ANTONIN ARTAUD (1896-1948), musa di R. Castellucci, invitava a bruciare le chiese e a squartare i sacerdoti

FOTO: Fu commediografo, attore teatrale, scrittore e regista teatrale francese.  All'età di quattro anni, infatti, Antonin fu colpito da una grave forma di meningite, alla quale furono attribuiti tutti i problemi neurologici di cui Artaud soffrì in seguito, in particolare crisi di nevralgia, balbuzie ed episodi di depressione grave.

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Pagine correlate: offese al volto di Cristo

 

↑2012.02.02 <foglio> Massimo modello del Castellucci che infanga il Volto di Cristo, Artaud invitava a bruciare le chiese e a squartare i sacerdoti, accusava la cultura cristiana “inautentica del padre e dello spirito” e, come Castellucci, aveva una FISSA: gli ESCREMENTI. Scriveva: “C’è nell’essere qualcosa di particolarmente ALLETTANTE per l’uomo, ed è appunto la CACCA”.

 

↑2006.06.30 <fabrizioBandini> ELIOGABALO o l'anarchico incoronato: Il sesso, il sangue, e l’ebbrezza, i tre segni del dionisiaco, vi dominano, scatenati.

Scrive Artaud: “Si può dire in proposito che Eliogabalo è stato fatto dalle donne…e che quando ha voluto pensare da sé, quando l’orgoglio del maschio frustrato dall’energia delle sue donne, delle sue madri, le quali hanno tutte fornicato con lui, ha voluto manifestarsi, si è visto cosa ne è risultato” (3).

La salita di Eliogabalo al trono imperiale di Roma, propiziata e voluta dalle virili e impudiche donne siriache della sua stirpe, segna uno dei punti più bassi nella decadenza dell’Impero.

Il disordine, l’anarchia, il caos, lo sconcio e la perversione travolgono tutto e tutti, senza pietà.

Roma entra nel Kali Yuga, in una atmosfera crepuscolare, da tregenda, il pantano Femminile spodesta l’ordine Maschile e virile, aprendo le porte al Caos.

La marcia di Eliogabalo sulla città eterna si assomiglia più ad un corteo dionisiaco, di falli, tori, baccanti, fanciulle ignude, ubriachi, pederasti, invertiti, e galli castrati, che ad un corteo imperiale.

Il sesso, il sangue, e l’ebbrezza, i tre segni del dionisiaco, vi dominano, scatenati.

Eliogabalo entra nella Città Eterna nell’autunno del 219.

“Davanti a lui vi è il Fallo, tirato da trecento fanciulle dai seni nudi che precedono i trecento tori, oramai intorpiditi e calmi…” scrive Artaud, “E, dietro ancora, le lettighe delle tre madri: Giulia Mesa, Giulia Soemia e Giulia Mamea…” (4)

 

↑2006.06.30 <recensionifilosofiche> In Théâtre et la peste (1934), lo stesso Artaud scrisse: «Il problema che ora si pone è di sapere se nel nostro mondo che decade, che si avvia senza accorgersene al suicidio, sarà possibile trovare un gruppo di uomini capaci di imporre questo concetto superiore del teatro, che restituirà a tutti noi l’equivalente magico e naturale dei dogmi in cui abbiamo cessato di credere» (p. 39).

 

↑2006.06.30 <recensionifilosofiche> essoterismo e utopia in Eliogabalo: affinità con le SCIENZE MASSONICHE, alchemiche e l’arte dell’attore