IL DOSSETTISMO di quel GIUSEPPE DOSSETTI cui il Papa disse di tornare a Bologna
Dossetti aveva preparato per i padri conciliari un testo tanto illuminato da indurre il pur mite Paolo VI a destituirlo dal CV2° con «Quello non è il posto di Dossetti, ditegli di tornare a Bologna» (Andrea Tornielli – Piemme 2003 + qui.nbq) e così Dossetti lasciò il Concilio. Vedi anche Franco Monaco, suo fedelissimo discepolo, per le conseguenze di linea.
FOTO su Wikipedia †1996. Sacerdote, giurista e politico. Partecipò alla Resistenza e divenne Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale di Reggio Emilia, anche se rifiutò sempre di usare le armi. Nel 1945 divenne vicesegretario della DC e nel 1946 fu eletto alla Costituente. Collaborò con A. Fanfani, G. La Pira e G. Lazzati, ma li definiva "professorini". Lui e il suo foglio «Cronache sociali» si contrapposero al pragmatismo di A. Degasperi e all'ingresso dell'IT nella NATO. [CzzC: chissà come sarebbe finito se, mutatis mutandis, l'IT fosse finita nel patto di Varsavia e Dossetti avesse osato opporsi; però riconosco che dopo la caduta del muro di Berlino la Nato non ci ha fatto solo del bene].
Nel 1956 pronunciò i voti religiosi e fondò la comunità monastica della "Piccola Famiglia dell'Annunziata" su "silenzio, preghiera, lavoro e povertà"; già terziario francescano fu ordinato sacerdote da Lercaro, di cui fu collaboratore nel CV2° dove operò per trasformare il Regolamento dei lavori del Concilio, sottraendolo al controllo della Curia Romana per metterlo nelle mani di quattro "moderatori" (uno dei quali era il card. Lercaro), tutti di orientamento riformatore.
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Pagine correlate: consacrati, teologi del dissenso, scuola di Bologna
↑2024.11.01 <adnk sicilia lds > Fanfani, insieme a Lazzati, a La Pira e Dossetti, quelli della comunità del Porcellino, non volevano l'aggettivo «cristiana» per il partito che fu la DC e incaricarono Dossetti di portare il verdetto a Degasperi, ma Dossetti ebbe un incidente nel percorso per Roma. Dossetti remò più volte di traverso rispetto a Degasperi, il quale al consiglio nazionale di Grottaferrata del luglio del 1951 gli dirà: "Caro Dossetti se non saremo uniti saremo travolti tutti dalla stessa valanga!". Dopo il congresso di Venezia e il tentativo di pacificazione tra Degasperi e Dossetti, Cronache sociali (foglio dossettiano) titolò "soluzioni di fondo che non si lasciano catturare", irritando non poco Degasperi; questi cercava di fronteggiare la incalzante opposizione interna della sinistra dossettiana, mentre negli anni successivi Fanfani e Moro dovettero fronteggiare il moderatismo dei dorotei.
↑2022.05.16 <vanThuanObs> Il DOSSETTISMO continua ad influire. Anche Sergio Mattarella può essere considerato un dossettiano. Nel 1952 Dossetti aveva fondato a Bologna il Centro di Documentazione, trasformato poi nell’Istituto di studi religiosi per diventare alla fine Fondazione Giovanni XXIII (FSCIRE), presieduta a lungo dall’amico Giuseppe Alberigo e attualmente da Alberto Melloni. Affine anche se non coincidente col dossettismo nasceva nel 1975 la “Lega Democratica” di Pietro Scoppola, Achille Ardigò, Ermanno Gorrieri, Francesco Traniello, Paolo Prodi, Romano Prodi, Paola Gaiotti de Biase, Roberto Ruffilli. Affini nel 1993 nascevano i “Cristiano sociali” di Gorrieri e Pierre Carniti. Con Ciriaco De Mita dal 1982, i dossettiani “dilagano”: Beniamino Andreatta collega il dossettismo con la finanza tramite l’operazione del Banco Ambrosiano e impronta un capitalismo gradito alla sinistra, progettando lo smantellamento dell’IRI, di cui fu ultimo presidente il dossettiano Romano Prodi, col quale nel 1996 don Dossetti tenne a battesimo l’Ulivo e piantò simbolicamente un olivo nel suo ritiro di Montesole.
↑2020.05.27 <espresso> Enzo Bianchi (ieri allontanato da Bose) è uno dei leader più influenti del cattolicesimo progressista, padre nobile della cosiddetta “scuola di Bologna”. È stato presidente dal 1978 al 2000 della Fondazione per le Scienze Religiose fondata a Bologna da don Giuseppe Dossetti, del cui consiglio di amministrazione è membro a vita.
↑2017.12.31 <lastampa> Cinquantanni fa (1Gen1968) il cardinale Giacomo Lercaro pronunciò contro i bombardamenti in Vietnam una delle omelie più dibattute della seconda metà del ‘900. A stenderne la minuta Giuseppe Dossetti, allora provicario della diocesi di Bologna. L'omelia venne rimossa dai testi ufficiali che ripresero la prima “Giornata della Pace” voluta da Paolo VI e di lì a poche settimane terminava l’episcopato di Lercaro con il dispiacere di molti.
↑2013.02.20 Conventus convoca ottima presentazione di Dossetti nell’anno anniversario del CV2°: mi chiedo se la nuova dirigenza di Conventus voglia esaltare lo spirito del CV2° che Dossetti patrocinò in maniera tanto illuminata da indurre il pur mite e buono Papa a destituirlo dal CV2° con «Quello non è il posto di Dossetti, ditegli di tornare a Bologna» (Andrea Tornielli, op. cit., Piemme, Casale Monferrato 2003).
↑2011.02.09 <repubblica> Bologna: «increduli ed entusiasti gli emarginati di sempre, i sacerdoti dossettiani» (filo-prodiani) davanti alle dimissioni di mons. Ernesto Vecchi, diarca con Caffarra, sostituito da Don Silvagni, uno dei loro, un parroco "rurale".
↑2003.12.01 <repubblica>: Concilio "capovolto" e Opus Dei. Un inedito bomba di Giuseppe Dossetti. Esce per la prima volta in un libro una conversazione di Dossetti del 1984. In essa, egli rivendica a sé d´aver capovolto le sorti del Vaticano II. E contro l´Opus Dei e papa Wojtyla dice cose di fuoco
↑2003.06.15 <teologi del dissenso>: quando il papa lesse i quattro quesiti, sulla collegialità e sul diaconato, che don Dossetti aveva preparato per i padri conciliari, ne rigettò il testo e ordinò di bruciare i fascicoli che erano già stati distribuiti ai padri e poi lo destituì dal CV2° con «Quello non è il posto di Dossetti, ditegli di tornare a Bologna» (Andrea Tornielli, op. cit., Piemme, Casale Monferrato 2003). E così Dossetti lasciò il Concilio.
↑1997.06.30 Giuseppe Dossetti e il dossettismo (di Marco Invernizzi, Cristianità n.263)