recente romanzo ora vincitore del Premio Strega 1981. Ad es. ultima riga nell'ultima pagina del romanzo: Stat rosa pristina nomine, nuda nomina tenemus. Non abbiamo che i nudi nomi, cioè che le nude parole, le quali non dicono nulla tranne se stesse, non significano nessuna verità. Era la tesi dello strutturalismo francese. Un nudo nome è dunque e soprattutto quello della rosa a cui spetta il primo dei nomi, cioè Dio, che è dunque lo stesso nome del nulla. Nella stessa ultima pagina si era sentenziato Gott ist ein lautes nichts («Dio è un puro nulla»: nel senso di caos primordiale e finale).

 

↑1978.03.29 su <repubblica> U.Eco fa derivare il terrorismo delle Br dal delirio del cosiddetto Sim ovvero Stato Imperialistico delle Multinazionali. Scrive: la vera preoccupazione del sistema delle multinazionali (e lo dico con molta freddezza, non simpatizzando col compromesso storico così come ci viene oggi proposto) è che il controllo dei partiti popolari disturbi una gestione del potere che non può permettersi i tempi morti delle verifiche alla base. Il terrorismo invece preoccupa molto meno, perché delle multinazionali è conseguenza biologica, così come un giorno di febbre è il prezzo ragionevole per un vaccino efficiente. Se le Br hanno ragione nella loro analisi di un governo mondiale delle multinazionali, allora devono riconoscere che esse, le Br, ne sono la controparte naturale e prevista. Esse devono riconoscere che stanno recitando un copione già scritto dai loro presunti nemici. [CzzC: insomma le multinazionali sarebbero i burattinai delle Br? E la cara fulgida ideologia marxista leninista, ancorché brandita dalle Br, sarebbe vittima della manovra? Dovremmo inchinarci a questa sedicente grande cultura e grande capacità di discernimento?]

 

↑1976.mm.gg <ilfoglio>: con le elezioni del 1976 l’ideologia comunista appariva il “nuovo senso comune” che nessuno, a sinistra, osava contrastare apertamente. Tant’è che Umberto Eco pubblicò sul Corriere della Sera un articolo nel quale così si esprimeva: “A cento anni e passa dalla sua prima proposta, la visione marxista della società si sta imponendo come un valore acquisito. I suoi valori sono diventati di tutti, come nell’Ottocento erano divenuti di tutti gli immortali principi dell’Ottantanove”. E, con mossa di pensiero tipicamente leninista, aggiungeva: “Mai come oggi quell’insieme di princìpi filosofici e di strategie politiche che vanno sotto il nome di marxismo è stato minacciato, oggi che viene accettato come valore diffuso e indiscutibile”.Craxi osava discutere l’“indiscutibile”.